Quando la Rai offrì a Morricone diecimila euro (?)

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2016-03-01

Nell’intervista rilasciata oggi ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera Ennio Morricone parla anche di una sua trattativa con la Rai per un lavoro finita male perché l’offerta economica era ridicola. La cifra che dice Morricone è talmente bassa per le attività di composizione e registrazione di una colonna sonora da sembrare inverosimile: 10mila euro. Con …

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Nell’intervista rilasciata oggi ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera Ennio Morricone parla anche di una sua trattativa con la Rai per un lavoro finita male perché l’offerta economica era ridicola. La cifra che dice Morricone è talmente bassa per le attività di composizione e registrazione di una colonna sonora da sembrare inverosimile: 10mila euro.

Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin. Mi hanno detto: “Ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra”. Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie». Ma se la Rai tornasse a chiamarla? «Non credo che lo faranno. È una storia finita. Li capisco. Sono ristrettezze necessarie, le condivido anche; ma non posso chiedere ai musicisti di suonare a loro spese».
Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin. Mi hanno detto: “Ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra”. Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie». Ma se la Rai tornasse a chiamarla? «Non credo che lo faranno. È una storia finita. Li capisco. Sono ristrettezze necessarie, le condivido anche; ma non posso chiedere ai musicisti di suonare a loro spese».

Il riferimento ad Alberto Negrini fa pensare a Un tango per la libertà, fiction in due puntate diretta dal regista e andata in onda nel 2016 (ma Negrini ha diretto opere simili per la Rai anche in anni precedenti). In ogni caso pretendere un budget così basso per un’orchestra, per un direttore e per un compositore sembra davvero quasi un’offesa al prestigio dell’autore (a meno di un probabile misunderstanding). Intanto Michele Anzaldi, che non ha ancora attaccato i direttori di rete da quando ne sono stati nominati di nuovi dal nuovo DG scelto dall’azionista di maggioranza della Rai (il governo), coglie l’occasione per tornare a parlare del tema: «È grave che in Rai si presenti il paradosso per cui si spendono decine di migliaia di euro per pagare l’intervista al già allora ex ministro greco Varoufakis, che fece sapere di essere andato gratis alla Bbc ma di aver ricevuto soldi dalla tv pubblica italiana, e poi si facciano risparmi sul maestro Ennio Morricone, come denunciato da lui stesso. Il servizio pubblico dovrebbe scusarsi e chiarire se ci sono state responsabilità nel rapporto con il grande musicista appena insignito di un nuovo premio Oscar», fa sapere il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai. «Nell’azienda che con un cavillo ha deciso di non rispettare il tetto agli stipendi dei manager pubblici può accadere – ha sottolineato Anzaldi – che un maestro come Morricone decida di rompere ogni rapporto dopo che avrebbe subito l’umiliazione del lavoro suo e della sua orchestra. In attesa che la vicenda venga chiarita, aumentano però i dubbi sull’incerta valorizzazione del settore culturale e musicale in Rai, dal mancato utilizzo a pieno dell’orchestra interna fino alla perdita della trasmissione dei ‘David di Donatello’. Eppure la promozione e la diffusione culturale rappresentano uno dei cardini del contratto di servizio Rai».

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