Quei 21 collaudi falsificati ad Amatrice

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-08-30

I contributi stanziati negli anni dopo i terremoti hanno dato il via a finanziamenti a pioggia che non hanno messo in sicurezza le strutture, come testimoniato dai crolli. Eppure le certificazioni attestavano che era tutto a posto

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Negli edifici di interesse pubblico di Amatrice crollati dopo il terremoto del 24 agosto i collaudi sono stati falsificati. I contributi stanziati negli anni dopo i terremoti del 1997 e del 2009 hanno dato il via a finanziamenti a pioggia che non hanno messo in sicurezza le strutture, come testimoniato dai crolli. Eppure le certificazioni attestavano che era tutto a posto. Di più: la scuola Romolo Capranica di Amatrice era stata indicata come centro per gli sfollati in caso di terremoto: ma si è sbriciolata dopo le scosse.

Quei 21 collaudi falsificati ad Amatrice

La prima lista di ventuno interventi disposti dopo il terremoto del ’97 dal commissario straordinario parla di due milioni e mezzo di euro spesi per la manutenzione post sisma di edifici oggi ridotti in macerie: dalla caserma dei carabinieri alla torre civica di Accumoli. Per la caserma erano stati spesi 150mila euro, per una messa in sicurezza che avrebbe dovuto garantire dopo le scosse: è stata lesionata. Due collaudi, nel 2012 e nel 2013, per la torre civica medievale, oggi a rischio crollo. Il geometra che ha autorizzato le opere è il vicesindaco di Amatrice, Gianluca Carloni, che insieme al fratello Ivo è titolare di uno studio che ha coordinato molti lavori tra Amatrice e Accumoli. Il campanile della chiesa di San Francesco ad Accumoli ha avuto due collaudi tra 2012 e 2013: nella notte del terremoto è crollato su una casa uccidendo un’intera famiglia.  Controlli saranno effettuati anche dai magistrati di Ascoli che indagano sui crolli avvenuti ad Arquata e Pescara del Tronto. In particolare bisognerà verificare come mai alcuni edifici di Arquata — l’ufficio postale, la scuola, il Comune e la caserma dei carabinieri — dovranno essere demoliti perché dichiarati inagibili nonostante dovessero essere perfettamente a norma. Spiega oggi il Corriere della Sera:

Caso esemplare è quello della Torre Civica di Accumoli, edificio storico conosciuto anche a livello internazionale. Lo stanziamento iniziale di 100 mila euro viene ridotto a poco più di 90 mila. L’impresa individuata è la «Giuseppe Franceschini». Responsabile del procedimento è l’architetto Cappelloni. È l’esperto che segue altri progetti, compreso quello del complesso parrocchiale in cui è inserita la chiesa di San Francesco, dove il campanile è crollato e ha travolto un’intera famiglia. Vengono effettuati due collaudi: uno l’11 ottobre del 2012, l’altro il 28 maggio 2013. Non vengono evidenziati problemi e la verifica concede il via libera. Ma qualcosa evidentemente non ha funzionato: le scosse di sei giorni fa non hanno lasciato scampo e la Torre risulta gravemente lesionata. L’edificio è venuto giù.
Storia analoga è quella della caserma dei carabinieri di Accumoli. Dopo il terremoto dell’Umbria si decide di effettuare lavori di ristrutturazione e vengono stanziati 150 mila euro. La ditta prescelta è la «Impretekna». Responsabile del provvedimento è il geometra Granato che risulta aver seguito ben nove progetti. Anche in questo caso i lavori sono classificati come «ultimati e collaudati». Sembra che sia tutto regolare, almeno a leggere le carte. E invece la sede dei carabinieri ha subito danni gravissimi.

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Il caso della scuola di Amatrice e i fondi antisisma (La Repubblica, 30 agosto 2016)

Nei prossimi giorni i magistrati coordinati dal procuratore di Rieti Giuseppe Saieva — i pubblici ministeri Cristina Cambi, Lorenzo Francia, Raffaella Gammarota e Rocco Marvotti — acquisiranno la documentazione su tutti gli stabili crollati. La decisione è quella di aprire un fascicolo su ogni edificio in modo da poterne ricostruire la storia ed effettuare le eventuali contestazioni a chi ha seguito le ristrutturazioni. Per questo verranno interrogati gli architetti e gli ingegneri indicati nella relazione sui lavori decisi dopo il sisma dell’Umbria. Saranno loro a dover chiarire come mai si decise di effettuare — nella maggior parte dei casi — soltanto delle «migliorie», chi diede le indicazioni sugli interventi e soprattutto che cosa fu scritto nelle relazioni finali per ottenere il via libera dei collaudatori. Questi ultimi dovranno invece chiarire che tipo di controlli furono svolti, consegnando anche la documentazione relativa a ogni progetto seguito.

I collaudi fantasma ad Amatrice

In tutto erano stati stanziati tre milioni di euro. Per le prime 12 opere che si vedono nell’infografica pubblicata oggi da La Stampa la responsabilità era del commissario delegato dal governo, per le ultime cinque il soggetto attuatore era la curia vescovile di Rieti. Tutte le opere sono state danneggiate dal sisma, alcune devono essere ancora periziate. Scrive Conchita Sannino su Repubblica:

Sui lutti di Arquata, invece, a pochi metri da dove è rimasta sepolta la piccola Marisol di soli 18 mesi, spunta un mistero legato a un’altra scuola. L’istituto comprensivo “Angelo Ruffini” era considerato “agibile”. Ed erano però stati appena spesi, come rivelano in Comune ad Arquata, «20 mila euro, ma solo per un dossier propedeutico alla ristrutturazione dell’edificio». Di più: era addirittura diventato rifugio, solo un anno fa, per cinquanta bambini sloggiati da un vicino istituto di Acquasanta, proprio all’esito di precedenti eventi sismici. Il feroce terremoto di mercoledì scorso, come può ricostruire Repubblica, ha però ridotto in polvere questa certezza: la “Ruffini” ha perso centinaia di massi, è considerata dopo approfondito sopralluogo disposto ieri dalla Protezione civile “inagibile e irreparabile”.
Questo significa, come sottolinea il professore Andrea Dell’Asta, docente all’Università di Camerino che ha perlustrato anche altre strutture per i paesi dei monti Sibillini, che «anche se la scuola non è crollata, era altissimo il rischio per gli scolari». Con paradosso finale: la scuola di Acquasanta, che incuteva timore, è stata ristrutturata e ha retto. La Ruffini usata come “porto sicuro” sarà verosimilmente demolita. Un caso che finirà sulla scrivania del pm Umberto Monti e del procuratore capo di Ascoli Piceno, Michele Renzo. Il fascicolo che sarà aperto, tuttavia, non contempla ancora ipotesi di reato. Ma si concentrerà su «tutte le ristrutturazioni degli anni recenti». In un paese, Arquata, dove tutti gli edifici pubblici, il Comune, la caserma dei carabinieri, l’ufficio postale, sono ormai irrecuperabili.

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Le opere pubbliche sotto indagine (La Stampa, 30 agosto 2016)

E poi ci sono i soliti problemi di fondi: per il consolidamento del municipio di Amatrice c’erano 800mila euro, ma l’amministrazione guidata da Sergio Pirozzi ha deciso di spostarli sull’istituto alberghiero. «Questo è rimasto in piedi, il municipio è franato», conclude Repubblica.

Leggi sull’argomento: Chi ha fatto i lavori alla scuola Capranica di Amatrice?

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