Perché Luigi Manconi non vota la fiducia a Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-25

Un solo senatore del Partito Democratico annuncia il suo no al DDL Cirinnà senza la Stepchild Adoption: «Con lo stralcio dell’art 5 sia stato introdotto un fattore di sperequazione assai grave, non solo e non tanto tra coppie eterosessuali e omosessuali ma in particolar modo tra i figli destinati all’adozione di coppie omosessuali e quelli destinati alle coppie eterosessuali»

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“Credo che dietro la discussione pubblica sui diritti sia sospesa una questione altrettanto importante: la dignità della persona omosessuale. La dignità non può essere parziale o intermittente: è o non è. In questo ddl si affaccia” la questione della dignità “ma non è adeguatamente riconosciuta e legittimata. Per questa ragione, non sostengo questa nuova versione e non partecipo al voto, consapevole che il voto per la conquista per i diritti omosessuali è appena agli inizi”. Lo afferma il senatore Luigi Manconi intervenendo in Aula a Palazzo Madama durante la discussione sul ddl Cirinnà.

Perché Luigi Manconi non vota la fiducia a Renzi

“Ho ritenuto che il ddl avesse il suo motivo ispiratore e più profondo nel richiamo al principio di non discriminazione ma ritengo che con lo stralcio dell’art 5 sia stato introdotto un fattore di sperequazione assai grave, non solo e non tanto tra coppie eterosessuali e omosessuali ma in particolar modo tra i figli destinati all’adozione di coppie omosessuali e quelli destinati alle coppie eterosessuali”. “Dietro questo scelta c’è un approccio culturale che intende negare l’istanza morale che c’è nella domanda di unioni civili – conclude Manconi – C’è una prospettiva che definirei economicista secondo la quale si offre uno scambio tra garanzie patrimoniali in cambio della rinuncia al riconoscimento morale dell’unione civile. Ma questo è esattamente quel riconoscimento che, secondo me, doveva costituire il senso del provvedimento”.
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