L'invasione degli ultrapolli

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2014-10-22

Uno studio dell’University of Alberta mostra come negli ultimi 50 anni gli animali d’allevamento siano diventati sempre più grandi

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Vox ci racconta di una ricerca svolta dall’University of Alberta, in Canada sull’evoluzione di una delle razze commerciali di polli, i polli Broiler. Secondo il professor Martin Zuidhof, che ha pubblicato uno studio dal titolo Growth, efficiency, and yield of commercial broilers from 1957, 1978, and 2005, le dimensioni dei polli sono aumentate dell’80% dal 1950 ad oggi. Lo studio condotto da Zuidhof ha messo a confronto tre razze di polli, una comunemente usata nel 1957, una del 1978 e una razza commerciale introdotta nel 2005 con il nome di Ross 308. Gli animali usati per la ricerca sono stati nutriti esattamente con gli stessi alimenti e non è stato somministrati loro alcuni tipo di ormone. In questo modo è stato possibile mettere a confronto le differenze genetiche tra le tre diverse linee di pollo. Nella foto si possono vedere chiaramente le differenze: la razza di polli Ross 208 risulta essere quattro volte più grande di quella del 1957.

Le tre differenti linee di polli broiler a confronto (fonte: Vox via Poultry Science)
Le tre differenti linee di polli broiler a confronto (fonte: Vox via Poultry Science)

Zuidhof ci tiene a sottolineare che le differenze non sono il frutto di una manipolazione genetica, insomma i polli non sarebbero polli transgenici, ma è il frutto della selezione dei tratti operata dagli allevatori. Questo genere di selezione è particolarmente efficace nel pollame perché in un periodo molto breve si possono selezionare diverse generazioni e quindi favorire la trasmissione di un particolare tratto genetico risulta molto più semplice che in altre razze di bestiame da allevamento. Lo scopo dello studio è quello di riuscire a trovare un modo per produrre cibo in modo efficiente e sostenibile; i polli broiler attuali infatti sono molto più efficienti nel convertire il mangime in carne, la razza del 2005 è tre volte più efficiente di quella del 1957. Ed in effetti come mostra uno studio dell’USDA, il dipartimento dell’agricoltura USA, negli Stati Uniti il consumo pro capite di pollame è andato sempre crescendo, arrivando a superare quello dei maiale e raggiungendo i livelli della carne bovina (il cui consumo invece è andato calando). Secondo la ricerca dell’University of Alberta, la capacità di riuscire a produrre polli più grandi ha giocato un ruolo importante nella possibilità di offrire una maggiore quantità di carne di pollo sul mercato, nell’abbassamento del prezzo e nell’orientare le scelte dei consumatori.
 
Tabella comparativa nel consumo pro capite di carne di pollo, maiale e manzo. (fonte: ers.usda.gov)
Tabella comparativa nel consumo pro capite di carne di pollo, maiale e manzo. (fonte: ers.usda.gov)

Ma il consumatore che rischi corre a consumare la carne di questi polli? Interpellato a riguardo dall’Huffington Post Zuidhof ha dichiarato che non c’è alcun rischio: “sarebbe come dire che è pericoloso mangiare carote più grandi solo per il fatto che sono più grandi”. Naturalmente bisogna poi tenere conto di come vengono allevati e con cosa questi animali vengono nutriti. Come fa notare Vox alcuni studi però hanno mostrato che polli di quelle dimensioni hanno maggiori problemi di salute, ad esempio per quanto riguarda le ossa, il cuore e il sistema immunitario.

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