Stop Vivisection: Nature contro la proposta italiana

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-05-07

Kay Davies su Nature ci spiega perché la proposta di abolire la normativa che regola la ricerca e la sperimentazione sugli animali non solo rallenterebbe la ricerca di cure per molte malattie ma indebolisce la stessa tutela dei diritti degli animali da laboratorio

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Nature ha pubblicato un articolo di Kay Davies nel quale l’autrice mette in discussione la proposta tutta italiana di Stop Vivisection che punta mettere fine alla vivisezione. Il comitato promotore ha iniziato una campagna di raccolta firme che ha raggiunto un milione e duecentomila adesioni per la richiesta di abrogazione della direttiva europea 2010/63/EU e l’abolizione della sperimentazione animale in Europa.
https://www.youtube.com/watch?v=sp–uO3Tw7M
L’APPELLO A NON FERMARE LA RICERCA SCIENTIFICA
Lasciando per il momento da parte l’importante distinzione tra sperimentazione animale e vivisezione che il comitato promotore dell’iniziativa finge di non conoscere per puri fini propagandistici mi limito a far notare che la disinformazione di Stop Vivisection si fonda anche su argomenti inconsistenti come ad esempio il fatto che non sia possibile ottenere filmati di quello che accade nei laboratori (ma l’ha scritta Edoardo Stoppa sta roba?) oppure su dati palesemente sballati come:

Cifre in libertà (fonte Stopvivisection.eu)
Cifre in libertà (fonte Stopvivisection.eu)

Quando in realtà i dati sono questi:
Lo scopo degli esperimenti sugli animali a livello europeo (fonte: http://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:d2e73ac5-60d0-11e3-ab0f-01aa75ed71a1.0001.01/DOC_1&format=PDF)
Lo scopo degli esperimenti sugli animali a livello europeo (fonte: http://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:d2e73ac5-60d0-11e3-ab0f-01aa75ed71a1.0001.01/DOC_1&format=PDF)

Dal momento però che non è una semplice petizione ma che si tratta di una ECI (diritto d’iniziativa dei cittadini europei) il superamento del milione di firme certificate consente ai promotori proporre alla Commissione Europea una nuova legislazione. Kay Davies è una ricercatrice dell’Università di Oxord dove dirige il Medical Research Council (MRC) Functional Genomics Unit. Uno degli ambiti di ricerca cui la Davies ha dedicato gran parte della sua vita è la Distrofia muscolare di Duchenne una malattia di per la quale ad oggi non esiste ancora una cura o una terapia. Nel suo articolo in difesa della sperimentazione animale la Davies riconosce che la ricerca e la sperimentazione animale debbano essere regolamentate in modo preciso ma non al punto da impedire il progresso scientifico e la possibilità di ottenere una cura, come potrebbe invece accadere se la mozione di Stop Vivisection riuscisse a cambiare la normativa europea.

It is extremely important that the research is highly regulated and that we have an open and honest discussion about it. As with all research, experiments involving animals should not proceed without the broad consent of society.
It is for this reason that I am worried about the Stop Vivisection European Citizens’ Initiative. The Italian-based initiative wants to scrap animal research in Europe by repealing a European directive that protects animals used for science.

Dopo il triste spettacolo a base di disinformazione scientifica e oscurantismo andato in scena al Senato due giorni fa noi italiani ci facciamo riconoscere ancora una volta per il nostro ruolo di paese-guida nello stroncare sul nascere la ricerca scientifica. E questo lo dice una studiosa che dirige un importante e prestigioso laboratorio dove l’attenzione al benessere degli animali utilizzati non è di secondaria importanza. Il lavoro della Davies ha bisogno del supporto della sperimentazione animale per la convalida di alcuni passaggi teorici ma al tempo stesso il suo team cerca di ridurre il più possibile il ricorso all’utilizzo di topi nelle fasi della sperimentazione.

In my view, technology is continually helping us to reduce the number of animals needed. Already in my lab, we are developing imaging technology that enables us to monitor the response to candidate drugs in mice, so experiments can be shorter, less invasive and use fewer animals. Other advances, such as tissue engineering, stem-cell technology and computer modelling, also show promise for refining the use of animals and providing potential alternatives.

LA NORMATIVA EUROPEA PROTEGGE GLI ANIMALI DA LABORATORIO
Il paradosso è che è proprio la normativa europea che gli animalisti vorrebbero abolire a garantire la difesa dalla qualità della vita degli animali da laboratorio e a sancire la necessità di ricorrere, ove possibile e secondo criteri di certificazione ben precisi, a metodi di sperimentazione alternativi:

While it is desirable to replace the use of live animals in procedures by other methods not entailing the use of live animals, the use of live animals continues to be necessary to protect human and animal health and the environment. However, this Directive represents an important step towards achieving the final goal of full
replacement of procedures on live animals for scientific and educational purposes as soon as it is scientifically possible to do so. To that end, it seeks to facilitate and promote the advancement of alternative approaches. It also seeks to ensure a high level of protection for animals that still need to be used in procedures. This
Directive should be reviewed regularly in light of evolving science and animal-protection measures.

Inoltre la normativa ha introdotto il principio delle tre R che sono Replacement, Reduction e Refinement. Insomma la legge europea mira già alla Sostituzione delle tecniche di sperimentazione animale come scrive la Davies:

It would be wonderful to see the day when we can do experimental medicine in small groups of patients without validation in animals first, but we are not there yet. It is simply too great a risk to patients.

Dal momento che ricercatori e legislatori erano consapevoli che questo traguardo non è raggiungibile in breve termine hanno indicato anche due obbiettivi realistici ovvero la Riduzione del numero di animali utilizzati nelle fasi di sperimentazione (in un numero statisticamente sufficiente e rilevante) e di Affinare le tecniche attuali in modo tale da garantire una minore sofferenza e una maggiore qualità della vita degli animali. Abolire la normativa europea significherebbe lasciare un vuoto legislativo per un tempo indefinito che non solo rallenterebbe la ricerca scientifica ma che anche metterebbe a rischio la vita degli animali utilizzati nei laboratori di ricerca.
 

L'annuncio di Paola Taverna su Facebook
L’annuncio di Paola Taverna su Facebook

Non sono solo i ricercatori stranieri ad avanzare dubbi legittimi sulla proposta di abolire la sperimentazione animale, ieri dopo l’annuncio trionfante su Facebook  della Senatrice-Cittadina-Portavoce Paola Taverna tra le tante persone che hanno manifestato la propria disapprovazione nei commenti c’erano anche dei ricercatori, tra questi Marco S. Nobile (il cui commento è stato rilanciato dalla pagina Facebook Dalle Stelle alle Stalle) e che si occupa proprio dello studio sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
marco nobile paola taverna sperimentazione animale metodi alternativi
Foto copertina via Twitter.com

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