Michele Anzaldi chiede di licenziare Dall'Orto e Maggioni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-09

Il deputato ex portavoce di Rutelli, che qualche tempo fa si era incazzato con i vertici Rai perché avevano licenziato il capostruttura di Capodanno, oggi dice che i vertici Rai non fanno abbastanza quando l’azienda è sotto accusa

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Dopo aver toccato il fondo, Michele Anzaldi ha cominciato a scavare. Il deputato ex portavoce di Rutelli, che qualche tempo fa si era incazzato con i vertici Rai perché avevano licenziato il capostruttura di Capodanno, oggi rilascia un’intervista al Corriere della Sera per dire che i vertici Rai non fanno abbastanza quando l’azienda è sotto accusa (da parte sua, ma questo è un dettaglio). È evidente che Anzaldi, il quale alza il tiro anche perché le sue polemiche precedenti sono state ignorate (quando non rintuzzate come da Giannini oppure rimangiate), con il chiaro obiettivo di far notare non tanto che i vertici Rai non facciano nulla, ma che non facciano quello che dice lui. Il che, se ci pensate, è il minimo. Oggi a fargli da spalla è Fabrizio Roncone:

«E poi purtroppo, dopo sei mesi, dobbiamo ammetterlo: su Antonio Campo Dall’Orto e Monica Maggioni ci siamo sbagliati».
Sbagliati, in che senso?
«Da quando ci sono loro, la Rai è peggiorata tantissimo. Sia sul piano della comunicazione, sia su quello della trasparenza».
Lei è sempre ruvido sulle vicende Rai: ma questo è un attacco violento e inatteso.
«Ma inatteso, scusi, perché? Ogni giorno l’azienda è sotto accusa per qualcosa: e loro che fanno? Non spiegano, non commentano. Niente, zitti, muti… non bisogna disturbare il manovratore. La verità è che quei due si sono rivelati peggiori dei loro predecessori».


L'editoriale di Massimo Giannini a Ballarò di next-quotidiano
Anzaldi poi passa a confondere Leosini e Giannini, gli ascolti e le parole:

«Per demolirla definitivamente. Guardi, io certe cose le dico per il bene della Rai, per dare un senso al canone che ora tutti pagheranno in massa. Ma questi che fanno? Mandano in onda la Leosini… una che io, dopo quello che ha fatto, non capisco come riesca a prendere sonno la notte… e la Leosini, contro il parere del procuratore di Pesaro, intervista quello che ha sfregiato Lucia Annibali, un matto condannato a vent’anni di reclusione nei primi due gradi di giudizio e in attesa del verdetto della Cassazione. È servizio pubblico? No. Infatti è insorto tutto il Parlamento. Ma loro due, Dall’Orto e Maggioni, si sono giustificati, hanno chiesto scusa? Zero: come sempre muti nel loro silenzio, altezzoso e arrogante».
In compenso Massimo Giannini, il conduttore di Ballarò, risponde puntualmente a tutte le critiche.
«Guardi, né io né il Pd vogliamo licenziare Giannini: anche perché, regolamenti alla mano, proprio non possiamo. Detto questo, il problema non si pone più…». E perché? «Perché Giannini è già stato virtualmente licenziato dagli italiani. Fa ascolti imbarazzanti. Ricordo solo che il suo editoriale di martedì scorso è andato in onda tra le 21,05 e le 21,10, esattamente quando Rai 3 è crollata all’ultimo posto tra le reti generaliste. Ma siccome Giannini lavora in un’azienda dove ormai tutto è possibile, invece di starsene buono e mortificato, l’altra sera è pure andato a parlare male di chi lo paga, e stendiamo un velo pietoso sulla cifra del suo stipendio, a “Fuori Onda”, su La7, miracolosamente diventata diretta concorrente di Rai 3, grazie alla fallimentare direzione di Andrea Vianello. Che, ovviamente, come pure Leone, se ne sta ancora lì, bello tranquillo al suo posto».

Evidentemente Anzaldi pensa che un conduttore targato Margherit…ops, pardon, Partito Democratico farebbe molto meglio di Giannini. Anche se finora la storia dell’audience gli ha dato torto marcio.
 

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