Paola Taverna e la storia di Stefano Vignaroli nello staff della Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-07-20

La senatrice oggi esce allo scoperto sulle scelte del direttorio che aiuterà la sindaca di Roma. E quando le parlano del “fidanzato”…

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Ieri abbiamo parlato dell’entrata di Stefano Vignaroli nello staff di Virginia Raggi e di come i giornali accusassero quest’ultimo di essere entrato in quanto compagno di Paola Taverna; abbiamo anche ricordato come qualche tempo fa Vignaroli avesse detto su Twitter di essere omosessuale. Oggi però la stessa Taverna, in un’intervista a Repubblica, non nega che tra i due ci sia un rapporto, anche se in modo piuttosto felpato:

Senatrice, l’ingresso nel mini-direttorio del M5S romano del deputato Vignaroli, a lei legato sentimentalmente, sta rinfocolando le accuse di parentopoli grillina…
«Ho 47 anni e un bimbo piccolo, non mi piace parlare della mia vita privata. Stefano è vicepresidente della commissione parlamentare sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, ha combattuto per anni contro Cerroni (storico patron di Malagrotta, ndr). È vergognoso svilire una persona che ha dato tanto al Movimento: una frequentazione o un legame non possono cancellare i meriti di una persona. Alla mia età so bene che i rapporti iniziano e finiscono…».

stefano vignaroli paola taverna

Il mini-direttorio continuerà a lavorare a fianco della sindaca di Roma?
«Ne sono sicura. Siamo un organo di raccordo tra il Comune e le altre istituzioni, su tutti i temi, dai rifiuti ai migranti fino alla tutela degli animali. Ci occupiamo di fondi europei, di fare interpellanze, trovare informazioni, dare consigli. E quando ci sono da fare delle nomine diamo anche qualche consiglio…».
La polemica su Vignaroli che fa carriera come suo fidanzato l’ha infastidita?
«Non me ne frega niente. Io lavoro, testa bassa e pedalare. So bene con quali sentimenti e con quale limpidezza mi pongo nei confronti di chi ci ha votato».

La questione di Vignaroli era aperta perché in molti lo accusavano di far parte della Parentopoli M5S. Ed è ovvio che se prima le accuse di favoritismi personali cadevano, con la puntualizzazione della Taverna tornano d’attualità e perfettamente valide.

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