Paolo Berdini pronto a lasciare con Luca Bergamo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-09-05

I due sono decisi ad andare fino in fondo dopo il caso Muraro. O dimissioni dell’assessora o passo indietro

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La giunta Raggi potrebbe a breve perdere altri pezzi, ma molto dipenderà da come finirà la partita di Paola Muraro. La notizia dell’indagine nei confronti dell’assessora all’ambiente ha scosso la giunta così come le dimissioni di Marcello Minenna, tanto che adesso traballano pericolosamente altre due poltrone. Quella di Paolo Berdini, come già si sapeva visto che il responsabile all’urbanistica aveva detto in tempi non sospetti di non essere un garantista e che in caso di indagine la Muraro avrebbe dovuto togliere le tende, e quella di Luca Bergamo, assessore alla cultura:

Raggi si è data una settimana per ricomporre la squadra e battere la crisi dopo i cinque addii (oltre a Minenna anche il capo di gabinetto Raineri, l’amministratore unico di Ama Solidoro più i vertici di Atac). Le prime due sostituzioni sono arrivate velocemente (ieri De Dominicis, due giorni fa Manuel Fantasia all’Atac), ma è oggi la verifica della tenuta politica dell’amministrazione: alle 17, accompagnata dalla sindaca, l’assessora all’Ambiente Paola Muraro (indagata dalla procura per abuso d’ufficio e violazioni ambientali) sarà ascoltata dalla commissione Ecomafie sui rapporti con Ama nella lunga (e con testata) fase che l’ha vista consulente.
E’ la sorte di Muraro a tenere col fiato sospeso Raggi e la giunta, che potrebbe perdere altri pezzi. All’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, infatti, si sarebbe aggiunto pure Luca Bergamo, l’assessore alla Cultura: entrambi sarebbero pronti al passo indietro nel caso in cui su Muraro fosse confermato il faro della Procura. Cioè quei «deficit di trasparenza e legalità» già causa delle dimissioni di Minenna e Raineri.

 
giunta raggi 1
Intanto sul Corriere della Sera Roma Sergio Rizzo, che tanti elogi aveva dedicato ai 5 Stelle prima che vincessero le elezioni, in questi mesi sta scoprendo quello di cui molti si erano accorti da un pezzo: ovvero che a livello locale si gestisce il M5S esattamente come a livello nazionale.

C’è però una circostanza, ancora più dei fatti di questi giorni, che deve turbare chi ha creduto nella svolta politica della capitale. In questa gestione del Campidoglio non è rispettato uno solo dei principi che dovrebbero fare del Movimento 5 stelle qualcosa di diverso dal decrepito mondo della vecchia politica. Da due mesi, quando la nuova giunta grillina si è insediata, assistiamo a manovre di corridoio in tutto e per tutto identiche a quelle cui ci hanno da sempre abituati i partiti tradizionali. Al punto che certi commenti, come quello del vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che dà la colpa del disastro alle lobby, fanno tenerezza. Manovre all’insegna della più assoluta mancanza di trasparenza. Dove la tecnica dello streaming viene usata solo nei confronti dei presunti nemici: vedi l’agguato in diretta facebook all’ex amministratore dell’Ama, Daniele Fortini. Per episodi come il golpe contro Carla Romana Raineri non ci sono invece telecamere, ma versioni ufficiali tipiche della più infantile disinformazione.

Benvenuto nel 2016, Rizzo.

Leggi sull’argomento: Chi ha aiutato Virginia Raggi a scegliere Raffaele De Dominicis come assessore?

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