Fuga dal Sud

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-11-04

Gli italiani tornano a spostarsi in massa verso il Nord. Oltre alla Lombardia si emigra di più in Emilia Romagna e in Trentino. Abbandonando il Meridione sempre più depresso

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Gli italiani tornano a emigrare dal nord verso il sud. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche pubblica un rapporto sulle migrazioni interne a cura di Michele Colucci e Stefano Gallo che spiega come con la crisi economica sia tornata con maggiore vigore la voglia di spostarsi dal Sud dell’Italia sempre più depresso verso il Nord. Ma sono cambiati gli obiettivi: rispetto a Piemonte e Lombardia adesso le mete preferite sono l’Emilia Romagna e il Trentino (in proporzione alle dimensioni).
 
EMIGRANTI DAL SUD AL NORD, ANCORA
Nel 2012, anno di riferimento della ricerca, 1 milione e 556mila persone hanno cambiato il loro Comune di residenza. L’Emilia Romagna ha guadagnato 10mila persone, pari a un aumento degli abitanti del 2,4 per mille. Il Trentino conta su una crescita di 3mila unità, pari al 2,9 per mille. L’attrattiva dell’Emilia-Romagna è confermata dal primato nelle tre province di Bologna, Rimini e Parma «che presentano un saldo migratorio positivo molto elevato (Bologna +4.131 persone, Rimini +1.271, Parma +1.268)», spiega il ricercatore Issm-Cnr Colucci. «La regione è scelta come meta privilegiata sia per le sue opportunità lavorative, sia per la qualità dei servizi che offre: nelle motivazioni alla base delle partenze c’è in testa la ricerca dell’occupazione o di un lavoro migliore, ma cresce il miglioramento della qualità della vita e questo secondo elemento differenzia il fenomeno attuale da quello dell’ultimo dopoguerra». In termini assoluti invece le quattro regioni con il maggior incremento demografico dovuto alle migrazioni interne sono Lombardia (+14.773), Lazio (+10.382), Emilia-Romagna (+10.273) e Toscana (+6.591). La provincia di Roma continua a essere un polo attrattivo e registra un saldo positivo di quasi 10.000 persone. La Lombardia cresce meno di popolazione in termini relativi, ma in termini assoluti attira oggi 14mila persone.
migrazione nord sud
Il primato negativo va invece a Napoli e alla Campania e anche tra le aree di provenienza dei migranti interni, quindi, si registra un cambiamento rispetto ai decenni scorsi. “Il valore medio degli spostamenti nel biennio 2011-2012 ci segnala che sono circa 25.000 i cittadini campani ‘perduti’ per trasferimenti in altre regioni italiane, un dato pari al -4,3 su mille abitanti. Seguono Puglia (-10.850 persone e -2,7‰), Sicilia (-9.910 e -2,0‰) e Calabria (-8.031 e -4,1‰). Tra le province del Mezzogiorno, i saldi negativi più elevati in proporzione ai residenti si registrano a Napoli (-6,1 ‰) e Vibo Valentia (-6,7‰), Reggio Calabria (-5,3‰), Caltanisetta e Foggia (-5,2‰), e Crotone (-5,1‰), spiega Gallo. Gli spostamenti dal Sud al Centro-Nord nel 2012 sono aumentati, raggiungendo 202.000 persone.
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I MIGRANTI INTERNI
Ma chi sono i migranti interni? “Gli stranieri, che tendono a spostarsi in proporzione maggiore: sono stati 258.871 nel 2012 a cambiare residenza, con un tasso di mobilità triplo rispetto agli italiani: il 64,3 per mille contro il 21,6, ma su distanze più brevi, 96 km di media contro 126 km degli italiani. Le donne straniere tra i 50 e i 64 anni in particolare presentano tassi di mobilità elevatissimi, legati al lavoro di cura e domestico, in continuità con un dato presente fin dagli anni del miracolo economico”, specificano i ricercatori. Un altro comparto in cui la manodopera migrante è determinante è l’agricoltura, coinvolgendo Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Piemonte. Nella tabella riassuntiva vediamo che le prime dieci province da cui si scappa sono quelle del Sud.
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“Le migrazioni coinvolgono poi insegnanti e studenti fuorisede spesso coinvolti in dinamiche ad alta frizione che chiamano direttamente in causa la politica”, conclude Colucci. L’ultima tabella rassume i movimenti migratori interni in quattro decenni a confronto: se tra 1981 e 1982 si spostavano 1.128.000 persone, tra 2011 e 2012 a spostarsi sono quasi un milione e mezzo di persone. L’età media è cresciuta, in perfetta proporzione rispetto al 1981, mentre la distanza percorsa è diminuita.
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Ma la fuga dal Sud e dalla crisi è in atto. In attesa della speranza.
Foto copertina: emigranti, da Archivio Unità

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