Quanto costano gli ottanta euro ai pensionati?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-06

Matteo Renzi li promette in diretta facebook. Ma i tecnici non concordano sul costo del provvedimento che va dai 2 ai 3,5 miliardi. E il tutto andrebbe a cozzare con la volontà di garantire l’uscita anticipata ai lavoratori perorata dall’Inps. Bisogna scegliere?

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Come suo costume quando è in difficoltà, ieri Matteo Renzi ha annunciato che il suo governo sta lavorando a un nuovo provvedimento che porti nelle tasche dei pensionati gli 80 euro finora riservati ai lavoratori con un certo reddito. Diciamo subito che la norma si riferirebbe a quelli con redditi da pensione inferiori al trattamento minimo: i pensionati con un reddito da pensione inferiore a 500 euro, più basso quindi del cosiddetto ”trattamento minimo” erano 2.037.701 nel 2014, pari al 12,5% dei pensionati complessivi (dati casellario pensionati Istat-Inps 2014).

Quanto costano gli ottanta euro ai pensionati?

Ieri il premier, Matteo Renzi ha annunciato la possibilità che si estenda l’erogazione del bonus di ottanta euro ai pensionati al mese per i lavoratori con redditi inferiori a 26.000 euro anche a chi prende la pensione minima. Se si guarda solo ai trattamenti, e non ai beneficiari, le pensioni sotto i 500 euro (502 euro il livello del trattamento minimo 2015) sono quasi sei milioni (il 25,7% dei trattamenti). Il provvedimento allo studio però dovrebbe guardare ai pensionati e non alle singole pensioni e quindi potrebbe costare più di due miliardi l’anno.  La misura, sulla cui equità comunque emergono dubbi fra gli esperti, dato che andrebbe a dare vantaggi a pensionati che hanno versato pochi contributi e che spesso già hanno integrazioni al minimo, dovrebbe riguardare almeno due milioni di persone. Ma la platea di riferimento potrebbe essere molto più vasta se si guarda anche a coloro che hanno più di 500 euro al mese, ma sono comunque sotto i 580 euro e quindi avrebbero comunque diritto a una parte dell’integrazione. La spesa necessaria a questo intervento sarebbe comunque superiore ai due miliardi annui (se si considera che 80 euro al mese per 13 mensilità significa 1.040 euro annui per oltre due milioni di persone). “L’operazione – spiega Giuliano Cazzola esperto di previdenza – sa tanto di misura di carattere elettorale, come quella che fu compiuta – con risultati utili nelle urne – prima delle elezioni europee. Non è detto però che la storia si ripeta allo stesso modo. Rimane una domanda: ammesso e non concesso che il Governo riesca a reperire le risorse necessarie, non varrebbe la pena di destinarle a provvedimenti di carattere strutturale anche in materia di pensioni, piuttosto che intervenire su trattamenti già integrati dalla fiscalità generale con il rischio di farli diventare più elevati di assegni percepiti da persone che hanno lavorato e versato i contributi?”.

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Renzi e gli ottanta euro ai pensionati: la mappa della previdenza italiana

Uscite fino a 3,5 miliardi l’anno?

Per questo il Corriere della Sera sottolinea che ci sarebbe una maggior spesa strutturale di 3 miliardi e mezzo l’anno: queste pensioni sono circa 3,5 milioni (dati 2014 del Rapporto di Itinerari previdenziali).

Ma i tecnici di Palazzo Chigi, dopo aver sottolineato che si tratta solo di ipotesi allo studio e che in ogni caso una eventuale misura non è per quest’anno ma per la prossima legge di Bilancio, cioè per il 2017, dicono che la spesa potrebbe essere inferiore. Se infatti gli 80 euro venissero dati a tutti i pensionati che hanno un reddito pensionistico non superiore al minimo, la platea scenderebbe a 2,3 milioni di anziani (questo perché una parte dei pensionati al minimo beneficia anche di altre prestazioni, come per esempio la reversibilità). In questo caso, quindi, la maggior spesa annuale scenderebbe a 2,3 miliardi di euro l’anno. Una manovra comunque coerente con la volontà di spingere la domanda interna, che in questa fase sta dando il contributo maggiore alla ripresina del prodotto interno lordo.

Ma c’è anche un’altra questione sul tavolo. Ovvero quella della possibilità di andare in pensione in anticipo con un minore importo della pensione per un certo numero di anni. Un progetto su cui il governo sta lavorando da un anno senza però vedere la luce. E anche quello ha un costo di 1,5 miliardi teorico nel 2017 che salirebbe a 3,3 miliardi nel 2027. Entrambe le cose (ottanta euro ai pensionati più uscita flessibile) sarà possibile sostenerle per un bilancio dello Stato?

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