Perché è crollato il cavalcavia della Statale 36

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-10-29

La strada crollata doveva essere chiusa. I tecnici stavano aspettando l’arrivo del camion con la segnaletica, ma il ponte è rimasto aperto senza che nessuno fermasse il traffico. I dettagli del cortocircuito che ha portato al disastro

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Poco dopo le 13.30 di ieri un automobilista ha segnalato alla Polizia stradale la presenza di calcinacci sotto al ponte della strada provinciale 49, che passa sopra la superstrada 36 tra Annone Brianza e Cesana Brianza, nel Lecchese. I tecnici dell’Anas hanno subito circoscritto una parte della Milano-Lecco: si viaggiava su una sola corsia. Alle 17.23 il ponte è ancora accessibile quando lo percorre un tir carico di bobine d’acciaio. Sotto il suo peso una porzione del cavalcavia precipita sulla carreggiata sottostante. Nel crollo un’auto rimane sospesa nel vuoto, una cade sulla superstrada, altre due rimangono schiacciate dal tir e dai pezzi del ponte. Il bilancio (provvisorio) è di un morto e quattro feriti: l’autista del tir e un uomo e una donna con il loro bambino.

Perché è crollato il cavalcavia della Statale 36

La strada crollata doveva essere chiusa. I tecnici stavano aspettando l’arrivo del camion con la segnaletica, ma il ponte è rimasto aperto senza che nessuno fermasse il traffico. La Provincia è stata contattata dall’ANAS alle 14,09, scrive il Corriere della Sera:

La chiamata viene trasferita a Lecco e dalla Provincia vengono inviati due cantonieri. Sono loro, appena giunti sul posto, a effettuare un sopralluogo sul cavalcavia insieme agli agenti della Stradale. Il ponte dev’essere chiuso. E i tecnici lo comunicano ai responsabili negli uffici della Provincia, alla quale i cantonieri richiedono l’invio di un camion con la segnaletica per procedere alla chiusura. Nello stesso momento il capocentro dell’Anas, responsabile della tratta, sale in auto e si avvia verso il chilometro 41,200. «Gli agenti della Stradale — chiarisce il direttore del compartimento Lombardia Roberto Campisi — hanno seguito tutte le fasi dell’intervento, erano a disposizione dei tecnici dei due enti proprietari delle infrastrutture e hanno seguito le loro indicazioni. I tecnici attendevano un collaudo degli ingegneri.

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 La situazione era sotto il controllo dei due enti che evidentemente non hanno valutato un imminente pericolo di crollo». Né Anas né la Provincia nel frattempo decidono di bloccare il traffico sulla sovrastante Molteno-Oggiono. Intorno alle 16.40 la pattuglia della Stradale avvisa la Centrale che sono in corso le procedure di Anas e Provincia e che è stato deciso dai due enti di chiudere la provinciale. A quel punto gli agenti vengono inviati a Monza per un intervento urgente, mentre dalla sede della Provincia viene richiesta all’Anas l’emissione di un’ordinanza che formalizzi quanto, nei fatti, già s’è deciso. Il camion con la segnaletica non è ancora arrivato sul posto. E anche l’ingegnere Giovanni Salvatore di Anas è per strada. Sono le 17.23. Dalla segnalazione della caduta dei calcinacci sono trascorse quasi tre ore.

In quel momento arriva il tir e il cavalcavia crolla.

L’inchiesta della procura di Lecco

Sul disastro la procura di Lecco ha aperto un’inchiesta, probabilmente per omicidio colposo e disastro colposo. Una commissione d’inchiesta sarà istituita anche dal ministero delle Infrastrutture. Il viceministro Riccardo Nencini, che si è recato personalmente sul posto affermando che tutte le responsabilità “vanno accertate rapidamente e chi ha la responsabilità porti la pena delle responsabilità”. Di sera il luogo è diventato la meta del triste pellegrinaggio della gente del posto: giovani, anziani, persino famiglie con bambini, venuti a vedere con i loro occhi quanto successo nel pomeriggio al ponte a pochi passi da casa. Erano passate da poco le 17, uno dei momenti di massimo flusso sulla già trafficatissima strada statale 36 che collega Milano a Lecco quando il ponte sulla strada provinciale 48 all’ altezza Annone Brianza è crollato sotto il peso di un tir che trasportava bobine di acciaio. L’autoarticolato e piombato sulla strada sottostante andando a schiacciare una punto rossa, il cui conducente e miracolosamente riuscito a riuscire con le sue gambe dall’auto. Di miracolati parlano anche i soccorritori per la madre il padre e il figlio di pochi anni che occupavano una Toyota nera che secondo le prime ricostruzioni è rimasta sospesa nel vuoto. Miracolato e anche l’autista dell’articolato trasportato in codice giallo all’ospedale di Lecco così come la famiglia che transitava sul ponte.
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L’unica vittima accertata al momento è il conducente dell’Audi bianca, rimasta schiacciata dal crollo del cavalcavia. Sul disastro pesa comunque l’incertezza delle ore precedenti. L’Anas ha più volte ribadito di aver chiesto alla Provincia la chiusura della provinciale SP49 nel tratto comprendente il cavalcavia. “Ma gli addetti della Provincia hanno richiesto un’ordinanza formale da parte di Anas che implicava l’ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas – afferma l’ente – il quale si è attivato subito, ma proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato”. “È stato inoltre accertato che il Tir che è precipitato dal cavalcavia provinciale – conclude la nota – era un trasporto di bobine di acciaio il cui notevole peso non è al momento noto”. La vittima è Claudio Bertini, 67 anni. Abitava a Civate nel lecchese, ed era a bordo di una delle vetture rimaste schiacciate dal ponte precipitato sulla carreggiata sottostante. All’ospedale di Lecco sono stati invece portati l’autista del tir, un bulgaro di 50 anni, e, miracolati, una coppia insieme alla loro figlia di 12 anni.

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