Perché Bruno Vespa ha ragione su terremoto e ricostruzione

di Guido Iodice

Pubblicato il 2016-08-26

Una piccola lezione di economia alla Pepputata Giulia Sarti, che scrive sul suo profilo Facebook questo tragicomico sproloquio: Lo status si riferisce alle frasi pronunciate da Bruno Vespa durante la trasmissione sul terremoto in Centro Italia in cui era ospite anche Graziano Delrio: Qui, checché ne pensi Giulia Sarti, la pietas non c’entra proprio un …

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Una piccola lezione di economia alla Pepputata Giulia Sarti, che scrive sul suo profilo Facebook questo tragicomico sproloquio:
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Lo status si riferisce alle frasi pronunciate da Bruno Vespa durante la trasmissione sul terremoto in Centro Italia in cui era ospite anche Graziano Delrio:

Qui, checché ne pensi Giulia Sarti, la pietas non c’entra proprio un fico secco. Che i terremoti (entro certi limiti e in certe condizioni) rilancino l’economia l’aveva scritto già John Maynard Keynes nel 1936, nella sua Teoria Generale

La costruzione di piramidi, i terremoti, perfino le guerre possono servire ad accrescere la ricchezza, se l’educazione dei nostri governanti secondo i princìpi dell’economia classica impedisce che si faccia qualcosa di meglio.

Keynes viene tutt’ora preso in giro per questo passaggio da blogger ignoranti ed economisti d’accatto, ma i dati confermano esattamente quanto sosteneva. Prendiamo ad esempio il terremoto dell’Aquila (aprile 2009): i dati ISTAT mostrano che proprio in quell’anno, che ricordiamolo è stato il più pesante della crisi che ancora viviamo, il PIL della provincia dell’Aquila, pur calato del 5,2%, è andato meglio di quello nazionale (-5,5%) e molto meglio di quello del resto dell’Abruzzo (-6,6%). Se il terremoto fosse accaduto in un anno come questo, con una crescita nazionale molto modesta, le spese per la ricostruzione avrebbero fatto crescere il PIL aquilano più di quello nazionale. Insomma, anche se il terremoto distrugge una parte delle attività produttive e quindi di per sé fa male all’economia, poi le spese della ricostruzione, assistenza, ecc. creano maggiore crescita.
Ovviamente la Sarti fa bene a dire che è meglio prevenire. In quel caso la maggiore domanda aggregata data dalle spese per gli investimenti (ristrutturazione di edifici, allargamento delle strade, ecc.) ha un effetto netto maggiore perché non c’è l’effetto negativo dato dalla distruzione. Ma una volta che la distruzione c’è, e che si è fatto l’errore di non prevenire, dire che il terremoto può essere un’occasione di maggiore crescita non è sbagliato, è perfettamente realistico.
 

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