Panama Papers: il dossier sui soldi offshore dei potenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-04-03

La più grande fuga di notizie mai accaduta, 1.500 volte la dimensione dei file resi pubblici da Wikileaks. 11 milioni di documenti che sono stati ottenuti da un informatore segreto dello studio legale Lenville Overseas, con sede a Panama, che ha gestito e gestisce le fortune offshore dei grandi del mondo

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La più grande fuga di notizie mai accaduta, 1.500 volte la dimensione dei file resi pubblici da Wikileaks. È il dossier Panama Papers: 11 milioni di documenti che sono stati ottenuti da un informatore segreto dello studio legale Lenville Overseas, con sede a Panama, che ha gestito e gestisce le fortune offshore dei grandi del mondo. Nelle carte figura anche il presidente russo Vladimir Putin. Lo studio legale di Mossack Fonseca ha aiutato i suoi clienti a evadere le tasse, riciclando denaro e facendo confluire i soldi di capi di stato e miliardari nei paradisi fiscali. I documenti sono stati inviati a partire dal 2015 da un informatore alla Suddeutsche Zeitung che li ha condivisi con i 107 giornali di oltre 70 Paesi che fanno parte dell’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ).  Si tratta della più grossa fuga di documenti riservati della storia: 11,5 milioni di pagine e 2,6 terabytes di dati trafigati dal database della societa’.

Panama Papers: il dossier sui soldi offshore dei potenti

I documenti mostrano collegamenti con 72 tra attuali e ex capo di stato. Nei file sono contenuti i dati dei conti segreti off-shore collegati alle famiglie o a personaggi vicini all‘ex presidente egiziano Hosni Mubarak, all’ex leader libico Muammar Gaddafi e al presidente siriano Bashar al-Assad. A fare notizia, come evidenziano i titoli di Le Monde e il Guardian, tra i 107 media che hanno ottenuto i documenti, i file che riguardano Putin. Secondo quanto si legge, scrive anche Bbc, emerge un giro di riciclaggio di denaro che coinvolge anche la banca russa Rossiya e dignitari del circolo più ristretto del presidente russo. Si tratta di almeno due miliardi di dollari nascosti nei paradisi fiscali. Banca Rossiya, che è sottoposta alle sanzioni di Usa e Ue, ha condotto il giro di denaro, secondo i documenti che rivelano come ha operato.
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I soldi sono stati veicolati tramite compagnie offshore, due delle quali sono ufficialmente di proprietà di uno dei migliori amici di Putin. Il violoncellista Sergei Roldugin che conosce il presidente russo sin dall’adolescenza ed è stato padrino della figlia Maria. Nei dati del Panama Papers, in cui Putin non viene mai nominato, emerge che Roldugin ha accumulato una fortuna personale di milioni di dollari di profitti da affari poco chiari. “La compagnia è una società di facciata per coprire principalmente l’identità e la segretezza dell’ultimo beneficiario e proprietario dell’azienda”, scrive Bbc. La scia parte da Panama, passa attraverso la Russia, la Svizzera e Cipro, incluso un resort dove la figlia più giovane di Putin, Katerina, si è sposata nel 2013.  Interrogato sulle sue responsabilità Mossack Fonseca si è difeso sostenendo di aver offerto questi servizi attraverso 14.000 intermediati, grandi banche, studi legali, fiduciari.
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Citati anche dirigenti sportivi sudamericani già comparsi nello scandalo Fifa, come l’ex vicepresidente del calcio mondiale Eugenio Figueredo e suo figlio Hugo, nonché l’uruguaiano Juan Pedro Damiani, del comitato etico della stessa Fifa. Il nome di Messi viene collegato ad una società con sede a Panama denominata Mega Star Enterprises Inc. e creata nel 2012 – apparentemente per sottrarre capitali al fisco – da Mossack Fonseca.

