MS804: cosa sappiamo dell'aereo Egyptair caduto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-05-19

Ritrovati i rottami dell’Airbus 320 Egyptair caduto stanotte nel Mediterraneo tra l’isola greca di Karpathos e le coste egiziane. Erano 66 le persone a bordo. Soltanto ipotesi finora per spiegare l’accaduto. Negli Stati Uniti si parla di una bomba a bordo

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Sono stati ritrovati i rottami dell’Airbus 320 Egyptair caduto stanotte nel Mediterraneo tra l’isola greca di Karpathos e le coste egiziane con 66 persone a bordo.  “Il ministero egiziano dell’Aviazione civile ha appena ricevuto una lettera ufficiale dal ministero degli Esteri che conferma il ritrovamento dei rottami dell’aereo MS 804” si legge sull’account Twitter di Egyptair. “Il team investigativo egiziano insieme alla controparte greca è alla ricerca di altri frammenti”, conclude la compagnia di bandiera egiziana.

MS804: cosa sappiamo dell’aereo Egyptair caduto

Il relitto, riferisce il ministero dell’Aviazione Civile egiziano, è stato trovato vicino all’isola greca di Karpathos tra Creta e Rodi. L’Airbus A320 dell’EgyptAir del volo MS804 aveva solo 13 anni di volo, essendo stato fabbricato nel 2003. Il pilota che era ai comandi era piuttosto esperto, avendo totalizzato 6.275 ore di volo, di cui 210 proprio sull’A320. Il co-pilota aveva un’esperienza di 2.766 ore. Nelle 48 ore precedenti allo schianto, l’Airbus aveva viaggiato dal Cairo a Bruxelles, Tunisi e all’Asmara, prima di dirigersi a Parigi. L’A320 è uno dei più diffusi velivoli a medio raggio; nel mondo si stima che ne decolli o ne atterri uno ogni 30 secondi. È stato il primo aereo civile prodotto in serie con il “fly-by-wire”, sistema innovativo che sostituì i comandi meccanici con quelli elettronici gestiti da un computer. La trovata – escogitata dall’Airbus per fare concorrenza ai giganti Boeing e Lockheed – divise i piloti, specialmente in Francia, dove portò alla riduzione da tre a due ufficiali in cabina di comando. L’aereo, un Airbus A320, ha sorvolato Eritrea, Egitto e Tunisia, secondo il sito internet FlightRadar24. Aveva iniziato la giornata ad Asmara, dove era arrivato martedì sera dal Cairo. È decollato alle 3.30 per tornare nella capitale egiziana, dove è atterrato dopo 2 ore e 32 minuti. In seguito è ripartito alle 8.21 (ora italiana) per Tunisi, un volo di tre ore e dodici minuti. Dopo appena un’ora e mezzo di scalo, è tornato al Cairo alle 15.17 al termine di due ore e ventiquattro minuti di tragitto, sempre secondo FlightRadar24. Il suo scalo al Cairo è durato meno di due ore ed è ridecollato per Roissy-Charles de Gaulle dove è atterrato alle 21.55, secondo i parametri di volo. E’ ripartito dalla capitale francese poco dopo le 23 e doveva atterrare al Cairo questa mattina alle 3.05. L’aereo è scomparso dai radar greci verso le 02.29 ora italiana, le 3.29 locali, mentre si trovava nello spazio aereo egiziano, ha affermato una fonte dell’aviazione civile di Atene, precisando che era caduto al largo dell’isola greca di Karpathos, tra Rodi e Creta. Trasportava 56 passeggeri, tra i quali un bambino e due neonati, oltre che sette membri dell’equipaggio e tre agenti della sicurezza, secondo EgyptAir. Trenta egiziani, quindici francesi, un britannico, un canadese, un belga, un portoghese un algerino, un saudita, un ciadano, due iracheni, un saudita e un kuwaitiano si trovavano a bordo. Prima di partire da Parigi per Il Cairo, A320 della Egyptair precipitato ha coperto mercoledì altre tratte. Da Asmara, in Eritrea, è arrivato al Cairo. Dalla capitale egiziana è ripartito per Tunisi, prima di arrivare a Parigi, passando di nuovo per Il Cairo. Ecco il tracciato ricostruito da Fligthradar24.
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L’agenzia Bloomberg ha scritto oggi pomeriggio che il pilota ha “lanciato un SOS”, citando un portavoce della compagnia aerea egiziana. In precedenza, Ahmed Adel, vicepresidente di EgyptAir, aveva riferito che dall’aereo, fabbricato nel 2003, non era arrivata alcuna richiesta di aiuto. Sarà comunque l’Egitto a presiedere la commissione d’inchiesta ufficiale sull’incidente dell’Airbus 320 dell’Egyptair precipitato nel Mediterraneo nelle prime ore di stamane, in qualità di proprietario dell’aereo, con la partecipazione di alcuni Paesi, come la Francia, costruttrice del velivolo. Entrambi hanno un gran numero di vittime (30 l’Egitto, 15 la Francia), mentre gli altri Paesi coinvolti saranno osservatori. Lo ha reso noto il comandante Ayman al Moqadem, presidente del dipartimento centrale per le inchieste sugli incidenti aerei nel ministero dell’aviazione civile, rilevando che la presidenza egiziana scaturisce dall’applicazione delle norme e convenzioni internazionali in materia. La commissione comincerà a lavorare non appena saranno trovati i detriti dell’aereo, ha sottolineato Moqadem, e sarà stato confermato l’incidente, in modo da recuperare le scatole nere dell’Airbus ed accertare la verità di quanto è avvenuto. L’utente Ahmed Hassan ha pubblicato su Twitter foto come questa che poi tutti i media mondiali hanno riportato come primi scatti dei reperti che apparterrebbero al volo.

