«Ora lottizzano anche i Cinquestelle»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-08-03

Enrico Mentana critica la riforma della RAI e il prossimo consiglio di amministrazione

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Su Repubblica di oggi Enrico Mentana, intervistato da Annalisa Cuzzocrea, spiega cosa non va nella riforma della RAI targata governo:

«Intanto tra due giorni tutto verrà fatto nello stesso modo. E anche quando scatterà il nuovo meccanismo, non risolverà l’unico vero difetto».
Quale?
«Che a sceglierli sono sempre i partiti!».
Fuori dalla commissione di Vigilanza, sulla base dei curricula che arrivano ai presidenti delle Camere.
«La scelta affidata ai presidenti di Camera e Senato c’è già stata: a bloccare la presidenza di Giulio Anselmi fu Nicola Mancino. Certe volte ritornano.E poi la questione di fondo è un’altra: qual è la mission della Rai? Quanti canali deve avere? Come vanno divi si servizio pubblico e area di mercato? La vituperata prima Repubblica, nel’75, non è che decise di mettere Emilio Rossi al Tg1 e Andrea Barbato al Tg2 prima di decidere cosa voleva fare della tv pubblica».
Sono partiti dalla coda?
«Esattamente, e il rischio è che restino impantanati lì. Tutti i partiti avevano fatto proposte molto più innovative di quel che è venuto fuori, ma vedo che si accomodano senza problemi al tavolo dell’ennesima lottizzazione: compresi i Cinquestelle, che ora sceglieranno il loro consigliere: non c’è una camera di compensazione rispetto alla politica, e poi…».
E poi?
«Dentro la Rai non soffia alcun vento riformatore. Vogliamo dirlo? Dai direttori agli uscieri son tutti lì a chiedersi chi arriva adesso. È l’unica cosa che gli interessa».

Leggi sull’argomento: Come cambia la RAI

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