Il metanodotto al centro del (nuovo) complotto dell'epidemia di Xylella

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-10-26

Si fa strada una nuova teoria, basata ovviamente sulle solite coincidenze sospette. Il Comitato NO TAP denuncia: i focolai di Xylella sono sul tracciato del gasdotto SNAM

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Mentre in Puglia continuano gli abbattimenti degli ulivi nel tentativo di arginare l’epidemia di Xylella Fastidiosa, il batterio che causa il disseccamento degli ulivi e ha messo in ginocchio l’industria olearia pugliese ecco comparire una nuova teoria che la diffusione dell’epidemia. I primi focolai dell’infezione sono stati registrati nel 2013 nella zona di Gallipoli. Poi, nel corso del 2014 il batterio si è diffuso in buona parte del sud della Puglia. Al momento l’unica contromisura per evitare l’ulteriore diffondersi della Xylella è il piano approntato dal commissario straordinario Giuseppe Silletti che prevede l’eradicazione delle piante malate (con un indennizzo di 140 euro per ogni pianta abbattuta).
 

xylella fastidiosa
L’infografica della Stampa sulla Xylella fastidiosa

Nuovi focolai dell’epidemia di Xylella

Nel frattempo sono stati individuati nuovi focolai d’infezione nella zona meridionale della Provincia di Brindisi (nella cosiddetta area-cuscinetto) a Torchiarolo, Cellino San Marco e a San Pietro Vernotico. Ed è proprio da queste zone che inizia a diffondersi l’ennesima teoria che ci “spiega” il motivo di questa epidemia. Per chi si fosse perso qualche puntata dello psicodramma pugliese ricordiamo che nei mesi scorsi ad essere stati additati come responsabili della diffusione dell’epidemia di Xylella sono stati, nell’ordine: la Monsanto, che avrebbe ingegnerizzato il batterio, gli israeliani che hanno pronto un ulivo OGM resistente al batterio e che vorrebbero venderlo agli agricoltori pugliesi, il business del fotovoltaico ed infine gli scienziati dell’Università di Bari che studiano il batterio infestante e hanno determinato che è arrivato in Puglia dalla Costa Rica, probabilmente tramite l’importazione di piante ornamentali esotiche già infette. In particolare gli studiosi sono stati oggetto di virulenti attacchi da parte di coloro che li considerano i responsabili dell’epidemia. Un problema, quello degli scienziati-untori, che è stato dibattuto anche su Nature. Ora una nuova teoria del complotto si aggiunge a quelle già esistenti (anche se non si armonizza poi così bene con le precedenti). Alla base ci sono sempre i soliti poteri forti e gli interessi economici di pochi contrapposti al bene comune.

Il tracciato del gasdotto SNAM fonte: http://www.va.minambiente.it/
Il tracciato del metanodotto SNAM fonte: http://www.va.minambiente.it/

Il complotto per la costruzione del metanodotto SNAM

A denunciare la “coincidenza” sospetta sono gli attivisti del Comitato NO TAP, che si oppongono alla costruzione del metanodotto SNAM che dovrebbe collegare il nostro Paese con i giacimenti di metano in Azerbaijan attraversando Turchia, Grecia, Albanina e Mare Adriatico. Secondo gli attivisti è oltremodo sospetto che proprio lungo il tracciato del metanodotto siano stati registrati focolai d’epidemia. Insomma la Xylella (che però è comparsa inizialmente a sud ovest dell’area interessata) sarebbe stata diffusa proprio per accelerare le operazioni di “sgombero” dei terreni che si trovano sul percorso del metanodotto. Peccato però che appunto siano solo coincidenze e che anche il piano del Ministero dell’Ambiente portato come prova del complotto contro gli ulivi pugliesi già prevedesse il taglio e l’espianto degli ulivi, con un indennizzo per gli agricoltori e con misure specifiche per preservare gli esemplari di particolare valore:

