Così Padoan vuole mollare il Fiscal Compact

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-22

Un paper dell’Italia con un pacchetto di proposte per il rilancio dell’Europa. All’interno la revisione del trattato sulla stabilità dell’Unione. L’unica chance per non rischiare nel 2017

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«Questa Italia doveva essere appaltata e svenduta con il fiscal compact e le tasse, questa Italia il Pd l’ha ripresa e messa in moto». Matteo Renzi all’Assemblea del Partito Democratico l’ha nominato, Pier Carlo Padoan punta a modificare il trattato su stabilità, coordinamento e governance nell’unione economica e monetaria nel documento che verrà presentato oggi e checontiene una serie di punti che l’Italia intende presentare a Bruxelles.

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Cosa prevede il fiscal compact (Il Messaggero)

Padoan vuole mollare al Fiscal Compact

Scrive il Messaggero che la ”renzieconomics” punta sulla rottamazione del trattato che nel 2011 Mario Monti firmò insieme ad altri sedici stati che allora appartenevano all’eurozona.

Completamento dell’unione bancaria, rilancio dell’unione economica, monetaria e fiscale, garanzia europea sui depositi bancari e occupazione, istituzione di un ministro del Tesoro europeo con fondi propri, gli altri punti qualificanti del documento che non supera le dieci pagine. L’annunciato attivismo dell’Italia per rilanciare l’unione europea, dopo la faticosa trattativa con il Regno Unito di David Cameron, comincia a mettersi nero su bianco e diventa un vero e proprio piano strategico elemento utile per la riunione del 12 marzo dei leader del Pse che si terrà a Parigi alla presenza del presidente francese Francois Hollande. Legare deficit a flessibilità e, soprattutto, ribadire che la riduzione del debito si fa con la crescita e non con i tagli è l’obiettivo italiano.
«Non si tratta comunque di un documento che mira a tutelare gli interessi dell’Italia – spiegano al ministero dell’Economia – quanto di offrire un orizzonte strategico diverso» in linea con il piano redatto nel giugno scorso dai cinque presidenti (Tusk, Juncker, Draghi, Schultz e Dijsselbloem) per rafforzare l’unione economica e monetaria dell’Unione. In questi anni «gli Usa con Obama hanno scelto una politica economica e l’Europa una opposta. L’America di Obama ha fatto crescere l’occupazione e l’Europa di Barroso ha ridotto le speranze dei giovani». L’affondo di ieri del presidente del Consiglio davanti alla platea del Pd, mette in discussione i dieci anni di austerity imposti dalla commissione Barroso e di conseguenza i provvedimenti che ne scaturirono e le ricette recessive che sono state propinate ai Ventotto e che hanno fatto perdere non poca competitività al Vecchio Continente.

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I conti dell’Italia (Corriere della Sera, 22 febbraio 2016)

Oggi Padoan renderà noto il Position paper dell’Italia sulla nuova politica necessaria all’Europa per consolidare l’Unione (dalla garanzia bancaria all’indennità di disoccupazione europea) e rilanciare la crescita con più investimenti e meno rigidità di bilancio.

Uno scenario nel quale non c’è più posto per il Fiscal compact, che renderebbe la vita impossibile all’Italia, costretta a ridurre il debito di 3,5 punti di Pil (60 miliardi) ogni anno. Uno scenario, invece, nel quale ancora si muove il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker, che venerdì sarà a Roma per incontrare Renzi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Se Renzi davvero vuole tagliare l’Ires alle imprese nel 2017 ed evitare una legge di stabilità lacrime e sangue questa è l’unica strada.

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