Pensioni, la beffa della rivalutazione dei contributi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-07

Il PIL decresce e gli assegni perdono il 16% in sette anni, -4.5 soltanto nel 2014.

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Il Pil sprofonda e porta giù anche le pensioni. Tobia De Stefano su Libero di oggi ci spiega che per la prima volta la rivalutazione dei contributi, che è legata alla crescita, è negativa. Negli ultimi 7 anni i nostri assegni hanno perso il 16%. In 7 anni, infatti, tra il 2008 e il 2014 avremmo dovuto avere una crescita del Pil reale del 10,984% e invece la rivalutazione
deimontanti contributivi è stata del – 4,541%:

E ora è arrivatala doccia gelata anche sui contributi che ogni anno versiamo per ritrovarceli poi negli assegni che ci accompagnano dopo la vita lavorativa. In sostanza, come ricostruisce il Sole 24Ore, il ministero del Lavoro e l’Inps hanno inviato alle Casse di previdenza e al ministero dell’Economia una lettera dove chiariscono che il tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione del montante del 2014 è negativo: pari al-0,1927%. Cosa significa? In soldoni che quanto abbiamo accantonato (il montante appunto) anziché rivalutarsi si svaluta. E così chi al 31 dicembre del 2013 aveva accumulato 150 mila euro di contributi sconterà un taglio di 289 euro (150.000 x0,1927:100), chi ne aveva messi da parte 100mila euro registrerà una perdita di 192,mentre chi poteva vantare un importo da 50 mila euro si ritroverà con una sforbiciata da 96. Una beffa che va ad aggiungersi al danno, cioè al fatto che al netto dell’inflazione le pensioni contributive hanno già perso potere d’acquisto.

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La tabella di Libero su pensioni e rivalutazione dei contributi, 7 novembre 2014

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