Quando Beppe Grillo non voleva il vincolo di mandato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-07

Oggi sul blog si arrabbiano per l’articolo 67 della Costituzione e ne chiedono la modifica. Cinque anni fa lo difendevano insieme a Gianfranco Fini

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Beppe Grillo, 7 febbraio 2015: «Va introdotto il vincolo di mandato per rispetto degli elettori. Dall’inizio della legislatura 173 parlamentari se ne sono fregati del voto degli elettori e sono passati a partiti differenti da quelli con i quali sono stati eletti». Beppe Grillo, 10 agosto 2010: «”Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” è molto chiaro. Chi è eletto risponde ai cittadini, non al suo partito. Un ministro della Repubblica, un presidente del Consiglio, deve fare gli interessi della Repubblica Italiana e, quindi, dimettersi dalle cariche di partito». Non sembra nemmeno la stessa persona, eppure è davvero lo stesso blog. I tempi cambiano, e così oggi il MoVimento 5 Stelle, scottato dalle fughe interne e giustamente arrabbiato per gli Scilipoti di Renzi tuona contro chi cambia casacca in corsa:
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E non è difficile farsi tornare in mente quando invece difendeva Gianfranco Fini chiamando in causa proprio l’articolo 67 della costituzione che oggi il blog vorrebbe abolire.
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BEPPE GRILLO E IL VINCOLO DI MANDATO
«Dall’inizio della legislatura 173 parlamentari se ne sono fregati del voto degli elettori e sono passati a partiti differenti da quelli con i quali sono stati eletti. Il partito più attivo è il pd di Cicciobomba Renzie che ha bisogno di voti in Parlamento per far approvare la legge elettorale e le riforme costituzionali targate P2. Se il governo andasse sotto e non ci fosse piu’ una maggioranza Mattarella potrebbe decidere di sciogliere le Camere e portare gli italiani al voto”, si legge ancora. Quanti ‘peones’ perderebbero il posto e il lauto stipendio? Meglio cambiare casacca e tirare a campare qualche mese o anno, guadagnarsi la benevolenza di chi nominera’ i parlamentari al prossimo giro e garantirsi un posticino sicuro”, prosegue il post. ”Renzie, che e’ un uomo tutto d’un pezzo, solo poco tempo fa, ospite a Porta a Porta diceva a proposito di chi cambia partito in corsa: ‘Dovevate avere il coraggio di dimettervi dal Parlamento. E’ ora di finirla con chi viene eletto con qualcuno e poi va via. Se c’e’ l’astensionismo e’ anche perche’ se io prendo e decido di mollare con i miei mollo con i miei, e’ legittimo farlo perche’ non me l’ha ordinato il dottore, pero’ ho il coraggio anche di avere rispetto per chi mi ha votato, perche’ chi mi ha votato non ha cambiato idea”’. ”Parole toccanti, evaporate nell’etere televisivo”, sottolinea il post sul blog di Beppe Grillo. «Il parlamentare e’ dipendente di chi lo vota e non può fare quello che vuole. Per garantire il cittadino elettore si deve inserire il vincolo di mandato in Costituzione». Insomma, un po’ di confusione, soprattutto ideologica. E a farlo notare sono i peggiori nemici del Beppe Nazionale: «Notiamo che il M5S sul vincolo di mandato ha cambiato idea: cosa sarà  successo? Si temono altre emorragie?», scrivono in una nota i deputati del nuovo gruppo parlamentare Alternativa Libera. «Ci risiamo – proseguono i deputati ex M5S confluiti nella nuova componente – Dove hanno discusso di questa cosa e’ con chi? Con il direttorio dei nominati? Non servirebbe un sondaggio con la base per un argomento cosi’ importante? Ad agosto 2010 – come scritto sul suo blog – il Movimento difendeva Gianfranco Fini dopo il suo abbandono a Berlusconi, dicendo che l’articolo 67 della Costituzione era ‘molto chiaro’. Forse, come sempre, sono solo le convenienze personali a far parlare il megafono di Casaleggio, Beppe Grillo. Il M5S – continuano – fa un po’ di confusione. Prima sostiene di non volere le liste bloccate facendo scegliere ai cittadini i propri rappresentanti. Poi, oggi, chiede di avere in Parlamento ‘pigia bottone’ che, nominati, seguono gli ordini del capo. Questo e’ solo uno dei motivi, tra gli altri, che ci hanno fatto decidere di uscire dal Movimento per essere menti pensanti ed autonome», concludono.

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