«Meningite, sul vaccino nessun allarme»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-06

Walter Ricciardi, presidente ISS, spiega: le dosi bastano, per gli adulti non c’è bisogno di vaccinazione

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Sul vaccino per la meningite non c’è nessun allarme. A ribadirlo ancora una volta è Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, in un’intervista a Repubblica. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità da sempre è un grande sostenitore della vaccinazione e si è battuto anche duramente per promuoverla. Ma di fronte all’enorme domanda di questi giorni da parte di chi vuole proteggersi dal meningococco invita alla calma.

Gli ultimi casi di meningite devono preoccupare?
«No, perché non vediamo un aumento dell’incidenza della malattia. Solo la Toscana ha un problema ma con la vaccinazione di massa verrà tenuto sotto controllo e risolto, sono convinto. Per quanto riguarda il resto del Paese, vorrei ricordare che in media ogni giorno in Italia ci sono 3 casi di meningite, che può essere provocata da batteri molto diversi tra loro. Ecco, non
stiamo superando questi numeri».
Migliaia di persone chiedono comunque di essere vaccinate, cosa risponde loro?
«Non ha senso che i cittadini vadano alla ricerca del vaccino da soli. L’importante è sostenere le campagne dedicate ai bambini, e portare le coperture sopra il 90-93%. Al momento il meningococco C è intorno all’87%. Con il nuovo piano vaccini arriverà anche un richiamo a 13 anni e così avremo una copertura completa su bambini e ragazzi. Forse non sradicheremo mai la malattia ma con la vaccinazione la possiamo molto ridurre. Ricordo che in Inghilterra c’erano circa 1.500 casi di infezioni da meningococco all’anno e grazie a una campagna di massa si è arrivati a una cinquantina».

meningite vaccino
Meningite e vaccino (La Repubblica, 6 gennaio 2017)

E gli adulti?
«Per loro al momento non c’è bisogno della vaccinazione, salvo in casi particolari che devono indicare i medici e salvo l’eccezione toscana. L’importante è coprire i più giovani perché sono il bacino principale della malattia. Tra i 10 e i 20 anni c’è il maggior numero di portatori sani dei vari tipi di meningococco, anche perché i ragazzi frequentano molti luoghi affollati, cioè discoteche, locali, scuole».
È vero che le dosi di vaccino a disposizione dell’Italia potrebbero non bastare?
«No, è falso. L’industria ci ha assicurato che non esistono problemi per il nostro Paese».

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