Millegiorni di Matteo Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-09-01

Il sito internet. E un’agenda di riforme. Con un lasso di tempo ben preciso: dal primo settembre al 28 maggio 2017. Tanto serve a Renzi (secondo Renzi) per «cambiare verso». Ma l’annuncite è in agguato

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«Nel momento in cui sei accusato di annuncite, noi rispondiamo con una data alla quale siamo evidentemente autocostretti. Ci sono mille giorni da qui alla fine di maggio 1017; alla fine di questi mille giorni sapremo se le proposte hanno avuto attuazione o meno»: Matteo Renzi racconta così il suo nuovo impegno politico comunicato a mezzo conferenza stampa. Graziano Delrio e Maria Elena Boschi sono i due ministri deputati al rispetto del countdown (si prevede baruffa).
 
I MILLEGIORNI DI MATTEO RENZI
E quindi infine eccolo, il sito passodopopasso.italia.it, che, appena nato, si è già trovato al centro di un caso di cybersquatting (passodopopasso.it è già on line):
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Eccoli, invece, tutti gli impegni di Renzi nei Millegiorni dal sito Passodopopasso.italia.it:


Come è possibile vedere anche a occhio nudo, le cosiddette “scadenze” non ci sono. Il sito è una riproposizione in ambito comunicativo di quanto fatto dal governo e di quanto l’esecutivo ha in programma di fare. Con poche, se non nulle capacità di interazione. La presentazione del sito:

Rendere l’Italia più bella? Impossibile, si potrebbe pensare. È già il Paese più bello del mondo. Vero. Ma noi pensiamo che in questi anni l’Italia abbia spesso vissuto di rendita. Non è stata solo colpa della politica, ma della classe dirigente intesa in senso ampio. Tuttavia, il tempo della rendita è finito. Chi si illude di poter continuare a ignorare questo elemento condanna il Paese all’irrilevanza. Ecco perché quelle che vengono chiamate riforme strutturali devono essere fatte. Non perché ce lo chiede l’Europa. Ma perché sono l’unica possibilità per l’Italia.
Il nostro Governo è nato per fare quello che per troppo tempo è stato solo discusso o rinviato. Impresa ambiziosa, certo. Ma siamo qui per questo. Una sfida difficile, come solo le sfide affascinanti possono esserlo. Ma questa è la nostra sfida e noi l’affrontiamo con il coraggio e la leggerezza di chi sa che l’Italia è più grande delle resistenze dei piccoli centri di potere. La speranza che gli italiani ci hanno affidato è più grande dei consueti cori di chi dice “Non ce la farete, non si può fare”. La certezza della forza di questo Paese, dei suoi piccoli imprenditori e delle sue maestre elementari, dei suoi ingegneri e dei suoi artisti, dei suoi studenti e dei suoi nonni è per noi un caposaldo irrinunciabile.

Già che c’è, Renzi dice che il bonus di 80 euro sarà confermato. Spiega il premier in conferenza stampa: «Non credo che l’Italia debba essere il Paese che produce a costi minori le cose che fanno tutti gli altri Paesi. Noi non dobbiamo ridurre i salari, come chiede qualcuno: ecco perché gli 80 euro” che sono “altro che una mancia”, ma «la più grande riduzione di tasse mai fatta oggettivamente in questo Paese». Si chiede il premier: «Quei dieci miliardi si potevano dare ad altri? Sì, ma noi riteniamo dovessero andare al ceto medio, ad aumentare i salari dei lavoratori. L’Italia non deve essere il Paese che hai salari più bassi e fa le stesse cose che fanno gli altri, ma il Paese dove si dà il giusto salario ai lavoratori che fanno quello che non fa nessun altro Paese».
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MILLEGIORNI DI RENZI E TE

Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera anticipava stamattina le intenzioni di Renzi:

Dunque, il cambiamento dell’Italia. Tema non nuovo per Renzi, che oggi presenterà la sua «agenda dei mille giorni». Un lasso di tempo ben preciso: dal primo settembre al 28 maggio 2017. Tanto serve a Renzi (secondo Renzi) per dimostrare che il nostro Paese può «cambiare verso». E secondo lui le due cose – mutare l’Europa e mutare l’Italia – devono andare «inevitabilmente» insieme. L’Italia, allora. Oggi il presidente del Consiglio presenterà ai giornalisti un sito ad hoc, dedicato al programma dei mille giorni. Un sito che ha una doppia funzione. Da una parte dimostrare, mese per mese, giorno per giorno, i progressi che sta facendo quel programma, così «la si finirà di dire che il governo fa solo annunci», dall’altra coinvolgere i cittadini, che, via Internet, potranno controllare quello che sta facendo l’esecutivo. Particolare importante, quest’ultimo. Soprattutto per il premier che, nonostante le critiche di molti, continua a mietere consensi presso l’opinione pubblica.

Più che impegnarsi, Renzi però dovrebbe dare un’occhiata a chi ha intorno. Breve è stata la sintonia rottamatoria con Civati, traballante e strumentale l’alleanza con Berlusconi. Inesistente il sostegno di qualsiasi dirigente Pd della generazione precedente alla sua. Quasi irridente l’indifferenza con cui tratta le “ali” della sua maggioranza Vendola e Alfano. Infine bastano pochi screzi per rendere collaboratori più vicini come Graziano Delrio degli esuberi sacrificabili. Renzi non solo si è messo in cima ad una costruzione traballante, ma la sta sottoponendo a sollecitazioni troppo forti e troppo concentrate per poter pensare di poter reggere, mentre nei salotti buoni la regola era “rallentare tutto”, perché i cambiamenti, anche quelli all’apparenza favorevoli, sono invece portatori del peggiore dei pericoli, l’instabilità. Renzi sta equivocando l’ultimo e definitivo comandamento, forgiato da 50 anni di conservazione: il capitalista senza capitali non deve correre contro il tempo, non sarà mai in grado normalizzare la propria posizione. Solo la cristallizzazione di un complessa rete di convenienze reciproche garantisce una lunga vita. Al contrario l’aria nuova di solito spazza via tutti, specie gli ultimi arrivati.

Leggi anche: Millegiorni: le scatole cinesi di Matteo Renzi

In copertina: vignetta di L’aria che tira

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