Quelli che ci guadagnano con l'immigrazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-04-20

Scoperta un’ organizzazione criminale transazionale – composta da eritrei, etiopi, ivoriani, guineiani e ghanesi – che ha favorito, con notevoli profitti economici, l’immigrazione illegale di centinaia di migranti. L’inchiesta ha preso spunto dal tragico epilogo dello sbarco del 3 ottobre a Lampedusa

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Operazione della Polizia di stato contro un’organizzazione composta da vari soggetti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso. Scoperta una ‘cellula’ che in tutta Italia organizzava il traffico di uomini tra l’Africa e l’Europa. I provvedimenti sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Le indagini hanno permesso di ricostruire le attività di una articolata organizzazione criminale transazionale – composta da eritrei, etiopi, ivoriani, guineiani e ghanesi – che ha favorito, con notevoli profitti economici, l’immigrazione illegale di centinaia di migranti. L’inchiesta ha preso spunto dal tragico epilogo dello sbarco del 3 ottobre a Lampedusa, quando in 366 persero la vita prima di riuscire ad approdare sulla costa dell’isola.
 
QUELLI CHE CI GUADAGNANO CON L’IMMIGRAZIONE
Tra i principali responsabili – secondo gli inquirenti – figurano due trafficanti di esseri umani: Ghermay Ermias, etiope, e Redae Medhane Yehdego, eritreo, che operano sulla cosiddetta “rotta libica”. Il primo, latitante dal luglio 2014, ritenuto l’organizzatore e il responsabile di quell’episodio, agisce tra Tripoli e Zuwarah. Gli investigatori hanno inoltre individuato una “cellula” dell’associazione criminale che opera sul territorio italiano. La “cellula” – composta composta da cittadini eritrei che vivono nelle province di Palermo, Agrigento, Catania e Milano – favorisce la permanenza illegale di migranti clandestini in Italia agevolandone poi l’espatrio illegale verso altri paesi Ue tra cui Norvegia, Germania, e Svezia. L’indagine e’ coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dai sostituti Geri Ferrara e Claudio Camilleri.

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