NO EXPO, c'è chi dice no

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-04-29

Nuovi blitz contro i manifestanti in corso da stamattina. Intanto la rete No EXPO si organizza. E prepara le manifestazioni per il primo maggio e oltre. Una mappa della dissidenza per la kermesse milanese

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Un nuovo blitz contro presunti appartenenti all’area No Expo è in corso stamani a Milano. La Polizia di Stato sta intervenendo nella stessa zona di ieri, nel quartiere Giambellino dove erano state trovate mazze e molotov. Le indagini sono condotte dalla Digos che sta effettuando perquisizioni e controlli. Il blitz è in corso in via degli Apuli e in via Odazio, nella stessa zona dove si trovano le palazzine popolari in cui, ieri, dentro tre appartamenti, sono stati fermati dei giovani anarchici e sequestrato mazze ferrate e il necessario per fabbricare delle molotov. Oggi però l’azione è in corso in altri appartamenti.
 
NO EXPO, LE RETATE PREVENTIVE DELLA POLIZIA
Mazze ferrate, bombe molotov e maschere antigas sono state ieri scoperte in alcuni appartamenti occupati abusivamente: 26 attivisti No Expo stranieri sono stati portati in questura, 25 i denunciati, mentre uno è stato arrestato. Per quattro stranieri (tre tedeschi e una giovane francese), la questura aveva anche chiesto l’espulsione, ma il giudice non ha convalidato il provvedimento di allontanamento e accompagnamento alla frontiera. L’operazione della Digos si inquadra in un’azione preventiva sulla sicurezza e l’ordine pubblico temuta anche dagli stessi gruppi antagonisti e No Expo che si erano detti preoccupati per “attività repressive”.  Il blitz è stato effettuato come un’attività di polizia svolta senza la necessità di un decreto firmato dagli inquirenti, ma sulla base dell’art. 41 del Testo unico delle Leggi sulla pubblica sicurezza, che consente alle forze dell’ordine di procedere a perquisizioni e sequestri se hanno notizie o indizi sulla presenza in un luogo di “armi, munizioni o materie esplodenti”. In un appartamento in via degli Apuli, sarebbero state così trovate le maschere antigas, le mazze rinforzate, i picconi e altro materiale da analizzare. In risposta a questa operazione, in serata una cinquantina di persone ha organizzato un corteo antagonista su un percorso limitato, intorno a piazza Tirana, e monitorato dalla polizia. La giornata, per la Digos, era però già cominciata prima dell’alba, quando in due azioni distinte, ma forse eseguite dalla stessa mano, erano stati danneggiati due luoghi simbolo dell’estrema destra a Milano: la sede di Forza Nuova in via Palmieri, e quella della casa editrice Ritter, specializzata in testi storici su fascismo ed esoterismo. Quest’ultima è stata incendiata, mentre la prima danneggiata, forse in un tentativo non riuscito, anche in questo caso, di appiccare le fiamme. Oltre alle iniziative No Expo, infatti, si prevede alta tensione anche domani, giornata tradizionalmente riservata, a Milano, ad alcune commemorazioni di estrema destra sempre contestate dai centri sociali e dalle associazioni antifasciste.
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INTANTO, SU FACEBOOK
Intanto su Facebook l’attività di contestazione autorganizzata prosegue. La pagina del comitato No Expo ospita un comunicato firmato da «I compagni e le compagne della rete Attitudine NoExpo»:

Ricordate la chiusura della Statale tre giorni per paura dei No Expo?
Ricordate gli allarmi a mezzo stampa prima di ogni corteo cittadino No Expo?
Ricordate poi come sono andate a finire queste storie? Con la partecipazione di migliaia di persone e nessun titolo il giorno dopo, perché la profezia sulla calata dei barbari non si era avverata.
Oggi succede la stessa cosa. Si attaccano gli avvocati vicini alle realtà che fanno parte della rete No Expo, si sgomberano appartamenti e spazi alla ricerca di “black block”, bombe carta e ordigni impropri” senza poi trovare nulla se non i corpi di chi ogni giorno sta dalla parte di chi lotta per la casa. Qualche giornalista con problemi di spazio arriva persino a mettere insieme nello stesso pezzo danneggiamenti a sedi di partiti e associazioni neofasciste avvenuti la scorsa notte e la manifestazione del primo maggio.
“Non ci sono zone rosse o aree interdette” diceva in una intervista il Prefetto di Milano il 24 aprile.
Ora forse qualcuno in qualche ufficio ha deciso che le cose devono andare diversamente e che, in assenza di tensione, essa vada creata.
Noi siamo dalla parte della partecipazione e delle lotte, liberi di criticare e opporci al modello Expo.
Stasera saremo al fianco degli abitanti e dei compagni e delle compagne del Giambellino, nel corteo di risposta agli sgomberi di stamattina partecipando al corteo alle ore 19 in Piazza Tirana
Il primo maggio sarà MayDay NoExpo
Il 30 aprile un grande corteo studentesco nazionale
Il 2 maggio una pedalata critica contro il mega-evento ed un pranzo popolare di protesta davanti Eataly
Il 3 maggio assemblea plenaria per lanciare i 6 mesi di ‪#‎alterexpo‬
Senza paura, con migliaia di persone al nostro fianco.

E gli aderenti (c’è anche un profilo twitter) organizzano una pedalata per il 2 maggio:
pedalata no expo
 
La pagina Roma No Expo ospita invece le iniziative dei dissidenti della Capitale contro la kermesse milanese:
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E c’è anche una rete femminista di contrasto al maxievento meneghino:

Per dare continuità al percorso della rete ben oltre il Primo Maggio e durante i 6 mesi di durata dell’esposizione, per dare concretezza ai nostri desideri e ai nostri progetti, per prenderci gli spazi che ci spettano di diritto nelle città e per le strade, convochiamo un appuntamento nazionale a cui possano partecipare collettivi, realtà, associazioni, singole che con noi vogliono ragionare su immaginari diversi da quelli in cui ci costringono a stare e su nuove mobilitazioni, GIOVEDI’ 30 APRILE DALLE 18 NEL CAMPEGGIO NOEXPO, al parco di Trenno, Milano.
Vogliamo una città frocia, non una vetrina gay per Expo e per questo il 20 giugnoinvaderemo le strade di Milano!
Non ci lasceremo rinchiudere in casa, perché è lì che avvengono la maggior parte delle violenze nei nostri confronti, per mano di padri, mariti, compagni ed ex.
Ci riprenderemo le strade, perché la nostra libertà non è data da telecamere e poliziotti, ma dalla solidarietà e dalla relazioni che costruiamo ogni giorno.
I nostri desideri sono ingovernabili, la nostra libertà non è in vendita!!!

Mentre l’evento del primo maggio ospita già 5700 partecipanti. « Dal 2001 il Primo Maggio a Milano è MayDay Parade, parade delle precarie e dei precari insorgenti e queer. Ma il 1° maggio 2015 sarà anche di più: un corteo internazionale gioiosamente e lucidamente incazzato, ribelle, popolare che attraversi il centro di Milano, capitale della crisi e della precarietà, vetrina per Expo, ribadendo che ExpoFaMale e che noi lo sciopereremo, che gratis non si lavora, che le ricette di Renzi e della Trojka non ci piacciono, solidali coi lavoratori della Scala sotto ricatto per la Turandot e con le migliaia di persone che il 1° maggio 2015 saranno costrette a lavorare, in barba a ogni norma e sentenza».

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