MPS: ora anche Renzi ha una banca (e un problema)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-02-12

Da luglio il ministero del Tesoro sarà azionista del Monte dei Paschi di Siena. A causa dell’impossibilità da parte dell’istituto di rimborsare i Monti bond. La quota verrà diluita nel prossimo aumento di capitale in programma. Anche se al pranzo manca ancora l’ospite d’onore

article-post

Il ministero del Tesoro diventa azionista del Monte dei Paschi di Siena. A partire da luglio, come effetto del contratto sui Monti Bond, lo Stato sarà dunque direttamente proprietario di azioni di una banca a causa dello strumento finanziario sottoscritto in cambio di 3,9 miliardi di euro di aiuti di Stato forniti nel 2013 all’istituto di credito senese e necessari a tamponare l’emorragia derivati per la gestione «allegra» e l’acquisto a prezzi esorbitanti di Antonveneta dagli spagnoli.
 
MONTE DEI PASCHI DI SIENA: IL TESORO DIVENTA AZIONISTA

MPS ha rimborsato tre miliardi di euro l’anno scorso con l’aumento di capitale della banca, mentre gli interessi 2013 furono pagati con emissione di altri Monti Bond subito riacquistati. I prossimi interessi, quelli del 2014, per una cifra di 243 milioni di euro, saranno invece pagati a partire dal primo luglio con azioni. In teoria, questo dovrebbe portare il ministero del Tesoro, e quindi il governo, ad avere una quota pari all’11% del capitale, ma questo non avverrà nella pratica. Una quota del genere, che tra l’altro avrebbe portato via XX Settembre ad essere primo azionista della banca, sarebbe possibile solo se non si procedesse all’aumento di capitale che la banca ha già annunciato. La quota del Tesoro sarà quindi di molto diluita. La banca ha infatti perso la cifra-monstre di 5 miliardi di euro nell’ultimo bilancio, a causa delle pesanti svalutazioni di crediti deteriorati per un importo pari quasi a otto miliardi di euro, dopo gli stress test della Banca Centrale Europea che avevano evidenziato le debolezze patrimoniali. Il numero di azioni ordinarie che saranno assegnate al Tesoro sarà determinato, sostanzialmente, in base al valore medio della capitalizzazione di Borsa del Monte dei Paschi calcolata sul prezzo di riferimento nei 10 giorni precedenti la data del Cda della Banca che approva il bilancio. Dalla Fondazione ancora non c’è un’indicazione sulla volontà o meno di sottoscrivere la propria quota di aumento. Invece dovrebbero sottoscrivere i pattisti di Btg Pactual e Fintech (rispettivamente titolari del 2 e del 4,5%), intenzionati a mantenere la partecipazione ancora per 2-3 anni. MPS cerca quindi un partner, o, per essere ancora più specifici, un acquirente. Che non potrà ovviamente essere lo Stato, che però a breve diventerà un azionista di peso dell’istituto di credito senese. «Abbiamo una banca», potrebbe dire scherzosamente Renzi riecheggiando la famosa battuta di Stefano Fassino al telefono con Giovanni Consorte all’epoca dell’acquisto di BNL da parte di Unipol, nel primo grande disastro della finanza rossa a Piazza Affari. Quello di Rocca Salimbeni è indubbiamente il secondo, e fa ancora più rumore visto che la storia dell’istituto è saldamente intrecciata alla politica senese e toscana (e quindi al Partito Democratico) e ai suoi referenti nazionali.

groviglio armonioso monte dei paschi di siena
Il groviglio armonioso del Monte dei Paschi di Siena di cui ha parlato Brugel

ROCCA SALIMBENI E I PROBLEMI IRRISOLTI
Il titolo del Monte Paschi è andato alle stelle nel pomeriggio in Borsa, dopo che si è diffusa la notizia che il Tesoro entrerà nel capitale, le azioni sono state sospese a più riprese, toccando anche il +17%. Poco fa segnavano un teorico +12,8% a 0,4843 euro. La quota del governo sarà forse intorno al 5%. Scrivono in un documento unitario tutti i sindacati aziendali che prende spunto dal risultato del bilancio 2014 reso noto ieri, con una perdita di 5,3 miliardi, si sottolinea come sia «assolutamente non più prorogabile che anche le autorità governative italiane si facciano realmente carico delle loro responsabilità, evitando un ulteriore spostamento dei processi decisionali al di fuori dei confini nazionali e prestando un’attenzione prioritaria ad una situazione che potrebbe comportare ripercussioni sociali pesanti nel Paese, soprattutto a livello di tenuta occupazionale».
i risultati dei test della BCE per le banche italiane (Fonte: Banca d'Italia)
i risultati dei test della BCE per le banche italiane (Fonte: Banca d’Italia)

Il Montepaschi cerca un merger per poter uscire dal groviglio per nulla armonioso in cui lo hanno infilato gli ultimi dieci anni di mala gestione nell’inerzia della politica locale. In queste condizioni però sarà difficile trovare un salvatore: le banche europee soffrono tutte la crisi, in America nessuno avrebbe la forza di muoversi. E in Italia? In Italia il candidato è Banca Intesa, ma anche dalle parti di Ca’ de’ Sass sarà difficile trovare la forza per un’acquisizione imponente che potrebbe nascondere altre insidie. Poi c’è l’ipotesi più pericolosa per tutti: che a togliere le castagne dal fuoco di Siena sia lo Stato, attraverso la partecipazione a uno spezzatino della banca e prendendosi in carico il Sud carico di sofferenze bancarie. «Abbiamo una banca», diceva quello. Ora suona più o meno come «Houston, abbiamo un problema».

Potrebbe interessarti anche