PD, senatori contro Renzi a confronto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-07

Lucrezia Ricchiuti e Corradino Mineo spiegano i motivi del loro ok allo Sblocca Italia

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Sono entrambi senatori del Partito Democratico, sono entrambi contro il segretario Matteo Renzi e sono entrambi critici nei confronti del governo. Eppure Lucrezia Ricchiuti e Corradino Mineo hanno usato parole completamente diverse per spiegare perché hanno votato la fiducia al governo sullo Sblocca-Italia ieri. La Ricchiuti si pente, Mineo accusa i Cinque Stelle. Questa è la spiegazione della Ricchiuti:

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L’intervento di Lucrezia Ricchiuti su Facebook per spiegare il suo ok a Renzi

E questa è una parte della spiegazione di Mineo:

Dell’ultima versione del “rottama Italia” i senatori del Pd non hanno trovato il tempo di discutere. Avrei voluto sollevare la questione all’assemblea di deputati e senatori, ma Renzi è arrivato tardi, ha parlato molto e il dibattito è stato “rinviato”. Non mi restava che una solitaria dissociazione, un altro non voto dopo quello sul jobs act. Non proprio un gran scelta! Perché quando si nega la fiducia al governo – e al Senato la maggioranza può contare su pochi voti di scarto- bisognerebbe manifestare un progetto alternativo, almeno un’idea su cosa fare dopo. Purtroppo le contraddizioni dell’opposizione interna al Pd sono note e gli appelli a definire una comune linea di resistenza hanno finora trovato scarsa eco. Ho comunque scritto a Zanda, capo gruppo del Pd, che non avrei preso parte al voto di fiducia.
Poi è arrivata la gazzarra dei 5 Stelle. Si sono imbrattati il volto e le mani da clown – di nero petrolio anziché di bianca cipria- e tra urla, strepiti e facce feroci hanno bloccato il varco che consente ai senatori di votare. È allora che un galantuomo come Sergio Zavoli mi ha ricordato, con ragione, il suo “Nascita di una dittatura 1922 -1926”. Perché, se ne rendessero conto o no, quei senatori a 5 Stelle si stavano comportando da squadristi! Il loro oltraggio al Parlamento mi è parso la conseguenza logica di parole d’ordine che soffiano sull’invidia e sul disprezzo sociale (siete “morti”,”venduti”, “ladri”), e in linea con l’atteggiamento totalitario di chi rifiuta di allearsi e fa proposte solo per farsele bocciare, inscenare gazzarre, riprenderle e mandarle in onda. Così li ho guardati e ho gridato: “sì”. Perché un decreto legge si può sempre correggere o abrogare, ma se cedi la prima volta allo squadrismo cederai poi molte volte.
So bene che tra gli elettori a 5 stelle ci sono molte persone per bene, e che anche tra i loro parlamentari ce ne sono. Ma che si ribellino anche loro! Davvero non capiscono che queste pagliacciate aiutano il potere? Che il populismo di opposizione corrobora e giustifica quello di governo?

Chi sono i senatori contro Renzi del PD

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L’infografica di Repubblica sui tre dissidenti PD

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