«Pizzarotti parla con Renzi, va fermato»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-19

L’agenzia di stampa Askanews riporta una serie di indiscrezioni che riguardano discorsi di Grillo ai fedelissimi: «Il sindaco di Parma vuole spaccare i 5 Stelle e parla tutti i giorni con Renzi»

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Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti “va fermato” altrimenti rischia di “spaccare” il Movimento 5 stelle. È questa l’opinione che si e’ fatta il fondatore del M5s Beppe Grillo sul caso del primo cittadino che risulta sospeso dal Movimento dopo aver ricevuto un avviso di garanzia. Grillo di Pizzarotti non si fida più da tempo, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Askanews. “E’ del Pd, ha contatti quotidiani con Renzi”, ragiona il comico con chi gli è più vicino, apprende Askanews. Per questo, secondo Grillo, Pizzarotti “va fermato”. Il sindaco di Parma ha dieci giorni di tempo per presentare le sue controdeduzioni sulla sospensione dal movimento e starebbe anche pensando di rivolgersi al Tar in caso di espulsione. Una “battaglia” che il Movimento, secondo il fondatore, non puo’ perdere. Dunque Pizzarotti “va fermato”, ripete Grillo ai suoi, perche’ se esce “vincitore” da questa partita il rischio e’ che possa “spaccare” il M5s “dall’interno”.

«Pizzarotti parla con Renzi, va fermato»

L’uscita arriva dopo l’intervista di Alessandro Gilioli de l’Espresso a Virginia Raggi, nella quale la candidata sindaca del M5S ha tranquillamente affermato che se Grillo glielo chiedesse lei si dimetterebbe dal M5S. Interpellata anche oggi dai cronisti sulla questione, la Raggi ha precisato, non nominando direttamente “contratti” e controlli via web, ma tenendo a sottolineare la sua “autonomia”.  “L’ultima parola, se i cittadini dovessero scegliermi come sindaco di Roma, sarà sempre la mia”, risponde la candidata sindaco di Roma del M5S a chi le chiede del ‘contratto’ sottoscritto con il Movimento. Aggiungendo poi la solita stilettata ai predecessori: “Permettetemi, la mia parola conta molto più di quella di tutti gli amministratori che hanno amministrato Roma riducendola al disastro che è”. E ancora Raggi: “Anche se alcuni partiti non avvezzi lo chiamano contratto, io ho sottoscritto con orgoglio un Codice etico che prevede che gli eletti restino coerenti con gli impegni agli elettori. E ne rispondo ai cittadini”. Sì, aggiungono sia Di Maio che la Raggi, è prevista una “multa per chi utilizza il movimento come un tram  o un trampolino di lancio per andare in altri partiti, una multa per chi cambia casacca. E se ci fosse stata e se ci fosse stato il vincolo di mandato, oggi non avremmo un governo a trazione verdiniana o alfaniana”, chiosa Di Maio.

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