Najim Laachraoui e Mohamed Abrini: ci sono loro tra gli autori degli attentati a Bruxelles?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-03-22

Chi sono i terroristi che hanno attaccato oggi la capitale belga colpendo l’aeroporto e la metropolitana? I sospetti si concentrano sull’artificiere degli attentati del Bataclan, da qualche giorno il ricercato numero uno in tutta Europa e sull’uomo filmato con Salah all’indomani di Parigi

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Chi sono i responsabili degli attentati suicidi all’aeroporto internazionale Zaventem di Bruxelles e alla metro nel cuore della città? Questa mattina la capitale belga è stata protagonista di diversi attacchi terroristici, due esplosioni sono avvenute nel terminal delle partenze dell’aeroporto che si trova a undici chilometri da Bruxelles e hanno provocato 13 vittime e 35 feriti. Altre esplosioni sono state riportate nella metropolitana Maelbeek (e non Molenbeek) di Bruxelles, durante quest’ultimo attacco sarebbero morte almeno quindici persone e una cinquantina di feriti dieci dei quali versano in gravi condizioni, ma il bilancio delle vittime è ancora provvisorio.

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Mohamed Abrini qualche giorno prima degli attacchi del 13 novembre 2015

L’artificiere degli attacchi di Parigi tra i principali sospettati

Najim Laachraoui e Mohamed Abrini sono i nomi dei principali sospettati di questa nuova serie di attacchi coordinati. Il movente? Secondo David Sassoli, vicepresidente del Parlamento europeo non si può escludere che si tratti di una ritorsione dopo l’arresto di Abdeslam Salah, la coincidenza dei tempi tra l’arresto e i nuovi attentati potrebbe portare a pensare ad un gesto di vendetta. Molto più probabile invece che il piano fosse già stato organizzato nei minimi dettagli e che l’arresto di Salah abbia spinto gli attentatori ad entrare in azione prima del previsto. C’è infine una terza ipotesi – la meno plausibile – ovvero che l’arresto di Salah sia stato in qualche modo reso possibile dai jihadisti per poter prendere tempo e distrarre le forze di sicurezza in modo da avere più margine di movimento per tornare a colpire. Ma chi sono Laachraoui e Abrini? I loro nomi sono forse poco noti ma sono entrati nella lista dei ricercati proprio in seguito all’arresto di colui che è considerato la mente degli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi. Nel covo di Moleenbeek dove è stato scovato Salah sarebbero stati trovati degli indizi che avevano fatto supporre che il jihadista in questi mesi non se ne sia stato nascosto senza fare nulla ma che stesse collaborando alla progettazione di nuovi attacchi. Nel covo del jihadista la polizia avrebbe trovato delle armi e alcuni detonatori che hanno fatto supporre che la cellula terroristica stesse pianificando un nuovo attacco. Un’ipotesi confermata domencia anche dal ministro degli esteri belga Didier Reynders che ha parlato del fatto che Salah avesse ricostruito attorno a sé durante i quattro mesi di latitanza un network di jihadisti. BMF Tv riferisce che lunedì l’intelligence belga aveva lanciato un’allertata avvertendo le autorità di Bruxelles di un attacco terroristico imminente ma non non aveva indicato con precisione il luogo, la data e le modalità con le quali i jihadisti avrebbero eventualmente attaccato. Najim Laachraoui e Mohamed Abrini, potrebbero essere stati ospiti dell’appartamento dove è stato catturato Abdeslam Salah, e sarebbero riusciti a fuggire in attesa di entrare in azione.

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Un identikit di Soufiane Kayal alias Najim Laachraoui diffuso dalla polizia belga

Laachraoui, noto anche con il nome di Soufiane Kayal, sarebbe direttamente collegato agli attentati dinamitardi di Parigi: il suo DNA è stato ritrovato su due delle cinture esplosive utilizzate dai kamikaze: quella usata al Bataclan e quella per l’attacco allo Stade de France. Sarebbe quindi Najim Laachraoui, 25 anni e alcuni trascorsi in Siria nel 2013, l’artificiere degli attacchi dell’ISIS del novembre 2015. Utilizzando il falso nome di Soufiane Kayal, Laachraoui avrebbe attraversato il confine austro-ungherese nel settembre scorso assieme a Salah e a Mohamed Belkaïd il terrorista rimasto ucciso durante un blitz della polizia belga a Bruxelles giovedì scorso. Il trentunenne Mohamed Abrini, cittadino belga di origine marocchina, invece sarebbe stato filmato in compagnia di Abdeslam Salah due giorni prima degli attacchi parigini nei pressi di una pompa di benzina a Ressons, in Francia. Quello che si sa al momento è che solo uno degli attentatori si sarebbe fatto saltare in aria all’interno dell’aeroporto di Zaventem, non è quindi chiaro se si tratti di Laachraoui o di Abrini. Ma è davvero possibile che gli attacchi di Bruxelles di questa mattina siano una risposta all’arresto di Salah? Al momento non è stata fatta alcuna rivendicazione ma alcuni commenti ritrovati in Rete la cui attendibilità non è assolutamente confermata, si tratterebbe proprio della reazione dei jihadisti all’arresto della mente degli attentati di Parigi. Come fa notare il Guardian non è detto che il movente della vendetta sia quello che ha spinto i terroristi ad entrare in azione: potrebbe essere anche un atto dimostrativo per far vedere alle forze di sicurezza belghe ed europee che nonostante l’arresto di una delle figure chiave dell’ISIS in Belgio la cellula mantiene ancora una considerevole capacità operativa. Non è un caso allora che la stazione della metro di Malbeeek sia poco distante dalla sede del Parlamento europeo, i terroristi hanno voluto mostrare di essere in grado di colpire in prossimità del centro nevralgico dell’Unione Europea? Senza dubbio gli eventi di questa mattina confermano la tesi che il Belgio sia diventato, dal 2011 ad oggi, il centro nevralgico dell’attività operativa dei terroristi islamici, nonostante i numerosi episodi di terrorismo in terra belga e la militarizzazione del pasese a quanto pare i jihadisti riescono a continuare a muoversi e a colpire quasi del tutto indisturbati.
EDIT: L’ISIS rivendica gli attacchi (da: agenzia di stampa AGI):

Isis rivendica gli attentati compiuti oggi nella capitale belga Bruxelles. Con una nota diramata dall’agenzia di stampa “Amaq”, che fa capo al gruppo terroristico, tramite il social network “Telegram”, la responsabilita’ della serie di attentati che hanno provocato la morte di 26 persone, sottolineando la velocita’ con la quale sono stati messi a segno. Nel messaggio di rivendicazione non si trovano altri particolari circa l’attacco ma si promette, alla fine, l’esecuzione di ulteriori attentati in Europa.

 

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