Policlinico Umberto I: quando tutto l'ospedale obietta contro l'aborto

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-11-26

L’ultimo medico che non fa obiezione di coscienza va in pensione: le interruzioni di gravidanza vengono sospese?

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Nonostante la legge 194 sia chiara al riguardo (sì all’obiezione di coscienza personale ma il servizio di interruzione di gravidanza deve essere garantito, perciò no all’obiezione di struttura) molti ospedali non garantiscono il servizio di IVG. Molti faticano a garantirlo e il costo delle ideologie è altissimo.
 
OBIEZIONE RESPINTA!
Ieri «un gruppo di donne, tra cui utenti e lavoratrici del Policlinico Umberto Primo, hanno portato all’interno delle mura dell’ospedale la loro indignazione. Un corteo determinato che ha raggiunto la direzione dell’ospedale. Il “caso” ha però voluto che il direttore fosse appena uscito per raggiungere la sede della Regione Lazio». L’incontro è stato rimandato al pomeriggio. «Si denuncia la chiusura del reparto dedicato alle interruzioni volontarie di gravidanza per via del pensionamento dell’unico medico non obiettore. Vergognoso che tutti i medici siano obiettori di coscienza! Libere di scegliere, pronte a reagire, gridiamo forte: “Obiezione respinta, io decido!”».

INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

Abbiamo denunciato che, a partire dal 17 novembre, è stato chiuso il Repartino per l’interruzione volontaria di gravidanza, in seguito al pensionamento dell’unico medico non obiettore. Riteniamo inaccettabile che, disattendendo così alla legge 194, venga chiuso nel silenzio e nell’indifferenza uno dei pochi spazi conquistato con le lotte, che ha assicurato fino ad ora l’I.V.G. Durante il corteo che si è svolto questa mattina abbiamo ottenuto un incontro con il direttore generale, Domenico Alessio, che afferma sorprendentemente di aver saputo solo oggi della chiusura di questo reparto! Ne abbiamo richiesto l’immediata riapertura e l’assunzione di almeno due medici NON OBIETTORI che possano garantire il servizio in modo continuativo, e non soltanto come risposta emergenziale. Il direttore ha riconosciuto di essere obbligato a far rispettare la legge 194 ma di avere difficoltà a far gravare sui fondi regionali la spesa di nuovo personale…noi gli abbiamo chiarito che la salute ed i diritti delle donne non possono e non devono essere ignorati! La riunione ha così concretizzato tali impegni: entro massimo tre giorni, il Repartino sarà riattivato e entro le ore 12 di domani ci comunicherà il nome del primo medico universitario che verrà strutturato per l’assistenza. A breve ci verrà comunicato anche il nome del secondo medico non obiettore per assicurare la stabilità del servizio.
Si è inoltre impegnato a revocare la strutturazione dei 2 medici qualora questi non garantiscano più il servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Monitoreremo l’iter della riapertura di questo reparto e che la scelta dei medici non sia condizionata da relazioni baronali e parentali.

(IoDecido; qui altre foto).
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Ecco il testo del comunicato di oggi dopo l’incontro con il direttore generale Domenico Alessio.
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