Perché i paesi arabi del Golfo se ne fregano dei rifugiati siriani

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-09-07

Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita hanno “dimenticato” il dramma dei profughi. Non è vero che i paesi arabi non accolgono i rifugiati siriani; è vero però che i paesi arabi RICCHI non accolgono i rifugiati siriani

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Ora che forse l’opinione pubblica occidentale sta iniziando a prendere coscienza dell’entità del dramma dei rifugiati siriani è tempo di iniziare a farsi qualche domanda sul come possa essere gestita al meglio (perché è scontato che sia un obbligo) la situazione disperata nella quale versano i milioni di cittadini siriani in fuga dagli scontri tra ISIS, esercito regolare fedele al presidente Assad ed altre fazioni in lotta in Siria. La Germania ed altri paesi europei si sono offerti di ospitare quelle decine di migliaia di rifugiati che sono riuscite a raggiungere i confini dell’Unione. Ma questi numeri sono gocce nel mare, visto che le stime ufficiali parlano di oltre quattro milioni di profughi siriani.

I rifugiati siriani nel mondo arabo (fonte: unhcr)
I rifugiati siriani nel mondo arabo (fonte: UNHCR)

CHI ACCOGLIE I PROFUGHI SIRIANI
Ci si chiede quindi quale possa essere il ruolo del mondo arabo nell’accoglienza dei profughi. Come si può vedere dai dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati la maggioranza dei rifugiati siriani si trova ancora nella regione e paesi come Libano, Giordania e Turchia accolgono da soli la maggior parte dei profughi. Ma questo all’Europa non basta perché al di là degli obblighi umanitari sanciti dalla Convenzione del 1951 c’è anche un altro problema: quello culturale e religioso. Molti paesi europei sono infatti restii a “farsi invadere” (ricordiamo che in Europa vivono cinquecento milioni di persone) da persone che professano la religione musulmana. Ciononostante l’Europa sta facendo qualcosa in termini di accoglienza. Non molto c’è da dire, soprattutto se si confrontano le richieste d’asilo accolte dai paesi europei con le presenze in paesi piccoli e decisamente più poveri come il Libano che ne ospita oltre un milione a fronte di una popolazione di poco più di quattro milioni di abitanti.
I numeri dell'accoglienza in Europa, la Germania  ospita 98.000 rifugiati siriani
I numeri dell’accoglienza in Europa, la Germania ospita 98.000 rifugiati siriani, l’Italia poco più
di 2.000 (fonte: UNHCR)

I dati ci raccontano quindi che i paesi arabi stanno facendo molto più della loro parte, e senza dubbio molto più di quello che sta facendo l’Unione Europea i cui governi si muovono lentamente anche per evitare di regalare troppi voti ai partiti della destra xenofoba antieuropeista che ovunque stanno risollevando la testa. Insomma, il problema siriano non è, per gli europei, solo un problema di politia estera e di aderenza ai trattati internazionali ma, naturalmente, una faccenda di politica interna. Questione che deve essere affrontata su due fronti, quello domestico (ovvero di ogni singolo paese) e quello, forse ancora più delicato, delle politiche comunitarie.
 
COSA FANNO I PAESI DEL GOLFO?
Cosa manca al quadro globale? In molti si chiedono (ad esempio Al Jazeera ma anche Washington Post, BBC e New York Times) il motivo del fatto che i paesi ricchi del Golfo (Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita) stiano facendo poco o nulla per aiutare i siriani. La prima spiegazione è che la “colpa” di quello che sta succedendo in Siria è tutta (o in grand parte) dell’Occidente che ha destabilizzato la Regione con gli interventi militari in Iraq e in Afghanistan e non ha saputo dare una risposta tempestiva a quanto stava accadendo in Siria. Una seconda ragione è che questi paesi non hanno aderito alla Convenzione del 1951 e quindi non hanno alcun obbligo di accogliere i profughi (come invece lo hanno i paesi europei). Il che non significa che i siriani non potrebbero tentare di emigrare verso il paesi del Golfo; per farlo però dovrebbero ottenere un visto d’ingresso che i governi sembrano essere molto restii a concedere. Per questo motivo i flussi migratori dalla Siria sono orientanti verso i paesi confinanti e, eventualmente, verso l’Europa. Come si può evincere da questa mappa gli stati più ricchi della Penisola Arabica hanno fatto davvero molto poco per porre rimedio al dramma dei rifugiati siriani.


La situazione stride ancora di più se si pensa al fatto che si tratta di paesi molto ricchi, la cui forza lavoro è in maggioranza straniera (non ci sarebbe nemmeno il problema degli stranieri che rubano il lavoro) e che quindi non avrebbero alcuna difficoltà a poter accogliere coloro che scappano dalla Siria. Insomma dovunque si legge che i paesi del Golfo potrebbero “tranquillamente” ospitare una buona parte dei rifugiati siriani, alleggerendo il carico sulle nazioni che ne ospitano la maggior parte. C’è chi cita, ad esempio, il fatto che l’Arabia Saudita è in grado di gestire l’accoglienza dei milioni di pellegrini che si recano alla Mecca e bolla come “pretestuose” le paure circa la presenza di integralisti tra i rifugiati siriani. La situazione è così imbarazzante da aver ispirato una serie di vignette satiriche come quella apparsa sulla finta pagina di Pogba o questa qui:


Fino ad oggi il coinvolgimento dei ricchi vicini della Siria si è limitato al finanziamento di alcuni campi profughi in Libano e in Giordania, ci si chiede quando gli stati arabi più ricchi inizieranno a fare la loro parte anche perché anche i governi della Penisola Arabica hanno delle responsabilità nella situazione siriana avendo finanziato copiosamente alcune fazioni che si oppongono al regime di Assad.
Foto copertina due rifugiati siriani in Libano via UNHCR

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