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Ahmed Hassan

 

Le cause della caduta dell’Airbus Egyptair

La Casa Bianca rimane cauta sulle cause che hanno portato all’incidente del volo Egyptair da Parigi al Cairo: “E’ troppo presto per dire in modo definitive cosa può aver causato questo disastro. L’indagine e’ in corso e gli investigatori considerano tutti i fattori potenziali che possono aver contribuito allo schianto”, ha detto il portavoce Josh Earnest, spiegando come le autorita’ e gli investigatori Usa sono in stretto contatto con le controparti francesi ed egiziane. Altre fonti ufficiose dell’amministrazione Obama, interpellate dalla CNN, parlano di una bomba sul volo. Le stesse fonti – spiega l’emittente – affermano anche di non essere a conoscenza di alcuna minaccia particolare che avrebbe preceduto la scomparsa dell’aereo. Una cosa è certa:  l’assenza di un qualsiasi messaggio di SOS da parte dei piloti del volo Egyptair MS-804 avrebbe lasciato supporre che si trovassero in una situazione catastrofica e le possibili cause avrebbero potuto essere essenzialmente tre: un cedimento strutturale, una bomba oppure un errore umano. Ma l’allarme è stato lanciato, quindi non si può supporre nulla con certezza.

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Il tragitto dell’ultimo volo dell’Airbus A320 Egyptair prima della caduta

Il pilota non aveva segnalato “alcun problema” con i controllori greci durante l’ultima conversazione più o meno alle 2.05 ora italiana, secondo l’aviazione civile greca. “E’ sembrato di buon umore e ha ringraziato i suoi interlocutori in greco”, ha precisato il responsabile, Constantin Litzerakos. – Secondo il ministro della Difesa greco, Panos Kammenos, alle 2.37 italiane l’Airbus, che si trovava a un’altitudine di 37mila piedi, “ha effettuato una virata di 90 gradi a sinistra e poi di 360 gradi a destra passando da 37mila a 15mila piedi” prima di sparire dai radar. – I media greci hanno segnalato che un mercantile che navigava nella zona ha visto una palla di fuoco in cielo, notizia non confermata ufficialmente.

