Lione, i preti pedofili e l'arcivescovo che li ha protetti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-03-07

Philippe Barbarin è accusato di aver coperto un prete pedofilo non informando la giustizia delle molestie rivelate da alcuni parrocchiani fin dai primi anni Novanta. Sulla vicenda la procura di Lione ha ufficialmente aperto un fascicolo

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Il mondo cattolico francese si divide sul caso dell’arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, accusato di aver coperto un prete pedofilo non informando la giustizia delle molestie rivelate da alcuni parrocchiani fin dai primi anni Novanta. La Conferenza episcopale, in una breve nota, ha rinnovato il suo “sostegno” al prelato, e dichiarato che “prega per lui”. Ma tra i leader dei gruppi cattolici militanti, in particolare del movimento pro-vita di cui Barbarin è uno degli alfieri anche a livello mediatico, “alcune voci hanno iniziato a levarsi nel fine settimana per chiederne le dimissioni”, secondo quanto riporta il quotidiano Libération. Tra questi ultimi c’è anche il deputato di centrodestra ed ex sottosegretario Yves Jégo, che chiede al cardinale di fare un passo indietro “per proteggere la sua istituzione” e le cause di cui è sostenitore.

Lione, i preti pedofili e l’arcivescovo che li ha protetti

L’estrema destra, invece, comincia a mobilitarsi per sostenere l’arcivescovo, noto anche per le sue dichiarazioni shock contro il matrimonio omosessuale, e accusa la “lobby Lgbt” di voler “regolare i conti” attraverso questo caso. Sulla vicenda, intanto, la procura di Lione ha ufficialmente aperto un fascicolo a carico di Barbarin, con l’accusa di omessa denuncia e “messa in pericolo della vita altrui”. Un gruppo di tre ex scout che ha denunciato le violenze dopo anni, sostenuto da avvocati, psicologi e anche associazioni cattoliche, mira in alto: vuole le dimissioni del cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, primate delle Gallie, accusato di aver coperto il principale colpevole per 7 anni, dal 2007 al 2014. Sarebbero già 55 le testimonianze “assolutamente credibili” di adulti che frequentavano tra fine anni Settanta e fine anni Ottanta la diocesi lionese e che si sono imbattuti nei preti pedofili. Soprattutto in Bernard Preynat, 71 anni, che il 27 gennaio scorso è finito sotto inchiesta ed ha confessato gli abusi, accusandosi persino di stupri per i quali non era stato chiamato in causa. Per uno degli ex scout che è uscito allo scoperto, Bertrand Virieux, 44 anni, diventato cardiologo, padre Preynat “era un vero e proprio predatore, attaccava soprattutto ragazzini fra gli 8 e i 12 anni, biondini e con gli occhi blu. Come me”.

Le denunce e il pericolo

Il primo a denunciare era stato un suo compagno più giovane, Francois Devaux, 37 anni, che accusa il cardinal Barbarin, il suo capo di gabinetto Pierre Durieux e una serie di altri pezzi grossi della gerarchia cattolica, fra i quali due membri della Curia romana, il cardinal Muller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e il suo segretario, il gesuita Luis Ladaria Ferrer. Il caso è più che bollente, il primate delle Gallie è uno dei cardinali francesi più importanti, ha la fiducia del Papa e l’episcopato di Francia fa blocco attorno a lui ripetendo che “non era arcivescovo di Lione al momento dei fatti”. Ma Barbarin, nonostante le accuse sui preti di Lione piovessero da anni, in particolare da madri di quegli scout vittime di abusi, non rimosse il “predatore” quando, nel 2007, ebbe pubblicamente conoscenza dei fatti. All’epoca, lo giustificano le gerarchie, “era convinto che il prete avesse rotto con il suo passato”. E gli confermò l’incarico in diocesi, con il rischio che continuasse a venire a contatto con bambini. Soltanto nel 2014 arriva la rimozione, dopo che Barbarin ha avuto “la testimonianza diretta di una vittima” ed ha “consultato Roma”. Se l’inchiesta andrà fino in fondo, il card. Barbarin e i suoi collaboratori rischiano tre anni di carcere e 45.000 euro di multa per omessa denuncia di violenze sessuali su minori. In un comunicato, l’alto prelato fa sapere di voler cooperare “con serenità e fiducia”. Sui social network, intanto, dilagano proteste e petizioni contro Barbarin. Una di queste, firmata da molti cattolici, ne chiede apertamente l’immediata rimozione da parte di Papa Francesco. (ANSA). GIT 07-MAR-16 19:02 NNNN

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