Perché il TAR ha fermato il MUOS in Sicilia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-13

La decisione dopo il ricorso del comune di Niscemi in provincia di Caltanissetta. Le motivazioni della sentenza

article-post

Il Tribunale amministrativo regionale (TAR) di Palermo ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Niscemi in provincia di Caltanissetta contro la realizzazione del Muos, il sistema di comunicazioni satellitari in fase di realizzazione Sicilia. Secondo i giudici il sistema sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini. Il Tar doveva valutare cinque ricorsi unificati in un unico procedimento: due presentati dal ministero della Difesa contro la revoca delle autorizzazioni del Muos e altri tre, invece, proposti dal Comune di Niscemi, dalle associazioni No Muos e da Legambiente per l’annullamento delle autorizzazioni, ritenute illegittime, rilasciate dalla Regione nel 2011.
 
PERCHÉ IL TAR HA FERMATO IL MUOS IN SICILIA
Nella sentenza della prima sezione del Tar di Palermo, presieduta da Caterina Criscenti, si legge: «Lo studio dell’Istituto superiore di sanità costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancor più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla Regione siciliana, Mario Palermo e Massimo Zucchetti». I due esperti, con una loro autonoma relazione allegata allo studio Iss, evidenziano, fra l’altro, che rimangono aperte le valutazioni predittive in campo vicino, per le quali la stessa relazione principale dell’Iss dà atto trattarsi di un campo molto esteso vista la dimensione delle antenne e di non avere a riguardo informazioni specifiche. Inoltre, non sarebbe stata ben indagata nello studio Iss neppure la reale dimensione del rischio alla salute. L’impianto, in corso di realizzazione da parte della Marina militare statunitense, inizialmente è stato avversato anche dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, che aveva sospeso i lavori, in attesa di un’analisi da parte dell’Iss. Arrivate le valutazioni dell’Istituto, la Regione aveva ridato l’autorizzazione all’impianto.
 
LA RELAZIONE DEL PROFESSOR MARCELLO D’AMORE
I giudici amministrativi prendono in considerazione l’analisi sulla pericolosità del Muos condotta dal professor Marcello D’Amore, verificatore nominato dal Tar dopo il ricorso del Comune di Niscemi, e riconvocato il 16 aprile 2014 «con lo specifico compito – spiegano i magistrati – di integrare la precedente verificazione, estendendola allo studio dell’Istituto superiore di Sanità e alle osservazioni critiche dei due esperti Mario Palermo e Massimo Zucchetti». Secondo i magistrati, l’istituto si è basato su procedure di calcolo semplificate che non forniscono accettabili indicazioni nell’ottica del caso peggiore. Il verificatore afferma che le problematiche riguardanti la mappa del campo elettromagnetico irradiato dalle parabole satellitari del Muos in asse, fuori asse e in particolare in prossimità del terreno, il livello del campo elettromagnetico irradiato dalle antenne della base Nrtf nel breve e nel lungo periodo, i possibili effetti causati dall’interazione di aeromobili con il fascio del Muos sono trattate rispettivamente dall’Iss, dall’Ispra e dall’Enav in maniera non esaustiva e come tale suscettibile di ulteriori doverosi approfondimenti. Sulla base dei documenti ora giudicati insufficienti dal Tar, l’assessorato all’Ambiente della Regione Sicilia basò il provvedimento di revoca della precedente revoca delle autorizzazioni, dando sostanzialmente il via libera alla realizzazione del Muos.

Potrebbe interessarti anche