Pizzarotti dice che è assurdo fare il sindaco obbedendo alla Casaleggio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-06-25

Il sindaco di Parma all’attacco della Casaleggio, minaccia anche di andarsene

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Federico Pizzarotti è ancora in attesa del responso di Beppe Grillo riguardo la sospensione comminatagli dal MoVimento 5 Stelle. Un paio di giorni fa ha anche scoperto che i grillini hanno organizzato un incontro con i sindaci senza nemmeno chiamarlo. Oggi in un’intervista ad Annalisa Cuzzocrea di Repubblica torna a togliersi qualche sassolino sulla scarpa e, già che c’è, minaccia di andarsene.

Cosa pensa del regolamento romano, con le multe, le decisioni supervisionate dallo staff?
«Non credo abbia senso estenderlo agli assessori perché nel momento in cui sorgono dei problemi il sindaco può già ritirare le deleghe. Credo si cerchi di far passare un messaggio, saggiando con questi documenti la buona volontà e la buona fede dei candidati. Anche l’Italia dei Valori aveva inserito le multe in una certa fase, per poi scoprire che non avevano validità giuridica».
E il passaggio dallo staff?
«Non credo che sottoporre alcune decisioni a uno staff nominato dalla Casaleggio Associati vada bene. Un conto è rimettersi a un’assemblea di eletti o di iscritti, a chi lavora sul territorio e ne conosce i problemi. Un altro far decidere chi è lontano e magari – come nel nostro caso – prende decisioni sulla base di pettegolezzi o dicerie».
Cos’ha pensato quando Chiara Appendino ha detto: “Il sindaco di Torino non può fermare la Tav” come lei disse per l’inceneritore?
«Che è una bella presa di coscienza del fatto che ci sono delle leggi, dei limiti, percorsi che presi in un certo momento non possono essere cambiati. Mi ha fatto pensare anche un’altra frase».

E qui bisognerebbe anche ricordare che la storia non è andata proprio così. Per tutta la campagna elettorale a Parma Pizzarotti ha annunciato grandi idee sull’inceneritore, spingendo i cittadini a far credere che avrebbe agito. L’argomento è stato utilizzato in campagna elettorale da Grillo, in aiuto del candidato sindaco. Soltanto dopo, “studiando le carte” (che un aspirante sindaco avrebbe dovuto studiare prima di promettere), si è reso conto che il Comune non aveva alcun potere per bloccare l’inceneritore. La Appendino non ha fatto campagna contro la TAV per poi dire “Ops, non si può fermare”. Pizzarotti sì.

Quale?
«Hanno detto entrambe di voler essere il sindaco di tutti. Quando lo feci io fui molto criticato. Mi dicevano: devi rispondere a quelli che ti hanno eletto, e invece no. È la differenza che c’è tra stare all’opposizione o in maggioranza».
Ma lei, quanto aspetta ancora?
«Ho teso una mano, a distanza di settimane non è stata raccolta. Questo mi fa capire che non c’entrino le regole, ma che si tratti di persone, forse di personalismi. Ribadisco che se qualcuno ha un ruolo e una responsabilità deve mettere da parte simpatia o antipatia e risolvere la situazione. Se stiamo ancora a delle e mail fredde che vanno avanti e indietro comincio a pensare che non si voglia fare. Che si voglia continuare a ignorarci, chiedendo di farlo anche ai nuovi sindaci».
Quindi?
«Più passa il tempo, più continua il loro silenzio e più mi chiedo che senso abbia rimanere in un posto un posto in cui non ti vogliono».

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