Gli italiani nei Panama Papers

L’informatore ha iniziato nel 2015 a far uscire il materiale, destinazione la Suddeutsche Zeitung che li ha quindi condivisi con i 107 giornali di oltre 70 paesi che fanno parte dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij) e di cui fa parte anche L’Espresso. Ed ecco svelate le vie battute dalle fortune dei familiari del leader cinese Xi Jinping, del presidente ucraino Petro Poroshenko, del re saudita Salman bin Abdulaziz al Saud, dei premier di Islanda e Pakistan per sfuggire alla mannaia del fisco. Ma nelle carte figurano nomi come quello del presidente russo Vladimir Putin e del premier britannico David Cameron, quello del pallone d’oro Leo Messi e dell’attore blockbuster Jackie Chan. Ma anche italiani. Sono almeno 800. E tra questi spicca Luca di Montezemolo. Scrive l’Espresso:

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Vladimir Putin, Leo Messi, David Cameron, Jackie Chan: alcuni nomi tra i Panama Papers

Intanto va segnalato che nelle carte ricorrono i nomi di due grandi istituti di credito italiani come Unicredit e Ubi. Non solo. I file panamensi aggiungono particolari inediti su vicende giudiziarie come il caso dell’eredità di Nino Rovelli, il re della chimica anni Settanta. E negli stessi documenti segreti compare anche il nome di Giuseppe Donaldo Nicosia, sotto inchiesta a Milano per frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Un’inchiesta in cui è coinvolto anche l’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, che sta scontando in carcere una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il Guardian si concentra in apertura della sua edizione online solo su Putin, che viene ritenuto coinvolto indirettamente attraverso la figura di Sergei Roldugin: un musicista, indicati fra i migliori amici del presidente russo e padrino di una delle sue figlie, che sarebbe il terminale almeno nominale di uno spostamento di due miliardi di dollari partiti da Bank Rossya, un istituto di credito guidato da Yuri Kovalciuk, che gli Usa sostengono essere una sorta di banchiere del Cremlino, indirizzati verso Cipro e il paradiso off-shore delle Isole Vergini Britanniche. Sospetti che peraltro il Cremlino respinge come una montatura, assicurando che la Mosca ha i mezzi per difendere in sede legale la reputazione di Putin. Altri media coinvolti nella rivelazione di questi leaks allargano da parte loro il campo delle personalita’ al centro dei sospetti. Personalita’ fra cui figurano esponenti dello spettacolo e dello show business, accanto a criminali e trafficanti, ma anche altri leader politici o persone a loro vicine. Haaretz, oltre a soffermarsi su businessman e personaggi pubblici israeliani, cita ad esempio aziende che secondo le carte dello scandalo farebbero riferimento ai capi di governo di Islanda e Pakistan. E inoltre somme sottratte al fisco da familiari di Xi Jinping, dal re dell’Arabia Saudita o da suoi figli, dalla famiglia del presidente filo-occidentale ucraino Poroshenko. Nei documenti anche società che sarebbero riconducibili a 33 sigle o individui inseriti nella lista nera degli Usa, per connessioni con i signori della droga messicani, con organizzazioni definite terroristiche come gli Hezbollah sciiti libanesi e con Stati come Corea del Nord o Iran.

Tutti i numeri dei Panama Papers, la più grande fuga di notizie nella storia della finanza

* 11,5 milioni (2,6 terabyte) – i documenti segreti analizzati dai giornalisti per oltre un anno.
* 307 – i giornalisti di tutto il mondo che si sono occupati dell’inchiesta riuniti nell’International Consortium of Investigative Journalists.
* 76 – i Paesi dai quali provengono i reporter.
* 140 – tra politici, personaggi famosi, imprenditori e sportivi o persone a loro vicine citate nei documenti segreti.
* 12 – i leader politici tra re, presidenti e primi ministri coinvolti dallo scandalo
* 33 – tra persone e società citate nell’inchiesta sono inserite nella ‘lista nera’ degli Stati Uniti per legami con il terrorismo.
* 214.000 – le società offshore che compaiono nei file, legate a oltre 200 paesi diversi.
* 38 anni – dal 1977 al 2015, gli anni ai quali fanno riferimento i documenti.
* 14.000 – i clienti dello studio legale di Panama Mossack Fonseca, al centro dello scandalo, che ha uffici in 42 paesi in tutto il mondo e 600 impiegati.

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