L’ipotesi bomba per il volo MS804

Escluso il missile – “perché a quella distanza il velivolo potrebbe essere colpito solo con un sofisticato sistema terra-aria a guida radar, di cui i gruppi terroristici non risulta dispongano” – sono diverse le ‘tecniche’ che potrebbero essere state adottate per far precipitare il velivolo dell’Egypt Air, nel caso in cui la tragedia dovesse essere, come si ipotizza, conseguenza di un attentato e, in particolare, di un’esplosione. “Il primo scenario è quello di un ordigno collocato a bordo del velivolo con delle complicità interne”, afferma Pietro Batacchi, direttore di Rid, la Rivista italiana difesa, all’agenzia di stampa ANSA. “La memoria – sottolinea – va al charter russo della Metrojet esploso in volo nei cieli della Penisola del Sinai lo scorso autunno sulla tratta Sharm El Sheik-San Pietroburgo. In quel caso un ordigno esplosivo improvvisato sarebbe stato introdotto a bordo da un meccanico in servizio all’aeroporto di Sharm legato, per via del cugino, allo Stato Islamico e vi sarebbe stata inoltre la complicità di altro personale di sicurezza ai controlli”. Ma “uno scenario del genere – afferma Batacchi – potrebbe verificarsi più difficilmente in un aeroporto tipo Charles De Gaulle dove i controlli sono più rigorosi, soprattutto dopo l’ondata di attentatati subita dalla Francia tra il 2014 ed il 2015. E ultimamente in Francia sono stati ritirati diversi badge a personale sospetto addetto alla sicurezza o alla logistica aeroportuale”. Un’altra ipotesi sarebbe “quella dell’impiego di componenti non rilevabili ai controlli, con cui poi assemblare a bordo un ordigno improvvisato.
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Esattamente – osserva l’esperto – quanto accadde nel Natale 2009 sul volo 253 della Nortwest Airlines quando un terrorista nigeriano legato ad Al Qaeda nella Penisola Arabica, provò a far detonare una miscela fatta di pentrite e perossido di acetone nascosta nelle mutande, ma non vi riuscì grazie anche all’intervento degli altri passeggeri”. Si tratta di “poco meno di un etto di miscela: più che sufficiente, se fatta detonare con efficacia, a creare un danno irreparabile ad una struttura pressurizzata come quella della cellula di un aereo passeggeri in volo ad alta quota”. Secondo Batacchi, “un altro caso da prendere in considerazione è quello dell’A-321 della compagnia somala Daallo Airlines su cui nel febbraio scorso fu fatto esplodere un piccolo ordigno, presumibilmente un ‘pacchetto’ di TNT, nascosto dentro ad un laptop. L’esplosione, rivendicata poi dagli Al Shabaab, provocò uno squarcio nella fusoliera, ma l’aereo riuscì a rientrare con sicurezza all’aeroporto perché la detonazione era avvenuta poco dopo il decollo, ovvero ad una quota ancora troppo bassa”. L’ultima ipotesi è quella del dirottamento, “con un commando kamikaze che potrebbe aver preso il controllo della cabina di pilotaggio per far precipitare poi l’aereo”. Ma si tratta, appunto, soltanto di ipotesi, “che potranno essere definitivamente chiarite – conclude il direttore di Rid – solo con il ritrovamento della scatola nera e l’analisi del Flight Data Recorder, che registra tutti i parametri di volo, e del Cockpit Voice Recorder, che registra invece le comunicazioni della cabina di pilotaggio”. Una circostanza realmente singolare ha voluto che una hostess dell’aereo Egyptair precipitato la notte scorsa nel Mediterraneo, Samar Ezz Eldin, avesse avuto una sorta di preveggenza: sulla sua pagina Facebook aveva postato qualche tempo fa una fotografia che la ritraeva in divisa e sullo sfondo il mare dal quale spunta la coda di un aereo. Cabalisti e studiosi del paranormale potrebbero sfidarsi per capire le ragioni di quella foto, come se l’hostess avesse immaginato in anticipo il suo futuro. Una sua familiare, Mervat Mohamed, ha detto al quotidiano Al Watan che Samar aveva 26 anni e lavorava da due anni nella linea aerea. Si era sposata sei mesi fa.

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