Disintossicarsi con i succhi di frutta: le diete Detox funzionano?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-01-05

Il boom di inizio d’anno delle diete detox che promettono di liberarci dai composti chimici in realtà è una bufala. L’unica cosa che le diete detox ripuliscono è il portafoglio di chi ci abbocca

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Gennaio è il mese dei buoni propositi ed immancabilmente tra questi vengono annoverate tutte le pratiche di purificazione post-natalizie del corpo volte a “disintossicare” il nostro organismo. L’Internet è tutto un fremito di ricette che prometto una rapida ed efficace disintossicazione da tutte quelle orrende, brutte e cattive sostanze chimiche con le quali avete farcito il vostro corpo nel corso dell’anno appena trascorso. I giornali di questo periodo dedicano quindi ampio spazio alle “diete detox”, ai digiuni, e (per i più coraggiosi) al Dry January. Un intero mese “a secco” di bevande alcoliche.
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LE DIETE DETOX
Le diete detox sono quel particolare regime alimentare basato sull’idea che è possibile sciacquare via tutti quei cibi cattivi e le terribili sostanze in essi contenuti semplicemente bevendo dei succhi di frutta, o dei frullati disintossicanti. L’assunto di base è che conduciamo una vita che ci “riempie” di sostanze chimiche (e quindi ipso facto dannose) e che sia possibile, grazie alla dieta detox, liberarsi dalla chimica e vivere felici. È la dieta delle star, soprattutto da quando Beyoncé ha detto di aver perso dieci chili grazie ad una (naturalmente) miracolosa dieta detox a base di succo di limone, sciroppo d’acero e pepe di caienna. E nient’altro. Insomma un digiuno in piena regola più che una dieta. Ovviamente non basta un frullato qualsiasi, è necessario che abbia le mitologiche proprietà disintossicanti in grado di depurarvi dalle “tossine” e per quelle bisogna pagare.
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COSA C’È DI SBAGLIATO
In primo luogo c’è la questione linguistica, e riguarda l’abuso del termine disintossicazione: non è corretto, dicono in molti ricorrere a fini estetici ad un termine che fa riferimento a problemi ben diversi e ben più gravi. Come dice il dottor Edzard Ernst sul Guardian quando si parla di disintossicazione si fa riferimento ad un procedimento per aiutare un tossicodipendente a liberarsi da una condizione che mette seriamente a rischio la sua salute. Non si può certamente dire lo stesso per le diete detox che fanno ricorso allo stesso termine solo per motivi commerciali inventando tutta una pletora di tossine falsamente mortali. Se il nostro corpo (tramite i reni ad esempio) non fosse in grado di espellere delle tossine così pericolose allora non basterebbe un succo di frutta a purificarci ma sarebbe necessario l’intervento di un medico. Insomma “detox” è un termine medico che viene utilizzato come strategia di marketing dai soliti ciarlatani per poter meglio piazzare i loro prodotti creando nel pubblico, tramite l’utilizzo di un termine scientifico, la percezione che il discorso intorno alle diete detox sia altrettanto serio e fondato su ricerche mediche. Ma il problema principale di chi vende e promuove questa forma di dieta è la tendenza a far credere al pubblico che tutte le sostanze chimiche siano dannose (non solo quelle prodotte dall’uomo). Il fatto è, come spiega il Telegraph nel suo tentativo di debunkare il mito delle diete detox, che qualsiasi elemento contiene sostanze chimiche. La cosa divertente poi è che le varie ditte che producono i rimedi disintossicanti non hanno la minima idea di quale elemento chimico nocivo i loro prodotti vadano ad eliminare, né in che modo lo facciano (e si, ci sono anche gli shampoo detox). Non ci sono, infine, ricerche scientifiche che provino l’efficacia terapeutica delle diete detox e dei rimedi correlati come ad esempio i clisteri al caffè (che per inciso è contiene diverse sostanze chimiche). Questo non significa che i frullati facciano male, anzi, integrare la propria dieta con frullati e succhi di frutta non può che fare bene, al solito però nutrirsi unicamente di certi alimenti non è salutare e non lo è nemmeno pensare di potersi “mettere in forma” senza alcuna attività fisica. Come suggerisce questo articolo di Science Based Medicine l’unica cosa che le diete detox ripuliscono è il portafoglio di chi ci abbocca.
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DRY JANUARY
Il Dry January è un’altra moda conseguente al periodo festivo. Dal momento che si suppone che in molti durante le feste abbiano ecceduto nel consumo di bevande alcooliche il Dry January è una sfida a non toccare vino, birra o altro per tutto il mese. Il Daily Mail e il Telegraph ci propongono anche due liste di cose da fare e persone da frequentare per poter sopravvivere in modo sereno all’astinenza. Ad esempio, visto che Nigel Farage ha annunciato che parteciperà al Dry January potreste pensare di uscire con lui, magari da sobrio non è male come persona. Lo scopo, di nuovo, è solo quello di tentare di rimettersi in forma dopo i bagordi natalizi. Nessuno dei partecipanti è impegnato in una campagna contro il consumo eccessivo di alcolici e i danni conseguenti, ma solo in una battaglia contro il proprio corpo. Ma la cosa davvero importante del Dry January non è tanto di parteciparvi (e di riuscire ad arrivare alla fine) quanto quello di fare sapere a tutti i vostri amici che siete attivamente impegnati in questa vostra personale battaglia a tempo contro l’acool. Salute!

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