Perché bombardare ISIS aiuta AL Qaeda

di dipocheparole

Pubblicato il 2014-09-25

I punti deboli dello Stato Islamico sono maggiori di quelli dell’organizzazione di Bin Laden. Che potrebbe trarre vantaggio dall’azione degli alleati. E tornare a essere una minaccia per il territorio americano

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Vox pubblica oggi un Q&A nel quale spiega perché bombardare l’ISIS aiuta oggettivamente Al Qaeda in Siria e in Iraq. E fa capire anche il motivo per cui il governo USA ha spostato l’obiettivo verso i khorasan durante i bombardamenti di ieri e oggi. Con ogni probabilità infatti l’amministrazione Obama è preoccupata che al-Qaeda abbia da guadagnare dagli attacchi americani contro ISIS. Perché bombardare ISIS, che è una delle forze in campo, non fa altro che rinforzare Al Qaeda.

Dove prende i soldi l'ISIS
Come si finanzia l’ISIS (infografica del Corriere della Sera)

 
PERCHÉ BOMBARDARE ISIS AIUTA AL QAEDA
ISIS e Al Qaeda sono in guerra tra loro. Non su un fronte vero e proprio, anche se i gruppi hanno combattuto sul campo nel 2013 in Siria, dove l’ISIS ha vinto. La prima guerra è assolutamente ideologica e riguarda la leadership del movimento jihadista globale. Tutto parte dall’Iraq, scelto come fronte simbolico dai terroristi dell’11 settembre: qui Al Qaeda decise di fondare un califfato nel 2006, o meglio: fu il suo ramo iraqeno a prendere una decisione che non piacque alla Base, perché i capi pensavano che la scelta fosse prematura. A quel punto i rapporti tra testa e braccio del network jihadista si sono deteriorati, e questo non ha potuto che favorire ISIS. Da allora i gruppi si dividono e si litigano le reclute e la bandiera di minaccia globale all’Occidente, in una competizione senza fine. ISIS non può essere certo sconfitto soltanto con i bombardamenti, ma ogni danno alle strutture dello Stato Islamico rappresenta un vantaggio per Al Qaeda. I bombardamenti americani poi di fatto spingono alle defezioni da ISIS verso Al Qaeda anche perché lo Stato Islamico agli occhi degli estremisti ha il merito di essere riuscita a creare, al contrario dei “nemici”, un califfato in Iraq.
 

LA QUESTIONE DEI PUNTI DEBOLI 
Poi c’è la questione dei punti deboli. ISIS è un movimento che ha trovato la sua fortuna stando al posto giusto nel momento giusto, ovvero infilandosi in uno spazio lasciato libero dagli americani sfruttando le debolezze di Al Qaeda. Ma non ha mai dimostrato di saper andare più in là dei confini nazionali, se non facendo appello alle forze del Jihad nel mondo. Inutile dire che da questo punto di vista Al Qaeda la supera. Sia per quanto successo negli ultimi quindici anni, sia per l’attualità. Colpire gli Stati Uniti è una componente chiave della strategia di Al Qaeda. ISIS desidera solo spingerli fuori dai confini dell’Iraq. Per ora. Tutto ciò, argomenta Vox, pone una questione politica piuttosto triste: gli interessi dell’America vanno a cozzare con le aspirazioni umanitarie degli americani in Siria. Al Qaeda gode di vantaggi rispetto a ISIS perché è meno brutale e forse più intelligente. L’indebolimento di ISIS ridurrà la minaccia nei confronti di iracheni e siriani, ma potrebbe finire per avvantaggiare Al Qaeda. Che così potrebbe tornare ad essere un pericolo maggiore per il territorio americano.

Leggi sull’argomento: Dove prende i soldi ISIS (e perché Obama sta andando a letto con il nemico)

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