Perché il M5S modifica il regolamento interno

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-07-20

Il Movimento 5 Stelle nasconde la democrazia interna sotto il tappeto e ricorre agli iscritti solo per i click. Questa volta serve per ratificare modifiche al Non Statuto che non sono nemmeno state discusse dall’assemblea degli iscritti (che non si è mai riunita)

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Qualcosa si muove anche all’interno del Movimento 5 Stelle, il partito di Grillo ha infatti deciso di modificare il Non Statuto e il Regolamento. L’annuncio è stato dato sul Blog del Garante del Movimento che a partire da domani 21 luglio ha convocato gli iscritti certificati a partecipare alle votazioni per la conferma delle modifiche. Il procedimento di ratifica da parte degli iscritti (ma dov’è finita la democrazia diretta partecipata?) si concluderà il 25 settembre.
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Modificare il Non Statuto per rendere più facili le espulsioni

Nel post dello Staff del Blog si ribadisce che il Movimento 5 Stelle non è un partito e non intende diventarlo. Per il resto però, come sempre in questi casi, non ci sono molti dettagli su cosa sia stato cambiato del Non Statuto e su chi abbia introdotto gli aggiornamenti che gli iscritti dovranno ratificare, con  un sì o con un no. Al momento il Non Statuto della Non Associazione (così è definita nel documento) è questo qui, ma esiste anche un “Sì Statuto“, che però non è il regolamento ma un altro documento che il Partito fondato da Grillo e Casaleggio si è dovuto dare per mettere in regola il M5S con le norme e i criteri stabiliti dall’Italicum per la partecipazione dei partiti alla competizione elettorale. Non è chiaro però cosa gli attivisti andranno a votare, perché nel post sul Blog è scritto semplicemente che saranno chiamati a confermare “delle modifiche di aggiornamento“. Quali? Non è dato di saperlo. In che modo sono state decise le modifiche? Lo ha fatto – rivelava il Fatto Quotidiano qualche giorno fa – il leader e gli avvocati del Movimento (tra i quali il nipote di Grillo, Enrico). Sono stati coinvolti gli iscritti? No, ma il componente del Direttorio (altro organismo introdotto con atto d’imperio dall’Umile Portavoce) Carlo Sibilia ha fatto sapere che le modifiche al Non Statuto e al Regolamento sono state fatte tenendo conto dei suggerimenti del Direttorio. Quindi l’Assemblea degli iscritti non è stata consultata. Nemmeno in Rete.

Domani 21 luglio 2016 iniziano le votazioni per la conferma delle modifiche di aggiornamento al Non Statuto e al Regolamento del MoVimento 5 Stelle.
Le votazioni inizieranno tra 24 ore a partire dalla pubblicazione di questo post e si chiuderanno il 25 settembre 2016, giorno di chiusura di Italia 5 Stelle 2016 a Palermo. Si chiuderanno anticipatamente, ma comunque non prima del 30 luglio 2016, qualora si raggiunga la partecipazione del 75% degli iscritti. Questo per permettere alla stragrande maggioranza degli iscritti del MoVimento 5 Stelle di partecipare all’aggiornamento delle nostre regole comuni. Sarà possibile votare tutti i giorni, week end compresi, dalle 10 alle 21.
Il MoVimento 5 Stelle non è un partito e non intende diventarlo. Abbiamo poche e semplici regole che vanno rispettate da tutti i membri della comunità.
Ps: Possono votare tutti gli iscritti entro il 1 gennaio 2016 con documento certificato

