L'opuscolo per il referendum inviato per posta da Renzi agli italiani

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-05-30

Il Fatto: con i soldi del finanziamento pubblico il Partito Democratico manda la propaganda sul referendum, come Berlusconi nel 2001

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In un articolo a firma di Marco Franchi il Fatto Quotidiano racconta oggi di un opuscolo inviato dal Partito Democratico nelle case di tutti gli italiani per posta per convincere a votare sì al referendum sulla riforma costituzionale che avrà luogo in ottobre. Il titolo dell’opuscolo è “C’è un’Italia che dice sì”. Come all’epoca di Berlusconi, quando il Cavaliere inviò il mitico “Una storia Italiana”, una biografia in cui erano narrate le sue gesta alla vigilia delle elezioni del 2001 che lo portarono poi alla vittoria e a un governo di cinque anni.

 Sulla copertina c’è il solito selfie del segretario dem e un’epigrafe in stile frasette da cioccolatini: “È l’Italia che non si arrende, l’Italia che ci prova, l’Italia che continua a crederci. È l’Italia che torna credibile in Europa e nelmondo. L’Italia che non si accontenta e cerca sempre, ogni giorno, di fare meglio”. I CITTADINI sono costretti a sopportare questa campagna referendaria invasiva, che ti entra nel salotto, ma chissà se sopporteranno le innumerevoli falsità che un documento, seppur di dimensioni ridotte, è riuscito a contenere. L’opuscolo è diviso per argomenti.
Al primo punto c’è la riforma della Carta. Renzi propone il ritornello del risparmio, delle poltrone in meno, delle competenze sottratte alle Regioni, dell’abolizione del Cnel, ma nulla dice degli effetti devastanti provocati all’assetto istituzionale da questa riforma e dalla legge elettorale Italicum. Un esempio: con lo sproporzionato premio di maggioranza e con una sola Camera, chi vince si prende tutto, dal presidente della Repubblica alle nomine della Consulta e del Csm.

 

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L’immagine dell’opuscolo inviato per posta per il sì al referendum (Il Fatto, 30 maggio 2016)

MENTRE in Parlamento i dem sono ostaggio del partitino di Angelino Alfano sulla prescrizione, il presidente del Consiglio gonfia il petto per i successi nel campo della giustizia: “Abbiamo alzato le pene per i ladri e i corrotti obbligandoli a restituire il maltolto, reintrodotto il falso in bilancio, colpito il voto di scambio”. Caterva di amnesie. Falso in bilancio: confermate le soglie berlusconiane di impunità. Corruzione: l’allungamento della prescrizione non comprende i reati necessari per commetterla, cioè frode fiscale, turbativa d’asta, traffico d’influenze, falso in bilancio e abuso. Per questi motivi,e tanti altri ugualmente menzogneri, Renzi chiede di votare Sì al referendum. Non s’è accorto che si tratta di un enorme favore al fronte del No.

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