Come hanno preso i complottisti italiani la vittoria di Trump

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-11-09

La vittoria di Donald Trump è stata festeggiata in Italia da una salva di post gentisti che annunciano che ora è il momento per noi italiani di fare la rivoluzione. Da Salvini che vuole mandare a casa Renzi come Trump ha fatto con Obama a Grillo che ci spiega del Vaffa Day americano di stanotte. Donald Trump come il Che, raga!

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«Il popolo americano ha scelto Trump perché è evidente che si sono stufati dei favori alle lobby omosessualiste, all’immigrazione selvaggia, alle guerre di potere»: parole e musica di un complottista qualsiasi preso a caso, uno dei tanti che stamattina esulta dopo la vittoria di Donald Trump. Anche se la maggior parte delle reazioni è tra esultanza e umorismo.
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La grande vittoria della ggente

La festa è comunque appannaggio di tutti (tranne quelli che invece soffrono terribilmente e ci parlano dell’Apocalisse prossima ventura). Sono felici gli sciachimisti, per i quali Trump è il meno peggio. Per Informare per Resistere questa “vittoria richiederà un enorme sforzo e molta analisi – direi a tutti, considerando che nessuno lo dava vincente – , ma la mia consapevolezza di questo probabile evento derivava infatti da un aspetto soltanto: l’erroneità dei sondaggi”
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In Italia a esultare c’è Carlo Sibilia, componente del direttorio M5S:
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Una grande vittoria anche per i gentisti di “dimissioni e tutti a casa” che invitano a votare No al referendum: “italiani, non fatevi riconoscere e date il colpo definitivo”. A cosa? Beh non è che si possono avere tutte le risposte, ma un tre a zero sarebbe un bel risultato, se solo fosse una partita di calcio.
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E ci sono quelli della rivoluzione permanente del 9 dicembre, i Forconi fanno gli auguri al neo presidente degli Stati Uniti e accusano i sondaggi falsi, la stampa bugiarda e “tutto un sistema corrotto e usuario al servizio della strega d’America”. La vittoria di Trump non è altro che lo squillo di tromba che segna l’inizio della rivoluzione. Che sia la volta buona?

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Per motivi tecnici la rivoluzione del 9 dicembre è rinviata ad un 9 dicembre ancora da definire

Una buona occasione, spiega Matteo Salvini, potrebbe essere il voto sul referendum del 4 dicembre: così come il “suo amico Donald” ha mandato a casa Obama allora anche il Capitano della Lega vuole mandare a casa Renzi. E chi glielo spiega a Salvini che Trump non ha affatto mandato a casa Barack Obama?
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Il buongiornissimo di Matteo Salvini

Per Maurizio Gasparri a perdere sono stati, nell’ordine, il politically correct, le unioni gay a tutti i costi (in realtà la situazione americana è diversa da quella italiana), la droga (in realtà in California, Nevada e Massachussets la proposta referendaria sulla legalizzazione della marijuana è passata) il terzomondismo (non è ben chiaro in che modo) e l’assedio di clandestini (ma anche qui le cose sono un po’ diverse). Quello che purtroppo Gasparri vorrebbe dire ma il complotto del politically correct glielo impedisce è che “ha perso un negro”.
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Informare X Resistere (esiste ancora, mentre purtroppo Lo Sai è in stato vegetativo) ci informa che gli americani hanno scelto il male minore, e lo fa utilizzando una vignetta che paragona la Clinton ad una scrofa che allatta i porci come la corruzione, i lobbisti e tante tante cose brutte e cattive.
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Anche uno degli admin di Lo Sai, il cattolicissimo Maurizio Elia Spezia, aka il bisbetico indomabile tiene a farci sapere che con la vittoria dell’imprenditore e finanziere Donald Trump:

ha perso la finanza mondiale, hanno perso i mass media, hanno perso i radical chic, ha perso la sinistra tutta, ha perso la propaganda.
Il popolo americano ha scelto Trump perché è evidente che si sono stufati dei favori alle lobby omosessualiste, all’immigrazione selvaggia, alle guerre di potere, ai finanziamenti da Arabia Saudita & co, delle false promesse, dei Nobel alla pace, dei cattivi rapporti internazionali soprattutto con la Rissia,dell’aborto selvaggio e, diciamocelo, anche dei servizietti di Madonna.

Non poteva naturalmente mancare la previsione dei Simpson. In un episodio andato in onda nel 2000 Lisa Simpson (del futuro) diventa la prima presidente donna degli Stati Uniti e durante una riunione nello Studio Ovale spiega che la precedente presidenza Trump aveva incrementato enormemente il debito pubblico.

Te la do io l’America!1

Ma la figura più divertente l’ha fatta Beppe Grillo che – dopo essersene stato acquattato durante la campagna presidenziale – ha prontamente dichiarato che quello di Trump è un grosso vaffanculo all’establishment (certo, perché Trump è un candidato indipendente e non è un miliardiario):

È pazzesco. Questa è la deflagrazione di un’epoca. È l’apocalisse dell’informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un VAFFANCULO generale. Trump ha fatto un VDay pazzesco.
Questa è la prova che questi milioni di demagoghi non sono le persone, ma sono i giornalisti, gli intellettuali, ancorati ad un mondo che non c’è più. Lo abbiamo visto con il nostro MoVimento. Ci sono delle similitudini fra questa storia americana e il MoVimento. Siamo nati e non se ne sono accorti, perché abbiamo un giornalismo posdatato che capisce quando qualcosa è già successa. Ed è già troppo tardi. Siamo diventati il primo MoVimento politico in Italia e non se ne sono accorti, se ne stanno accorgendo adesso e ancora si chiedono il perché. Andremo a governare e si chiederanno “ma come hanno fatto? hanno raccolto la rabbia ecc. ecc.”.
Di Trump i grandi media hanno detto molte cose simili a quelle che dicono del MoVimento. Ricordate? Dicevano che noi eravamo sessisti, omofobi, demagoghi, populisti. Non si rendono conto che ormai milioni di persone i loro giornali non li leggono più e non guardano la loro tv. Trump ha cavalcato questa roba qua.

insomma la lezione degli USA ci ci insegna che i giornalisti (sempre loro!11) non capiscono nulla e che in fondo Trump è come il MoVimento 5 Stelle. Buono a sapersi.

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