Perché la ripresa italiana è selettiva

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-01-04

Sale l’utilizzo degli impianti ma aumentano i fallimenti: il mondo è cambiato dal 2008, impossibile tornare a quei livelli di crescita per gli stessi parametri

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Il Cruscotto congiunturale è una analisi della segreteria tecnica del ministero dello Sviluppo economico — disponibile sul sito sviluppoeconomico.gov.it — che presenta su dati Eurostat con periodicità trimestrale (gli ultimi report sono di dicembre, settembre e giugno 2015) l’evoluzione di un ampio spettro di indicatori statistici sull’economia italiana, con focus specifici alle dinamiche territoriali e al confronto con le principali economie europee. Dario Di Vico sul Corriere della Sera di oggi spiega che i dati suggeriscono che la ripresa italiana è selettiva e debole:

Prendiamo due tabelle che sono contenute nel Cruscotto, quella riferita alle nuove immatricolazioni di vetture (tabella A) e l’altra che fotografa l’andamento del traffico dei veicoli pesanti sulla rete autostradale (tabella B). Sappiamo che sono state le vendite di automobili a tener su il Pil italiano nel 2015 ma stiamo parlando di volumi che viaggiano poco sopra quota 140 mila al mese. Ebbene nel 2008 il mercato italiano valeva poco meno di 240 mila vetture vendute in un mese. Torneremo mai a quei livelli? Sicuramente no. Sarà già un mezzo miracolo se le vendite di vetture resteranno a lungo sui livelli del 2015 ma non recupereremo mai le 100 mila vetture che mancano all’appello. Perché?
Semplice: come si usa dire in gergo «è cambiato il mondo». Si sono affermati nuovi stili di vita legati alla sharing economy, la preoccupazione per i livelli di smog nelle principali città italiane non sembra essere destinata a ridursi solo per le piogge di questi giorni e via di questo passo. Prendiamo la seconda tabella, quella che riguarda i Tir. Nel 2015 abbiamo avuto una incoraggiante risalita del traffico delle merci in autostrada superando la quota di 1.450 milioni di veicoli per chilometri percorsi (lo standard che si usa convenzionalmente)
Se però guardiamo al 2008 il dato era molto più largo: all’incirca 1.700 milioni. Ci torneremo mai? Diciamo che è abbastanza improbabile che avvenga, sarebbe necessaria una crescita cinese vecchio stampo per riprendere il terreno che abbiamo perduto. La morale è abbastanza semplice: dobbiamo abituarci a ragionare dentro un contesto del tutto nuovo nel quale c’è stata una revisione delle gerarchie internazionali dei Paesi industriali, le culture del consumo stanno cambiando, le tecnologie digitali la fanno da padrone in molti ambiti della vita e anche in crescenti porzioni del business.

eurostat ripresa italiana selettiva
Le tabelle dei dati Eurostat pubblicate sul Corriere della Sera (4 gennaio 2015)

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