Interferenza con uliveti
Gli uliveti saranno interessati per una percorrenza significativa, superiore al 40% del tracciato. Trattandosi di coltivazioni su aree private, tutti gli oneri derivanti dalla perdita del
soprassuolo e degli eventuali frutti pendenti saranno riconosciuti e indennizzati agli aventi diritto.
Prima dell’inizio dei lavori di apertura dell’area di passaggio, saranno censiti rilevati e descritti in schede specifiche tutti gli alberi di ulivo destinati al taglio ed espianto della
ceppaia, secondo le modalità previste per legge e al fine di produrre le relative istanze. In caso di interferenza con esemplari di ulivo di particolare valore, si procederà con le
modalità di espianto e conservazione durante tutto il periodo dei lavori e successivo reimpianto (trapianto di ulivi). Il trapianto di ulivi consisterà nelle seguenti fasi
– accurata potatura preventiva della chioma per equilibrare l’apparato aereo alle dimensioni di quello radicale che sarà ridimensionato con la zollatura, salvaguardando le branche con diametro superiore a 30 cm circa;
– zollatura della pianta da eseguire per mezzo di un escavatore opportunamente munito di benna di piccole dimensioni e ben affilata, allo scopo di recidere di netto le radici delle piante che usciranno dalla zolla evitando strappi dannosi;
– in attesa del trapianto la zolla potrà essere protetta con teli di iuta, da rimuovere prima della messa a dimora;
– sollevamento della pianta zollata per mezzo di opportune fasce di tiro in modo da evitare danneggiamenti apparato radicale, al fusto ed alla chioma dell’albero;
– messa a dimora dell’albero in aree limitrofe alla fascia di lavoro (o altre aree eventualmente individuate e rese disponibili) in buche preparate di dimensioni tali da permettere il perfetto posizionamento dell’apparato radicale zollato;
– copertura con paglia inalterata intorno alla base della pianta, al fine di assicurare una funzione pacciamante.
– somministrazione di acqua con sistema di irrigazione meccanico o manuale, eventuale somministrazione di fertilizzanti organici e chimici, per il buon mantenimento delle piante, eventuale copertura con teli ombreggianti;
– ricollocazione della pianta al termine dei lavori di linea nella originaria posizione o in aree idonee

https://youtu.be/256VboZGpBk
Ma si sa che le coincidenze diventano rapidamente prove schiaccianti e così il batterio killer degli ulivi diventa l’arma finale di una guerra per poter costruire un metanodotto. Poco importa che l’epidemia sia iniziata altrove. Oppure che la diffusione della Xylella sia in tutta l’area del Sud della Puglia. Secondo gli attivisti NO TAP la diffusione della Xylella nell’area dove dovrà essere poggiato il metanodotto è la prova che l’epidemia ha una sola causa: la SNAM e coloro che vogliono costruire il metanodotto pugliese:

Era dall’aprile 2014 che marcavamo stretto sul nord Salento e sulla questione Co.Di.Ro./xylella. Precisamente da quando in integrazione alla VIA di TAP fu consegnato questo documento: http://www.va.minambiente.it/File/Documento/106341. In queste pagine, consegnate in tempi non sospetti, potete vedere i 3 tracciati che dovrebbero collegare il TAP alla rete nazionale del gas. Coincidenze, roba da complottisti, ecc… sarà un caso, ma i tracciati passano sul presidi di Veglie e Oria, sugli alberi malati di Trepuzzi, Squinzano e Torchiarolo e via dicendo. E che dire degli alberi millenari della masseria Visciglito di Struda? Alberi dati per spacciati anche sulla stampa, perché colpiti dal misterioso batterio. Noi siamo andati a fotografarli perché, coordinate GPS alla mano, erano sui tracciati in questione. Ecco le foto, giudicate voi che tipo di batterio gli ha colpiti.

Chissà cosa ne pensano quelli che dicevano che era tutta una manovra per costruire campi fotovoltaici oppure per importare gli ulivi isrealiani.
xylella fastidiosa gasdotto snam no tap - 2

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