Padoan, l'OCSE e l'opposizione alla testimonianza a Trani

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-09-25

Il portavoce del ministero dell’Economia litiga con Giorgio Meletti del Fatto su Twitter

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Un articolo del Fatto Quotidiano a firma di Giorgio Meletti ha creato un po’ di sconquasso al ministero dell’Economia. Nel pezzo si afferma che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva opposto l’immunità diplomatica per una convocazione al processo di Trani contro Standard and Poor’s:

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan dovrà testimoniare il prossimo 19 novembre a Trani nel processo contro la società di rating americana Standard and Poor’s, accusata di aggiotaggio per i suoi interventi del 2011-2012 sulla solidità dei conti pubblici e quindi dei titoli di Stato italiano. Padoan,che all’epoca era capoeconomia dell’Ocse, aveva opposto alla convocazione l’immunità diplomatica di cui godono i dirigenti di organismi internazionali come l’Ocse. Il Tribunale i Trani ieri mattina gli ha fatto sapere che quell’immunità protegge dall’azione penale per fatti compiuti nell’esercizio della carica, ma non esenta dal testimoniare in processi che riguardano altri.
Nel frattempo il ministero guidato da Padoan, cioè il governo italiano, si è rifiutato anche di costituirsi parte civile. Così il processo di Trani, nato sotto la luce di una stravagante iniziativa di una procura periferica, sembra diventare di giorno in giorno una cosa più seria. Standardand Poor’s ha schierato una dozzina di avvocati dei maggiori studi italiani per difendere i suoi vertici. Tra gli imputati l’allora numero uno Deven Sharma, di origine indiana, che poco tempo dopo l’apertura dell’inchiesta di Trani si è dimesso in coincidenza con le polemiche peril taglio del rating del debitopubblico americano, un colpo basso per l’amministrazione Obama.

Roberto Basso, portavoce del ministro dell’Economia e delle Finanze, su Twitter però ritiene che quello che ha scritto Meletti non sia corretto, e glielo dice. Ma Meletti risponde che la notizia proviene dall’OCSE, probabilmente intendendo che agli atti c’è l’opposizione alla convocazione:
giorgio meletti roberto basso
A quel punto però Basso replica che essendo Padoan ministro della Repubblica, per lui non risponde l’OCSE, e a quel punto Meletti fa notare che l’opposizione è del 16 aprile 2015. E qui si comprende meglio il senso della smentita di Basso, il quale vuole spiegare che l’atto dell’OCSe è indipendente dalla volontà del ministro (e quindi non si è opposto Padoan alla convocazione, ma l’OCSE):
meletti basso 1
A questo punto però Meletti fa notare che all’epoca dell’opposizione il ministro non ha corretto l’OCSE, e quella che poteva diventare una precisazione comincia a degenerare:
basso meletti 1
Continua qui.
Edit: Roberto Basso, portavoce di Padoan, ha voluto ulteriormente precisare i contorni della vicenda in un commento su neXt che riportiamo:

Nessuno sconquasso e nessuna lite (almeno da parte mia). Se i media offrono ai lettori un’informazione infondata abbiamo il dovere di farlo sapere. E’ ormai normale segnalarlo via Twitter ma l’autore dell’articolo pubblicato dal Fatto ha chiesto una smentita ufficiale, che abbiamo inoltrato alla redazione. In Twitter ho fatto notare all’autore che la sua affermazione secondo la quale Padoan aveva fatto opposizione è sbagliata. L’argomentazione secondo la quale noi avremmo dovuto accusare l’Ocse di falsità è francamente incomprensibile. E’ possibile che all’Ocse abbiano voluto tutelare le proprie prerogative anche nel momento in cui la persona interessata non è più alle dipendenze dell’organizzazione perché lo era quando è stata avviata l’indagine su S&P o nel momento in cui ha rilasciato le dichiarazioni per le quali oggi c’è interesse. Ma è privo di qualsiasi logica scrivere che “l’Ocse ha risposto per Padoan”: l’Ocse risponde per sé. Non ci sono falsità e non sussiste alcuna condizione per smentire alcunché. La testata potrà riconoscere di aver preso un abbaglio – capita, non c’è scandalo né da noi si avanzano accuse di malafede. Oppure si lancerà in ipotesi fantasiose per piegare la realtà dei fatti all’esigenza di sostenere che non ha sbagliato. Vedremo domani.

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