Il presunto terrorista dell'ISIS fermato a Mutterstadt

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-08-09

Secondo i media tedeschi l’uomo stava preparando un attentato per l’inizio della Bundesliga, il massimo campionato di calcio tedesco. “Il retroscena sarebbe una minaccia contro l’avvio della stagione”, scrive l’agenzia Dpa. L’uomo sarebbe un profugo siriano, secondo i media

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È un profugo siriano di 25 anni l’uomo fermato in Renania-Palatinato col sospetto di essere un terrorista dell’Isis. Lo scrive, citando proprie fonti, il sito dell’emittente pubblica regionale “Swr”. Il giovane è nato a Damasco ed era arrivato in Germania all’inizio di quest’anno, precisa il sito. L’uomo è stato arrestato venerdì scorso a Mutterstadt, comune di 12.650 abitanti.

Il presunto terrorista dell’ISIS fermato a Mutterstadt

Secondo i media tedeschi l’uomo stava preparando un attentato per l’inizio della Bundesliga, il massimo campionato di calcio tedesco. “Il retroscena sarebbe una minaccia contro l’avvio della stagione della Bundesliga”, scrive l’agenzia Dpa. “Un’indicazione sarebbe venuta da un carcere di Genselkirchen”, riferisce l’agenzia tedesca senza fornire altri elementi in proposito ma precisando che il fermo è stato compiuto “durante un controllo” dai ‘Sek’, le teste di cuoio della polizia.  Non sono stati forniti altri dettagli sul grado di preparazione del piano o sulla natura del progetto né sono state rese note la nazionalità e l’età dell’arrestato né il suo presunto rango nell’Isis, anche se il ministero dell’Interno ha parlato di “alto rango”. Intanto sono in aumento del 31% i rimpatri di migranti arrivati in Germania ma riportati nei paesi di origine, soprattutto per via aerea. Lo riferisce il sito del quotidiano Sueddeutsche Zeitung precisando che queste operazioni di rimpatrio nella prima metà dell’anno sono state 13.743 e sono state compiute “per tre quarti” nei Balcani occidentali, dichiarati paesi di provenienza sicuri. Un numero crescente di espulsioni avviene sotto forma di rimpatri “coordinati” da Frontex, l’Ue o la polizia federale tedesca: nel 2015 questo tipo di operazioni coprivano il 17% totale mentre nel primo semestre di quest’anno la quota è salita al 74%. Aumentano anche le cosiddette “uscite volontarie”: 30.553 persone hanno lasciato la Germania usufruendo del “programma di ritorno” dello Stato federale e delle Regioni. Quasi un terzo (più di 9.000) sono tornate in Albania mentre le altre ha raggiunto di nuovo soprattutto l’Iraq (3.322, in aumento rispetto alle 724 del 2015) e l’Afghanistan (2.305 rispetto a 309). Circa i respingimenti alla frontiera, 255 sono stati motivati con una “minaccia alla sicurezza”, una formula che comprende anche “rischi per la salute” pubblica, riferisce ancora il sito che quindi non consente di desumere quanti siano stati i sospetti terroristi.

L’attentato alla Bundesliga

Secondo gli investigatori l’uomo mirava a un incontro in casa contro il Werder Brema dei campioni di Germania del Bayern, da quest’anno guidati da Ancelotti (le altre partite si disputeranno nel fine settimana e, dai resoconti dei media tedeschi, non è chiaro quale partita della Bundesliga fosse nel mirino). Sulle prime, inoltre, l’agenzia tedesca aveva scritto che il giovane potrebbe essere un miliziano “di alto livello” dell’Isis. Livello di rischio per gli spettatori dell’Allianz Arena di Monaco e reale rango dell’arrestato a parte, la qualifica di “profugo” mediorientale rappresenta un altro colpo per la politica dell’accoglienza coraggiosamente messa in atto dalla cancelliera Angela Merkel contro il vento della chiusura xenofoba che spira in Germania e in Europa, alimentato anche da chi sostiene che fra i migranti si nascondano anche terroristi (peraltro sono appena stati diffusi dati semestrali che indicano come le ‘porte’ tedesche, di fatto, si stanno rapidamente chiudendo). Negli ultimi giorni è emerso che i due rifugiati che hanno perpetrato attacchi in Baviera il mese scorso (l’assalitore con accetta del treno di Wuerzburg e il kamikaze di Ansbach) erano in contatto con cellule dello Stato islamico. Il siriano fermato venerdì era stato accolto in Renania Settentrionale-Vestfalia come profugo e gli erano state prese le impronte digitali e sul suo cellulare e computer sono state rilevate numerose foto di combattimenti in Siria: una “questione centrale per gli investigatori” è capire se siano state scaricate da qualche sito o riprese direttamente.

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