Nadia Toffa e le solite teorie del complotto su Xylella

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-02-15

Ieri Nadia Toffa ci ha raccontato che sull’emergenza Xylella in Puglia la scienza è divisa, ma andando a guardare i fatti le cose non stanno proprio così. E lo scontro “interno alla Scienza” tra i periti della Procura e gli scienziati indagati? Anche quella è una balla

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Nadia Toffa è tornata ieri sera a fare il punto alle Iene  su quanto sta accadendo in Salento tra l’emergenza del Complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO) Xylella e l’ordinanza della Procura di Lecce per bloccare l’abbattimento degli ulivi pugliesi. Come spesso accade in questi casi si sente però una sola campana, nella fattispecie quella di chi ritiene che la Xylella non sia responsabile del CoDiRO e che al tempo stesso pensa che gli scienziati dell’Università di Bari, dell’Istituto agronomico del Mediterraneo (Iam) di Valenzano e il Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura Basile Caramia siano i responsabili dell’introduzione della Xylella in Puglia. Non è chiaro quindi se per la Procura a causare la cosiddetta il disseccamento degli ulivi sia la Xylella (e quindi i ricercatori che l’avrebbero introdotta) oppure se si tratti di qualcos’altro (e su quali basi). Secondo le Iene invece la scienza sarebbe divisa sul tema.

La Xylella a Le Iene di next-quotidiano

La rinascita degli ulivi e la cura miracolosa

Sembra incredibile, ma non è l’unico aspetto stravagante dell’Ordinanza dei PM leccesi dove si parla – tra le altre cose – di un complotto da parte della Monsanto per poter vendere erbicidi. Un’ipotesi quest’ultima secondo la quale il CoDiRO sarebbe causato non tanto dal batterio della Xylella Fastidiosa quanto piuttosto proprio dagli erbicidi della Monsanto che avrebbero abbassato le difese immunitarie delle piante. Ma la Toffa non si è occupata più di tanto di quello che dicono i PM, l’importante infatti è che siano riusciti a fermare il piano di abbattimenti del Commissario Silletti. Viene intervistata quindi Antonia Carlucci, una ricercatrice dell’Università di Foggia che insieme a Francesco Lops sta sperimentando possibili strategie alternative per fronteggiare CoDiRO senza dover necessariamente ricorrere agli abbattimenti. Una cura miracolosa che nessuno vuole utilizzare? Non proprio, a fine dicembre 2015 Francesco Lops aveva spiegato al Sole 24 Ore che «È ancora presto per parlare di terapia per la Xylella, gli ulivi sono piante secolari e i monitoraggi hanno bisogno di tempo e verifiche che sono assolutamente necessarie. Certamente stiamo raccogliendo delle indicazioni utili dai rimedi scientifici che stiamo utilizzando, dopo aver messo in rassegna diverse ipotesi che dobbiamo tradurre in valori concreti per capire lo stato dell’arte». Interpellata da Le Scienze la Carlucci sottolineava come ci fosse stata un’evidente deformazione da parte dei media a proposito della “cura miracolosa” che potrebbe salvare gli olivi pugliesi e come le loro ipotesi non siano “in contrasto con ciò che sostiene la comunità scientifica“. Riguardo la resurrezione degli ulivi Lops ribadiva che «Anche la presunta fruttificazione miracolosa è decisamente limitata e comunque probabilmente derivante dalla parte di vegetazione rimasta intatta. In ogni caso, non è possibile affermare con certezza nulla fino alla conclusione dello studio, ad aprile, quando il ciclo biologico delle piante sarà completo». Siamo appena a metà febbraio e Nadia Toffa ha già concluso che una cura esiste e funziona. Ed è colpa del ministro Martina se non viene ancora applicata. È stato intervistato anche il prof Marco Scortichini del CRA di Caserta, anche lui sta sperimentando una possibile cura (su un uliveto di sua proprietà) per la Xylella, perché Scortichini è uno di quelli che ritiene che responsabile del CoDiRO sia proprio il batterio della Xylella Fastidiosa ed auspica che non si perda troppo tempo a stabilire cosa fare ora che il piano Silletti è stato bloccato dalla magistratura. Per inciso, e solo per amore della polemica complottista, la cura di Scortichini è di origine israeliana ed è anch’essa in una fase sperimentale.

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Il Procuratore Capo di Lecce Cataldo Motta ieri a Le Iene

La Xylella e la vite della California

Poteva mancare il riferimento all’opinione del massimo esperto mondiale di Xylella, quell’Alexander Purcell secondo il quale – stando alla Toffa e al Procuratore di Lecce Cataldo Motta – gli abbattimenti non sono efficaci per debellare la Xylella (ah ma allora è colpa della Xylella!) ? La Toffa rincara la dose dicendo che gli scienziati della California – dopo un’epidemia di Xylella –  hanno concluso che gli abbattimenti sono inutili. Peccato che riguardo alle parole di Alexander Purcell la Procura di Lecce faccia parecchia confusione, e la Toffa parecchia disinformazione. Qualche tempo fa Italia Unita per la Scienza ha pubblicato  un’intervista al professor Alexander Purcell, intervista nella quale si è chiesto allo scienziato di spiegare una sua frase – riportata dall’europarlamentare Rosa D’Amato –  che è finita dell’ordinanza dei PM di Lecce.

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Le pagine 40 e 41 dell’Ordinanza dei PM leccesi

Peccato che Purcell quella frase non l’abbia mai pronunciata e che anzi in una lettera pubblicata dal Foglio a giugno, nella quale deplorava l’atteggiamento dell’opinione pubblica nei confronti dei ricercatori pugliesi accusati di essere untori, spiegasse che le strategie di contenimento possono variare, e che quello che non ha sortito “effetti degni di nota” in California, è stato essenziale in Brasile.

Le strategie di lotta che funzionano in una determinata regione o su di una specifica coltura possono non essere altrettanto efficaci su altre colture, o sulla medesima coltura ma in condizioni pedoclimatiche differenti. Ad esempio, la tempestiva eliminazione delle viti colpite dalla malattia di Pierce non ha sortito effetti degni di nota in California, mentre la stessa operazione condotta Brasile sugli agrumi è risultata essenziale per contenere gli attacchi di “clorosi variegata”, una malattia anch’essa indotta da X. fastidiosa. Inoltre, in tre differenti aree californiane vengono adottati tre diversi metodi di lotta contro la malattia di Pierce. Ciò a causa della presenza e attività di differenti insetti vettori e delle condizioni climatiche locali.

E a proposito dello scontro “interno alla Scienza” tra i periti della Procura e gli scienziati indagati è di una decina di giorni fa la notizia che i consulenti della Procura sono giunti alle stesse conclusioni degli scienziati del CNR di Bari ottenendo sequenze di DNA di Xylella Fastidiosa subspecie Pauca identiche al 100% con quelle sequenziate dai ricercatori del CNR. In Puglia sembra esserci quindi un unico ceppo del batterio, e non i nove indicati dall’ordinanza della Procura. Insomma ad oggi né il gruppo guidato dalla Dottoressa Carlucci, né Scortichini né Purcell né i consulenti della Procura sembrano avere idee radicalmente diverse sulla genesi dell’epidemia di CoDiRO che sta flagellando gli uliveti pugliesi. Ci sono invece ipotesi differenti su come rispondere all’emergenza, soprattutto ora che è stato bloccato il piano di abbattimenti, ma parlare di “scienza divisa” come fanno la Procura di Lecce e Nadia Toffa sembra essere un’affermazione non veritiera.

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