La Panda di Marino ancora in divieto di sosta

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-11-13

La foto sul Corriere e ieri alle Iene

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La Panda di Ignazio Marino è ancora in divieto di sosta. La foto pubblicata oggi dal Corriere della Sera sotto casa del sindaco di Roma (e mostrata anche ieri sera nel servizio delle Iene) mostra l’automobile finita nella polemica per i permessi ZTL parcheggiata su un marciapiede martedì sera in una via (quella dove abita il primo cittadino) dove c’è il divieto di sosta.

panda marino divieto di sosta
La Panda di Marino parcheggiata in divieto di sosta sotto casa del sindaco (Il Corriere della Sera, 13 novembre 2014)

La scena raccontata dal quotidiano:

E qualcuno gli ha immediatamente scattato le foto, finite subito sulla rete. Non solo. Lì c’erano anche le telecamere delle Iene, che ieri sera hanno mandato in onda il servizio. C’è Marino che rientra a casa, su una macchina di servizio del Campidoglio. E, parcheggiat asu un lato, c’è la sua Panda, sotto ad un cartello di divieto di sosta «permanente». Telefonini,foto, telecamere. Fino a che,dopo una mezz’ora circa, arriva un uomo (incaricato dal sindaco?) che sale sull’auto e la sposta, poco prima che arrivassero i vigili urbani. L’auto è quella col pass Ztl per il centro che,con ogni probabilità, usa spesso la moglie del primo cittadino,la signora Rossana Parisen Toldin, padovana di Monselice.

Lei, raggiunta telefonicamentedal Corriere, non nega:

«Non voglio essere scortese, ma non voglio essere intervistata. Tanto sapete già tutto…». Non ci vuole aiutare a capire chi guidava l’auto, quando sono state prese quelle multe? «Non avete bisogno del mio aiuto. Usate le vostre risorse sui giornali per trattare temi più importanti». Gentile, ma ferma. Anche se chi guidava l’auto non è un dettaglio. Marino, chiedendo il pass (pagato, tra l’altro, dal Comune)come sindaco «per lo svolgimento dell’attività istituzionale» è come se avesse«eletto» la Panda ad auto di servizio. E i familiari (a meno che non accompagnino il sindaco ad appuntamenti pubblici) non potrebbero neppure salirci a bordo, figuriamoci guidarla.

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