Attualmente il Movimento nato nel 2009 ha quindi: un Non Statuto che lo definisce una Non Associazione con sede sul blog beppegrillo.it , un Regolamento che stabilisce che l’assemblea si riunisce tramite votazione in Rete e che le votazioni sono indette dal Capo Politico del Movimento (quindi da Grillo stesso che risulta non solo esserne il Garante come vogliono farci credere a giorni alterni Di Maio e Di Battista). Infine c’è un’altra associazione nata nel 2013 della quale fanno parte tre persone: Beppe Grillo, Enrico Grillo, il commercialista di Grillo Enrico Maria Nadasi, inizialmente non figurava Gianroberto Casaleggio. Quest’associazione ha una sede a Genova. Ed a quanto pare è questa associazione ad aver presentato nel 2015, il bilancio alla commissione Garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici. Quindi è vero che il Movimento (quello del 2009) non intende diventare un partito, perché quel partito c’è già ed è l’associazione Movimento 5 Stelle del 2013.  È questa associazione che, da statuto, prevede l’esistenza di un consiglio direttivo, di un’assemblea dei soci (ovvero i tre di cui sopra) e di un Presidente. A questa associazione non sono iscritti gli attivisti espulsi dal Movimento, ma è da questa associazione che vengono prese le decisioni riguardanti le espulsioni. Peccato però che gli attivisti siano iscritti al Movimento (quello fondato nel 2009) e non all’associazione Movimento 5 Stelle del 2013. E guarda caso il Fatto spiegava che le modifiche al Regolamento e al Non Statuto per far fronte alle sentenze dei tribunali di Roma e di Napoli che hanno imposto il reintegro degli attivisti espulsi in vista delle elezioni amministrative. Ed infatti l’espulsione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti è “sospesa” da qualche mese. Perché un conto è espellere e poi essere costretti a reintegrare, un candidato al consiglio comunale, diverso è espellere un sindaco eletto. Evidentemente non è sufficiente il tanto pubblicizzato algoritmo Blockchain per espellere automaticamente gli iscritti. Oppure gli avvocati di Beppe si sono accorti che non è uno strumento utile dal punto di vista legale.

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Il non statuto

Qualcuno ha intenzione di riunire l’assemblea degli iscritti?

C’è infine un’altra questione, sollevata in un’intervista all’Espresso dall’avvocato Lorenzo Borrè. Da qualche tempo Borrè è diventato il massimo esperto delle cause intentate contro il Movimento dagli iscritti espulsi. Ed è proprio Borrè a sollevare il problema dell’assemblea. Nel post che annuncia le votazioni per la ratifica delle modifiche Grillo lascia intendere che la partecipazione alle votazioni online assolva gli obblighi di convocazione dell’assemblea degli iscritti. Ma a quanto pare le cose non sono così semplici.

Per esempio?
“Per esempio la funzione assembleare”.
Non parli in avvocatese.
“L’assemblea è un organo deliberativo, un momento politico imprescindibile.  Sa quante volte si è riunita, l’assemblea dell’associazione del 2009? Mai”.
Le votazioni online non valgono come riunioni di assemblea?
“Secondo me no. Le due cose non sono equiparabili. In assemblea si sta tutti insieme, si può discutere. Sul blog ci sono più che altro dei plebisciti, non delle discussioni: volete espellere questa persona, sì o no? Salvate Barabba o Gesù? Il consiglio di stato, nel 1975, ha stabilito che è nullo uno statuto che preveda la delibera referendaria invece che assembleare”.
E quindi?
“Quindi quando dicono: “adesso modifichiamo lo statuto”, i Cinque stelle ricadono nello stesso errore e dimenticano un particolare”.
Quale?
“Non è Grillo o il direttorio che possono fare modifiche. Serve l’assemblea. Ma, per il codice civile, dovrebbero partecipare almeno tre quarti degli iscritti che oggi sono 120 mila. Dunque dovrebbero esserci 80 mila persone, dire di sì in 40 mila. Ci vorrebbe uno stadio. Ammesso che basti. In una riunione di condominio con 200 persone, già  non si combina niente”
Non si potrebbe delegare?
“Il sistema dei delegati non è previsto. C’è la democrazia orizzontale. Servirebbe una modifica statutaria”.

In primo luogo quindi la mera funzione di ratifica (il quesito sarà del tipo sì o no) non è una decisione assembleare. L’assemblea si deve riunire per discutere e deliberare, non per approvare un testo già pronto preparato dagli avvocati del Movimento (quello del 2013). Da un punto di vista teorico poi non sono Grillo, i suoi legali o il Direttorio a poter fare modifiche allo statuto ma l’assemblea degli iscritti alla quale è necessario partecipi almeno i tre quarti degli aventi diritto (ecco perché Grillo parla della partecipazione del 75%). Certo, nemmeno il PD riunisce in assemblea tutti i suoi iscritti ma il PD – contrariamente al Movimento – prevede nel suo statuto l’esistenza dei delegati, ovvero iscritti che ricevono la delega a rappresentare un certo numero di iscritti. Infine c’è un’ultima importante questione che sa sempre fa da sfondo a tutte le votazioni online del Movimento: chi certifica l’esito delle votazioni? Ad oggi il Movimento non si avvale di nessun organismo di verifica delle procedure di voto. A quanto pare il partito della democrazia in Rete si scontra con problemi molto reali. Peccato che continui a non voleri affrontare.

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