Paolo Berdini non vuole i camion bar (e i Tredicine) in Centro

di dipocheparole

Pubblicato il 2016-11-17

L’aula del Campidoglio ha votato la mozione pro-Tredicine che non è piaciuta all’assessore Meloni. E oggi un altro assessore, Paolo Berdini, in una lunga lettera al Corriere della Sera parla di una battaglia di civiltà da cominciare per il Centro della città dove «i camion bar dove, come è noto, prosperano un paio di famiglie …

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L’aula del Campidoglio ha votato la mozione pro-Tredicine che non è piaciuta all’assessore Meloni. E oggi un altro assessore, Paolo Berdini, in una lunga lettera al Corriere della Sera parla di una battaglia di civiltà da cominciare per il Centro della città dove «i camion bar dove, come è noto, prosperano un paio di famiglie proprietarie di un numero imponente di licenze». Spiega Berdini:

Occorre affrontare le conseguenze della liberalizzazione degli esercizi commerciali. Fino a tre decenni fa semplici regole di cultura liberale – il fatto ad esempio che due categorie merceologiche identiche non potessero essere autorizzate se non ad una certa distanza l’una dall’altra – sono state travolte dalla cultura delle «lenzuolate» liberalizzatrici: in virtù di questa pseudo cultura oggi chiunque può aprire il negozio che vuole dove vuole, anche una paninoteca a pochi passi dal colonnato di piazza San Pietro. Questi due progetti non sono di breve periodo poiché occorre mettere in campo politiche complesse che hanno bisogno di tempi adeguati. Ma Roma non può aspettare e per risolvere l’emergenza occorre affrontare quattro questioni riconducibili al ripristino delle regole: non possiamo continuare a lasciare il centro storico più importante del mondo agli appetiti di potentati che operano indisturbati.
Il primo aspetto riguarda lo sconcio del «tavolino selvaggio». L’appello all’Unesco di tanti intellettuali e associazioni culturali suggerisce di prendere a modello i regolamenti commerciali di altre città e c’è aggiungere che anche a Roma stava per vedere la luce un regolamento apprezzabile. C’è insomma ampio panorama perché non è ammissibile l’attuale anarchia. Il secondo aspetto riguarda la vicenda dei camion bar dove, come è noto, prosperano un paio di famiglie proprietarie di un numero imponente di licenze. Il dilagare dei chioschi è un aspetto decisivo del degrado e va affrontato senza indugi perché spuntano in ogni dove, in ogni piazza meravigliosa. Anche in questo caso senza regole. È ora di affrontare anche il problema del dilagare delle auto a noleggio con conducente che stazionano nelle piazze più fragili per ore senza apparenti regolamentazioni, anche qui a differenza di tante altre città italiane.E infine la questione principale, quella dei bus turistici.

paolo berdini luca bergamo
Insomma, Berdini, come Meloni, è chiarissimo e puntuale nell’analizzare i problemi e proporre soluzioni:

In ogni altra città i pullman vengono lasciati fuori dai luoghi sensibili mentre da noi si convive con un assedio quotidiano: non c’è infatti un lembo del centro storico che non sia utilizzato per soste prolungate che bloccano la viabilità e mettano a repentaglio la salute dei cittadini. Circa trenta anni fa, Adriano La Regina affermò «o le auto o i monumenti» e si mise in moto una vasta azione culturale che portò alla limitazione del traffico nell’area dei Fori. È venuta l’ora di affermare «o i pullman o la vita urbana» promuovendo il definitivo e irrevocabile allontanamento dei torpedoni dal centro.

La maggioranza grillina in Campidoglio avrà capito l’antifona?

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