Maurizio Mazzella: il poliziotto massone che faceva da talpa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-01-12

Aveva avvertito gli indagati dell’inchiesta, consentendo la distruzione di prove. Sindacalista di polizia, era amico di Giovanardi

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Nell’inchiesta sul cyberspionaggio che ha coinvolto i due fratelli Giulio e Francesca Occhionero c’è anche un poliziotto massone che avrebbe avvertito i due dell’indagine in corso, consentendo probabilmente la distruzione di prove. Si tratta di Maurizio Mazzella, che adesso è indagato per favoreggiamento dalla procura di Roma. Repubblica racconta:

Si tratta di un poliziotto dal profilo tipico. Agente della stradale di Salerno, era stato più volte sospeso dal servizio per motivi disciplinari, l’ultima ad agosto, quando aveva presentato all’amministrazione certificati medici fasulli. Ciononostante, era molto ben inserito negli ambienti romani che frequentava assiduamente per motivi “politico sindacali”. Dopo quella sospensione, raccontano dalla polizia, si era sfogato con alcuni colleghi confessando l’intenzione di entrare in politica con Carlo Giovanardi di cui si professava grande amico.
L’ex ministro non smentisce: «Sì lo conosco, è un sindacalista della polizia. Andiamo spesso a cena, a Roma lo frequentano in molti. Mi sembra un’ottima persona e mi stupisce che sia finito in una storia come questa». Quella con Giovanardi non era l’unica amicizia vantata, o millantata, da Mazzella: l’altra, forse la più importante, era quella con l’ex capo della polizia Alessandro Pansa, attualmente capo del Dis.

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Eye Pyramid: come funzionava la raccolta di informazioni

Il ruolo di Mazzella nella vicenda non è ancora chiaro:

Nell’interrogatorio Giulio Occhionero ha cercato di sminuire il più possibile il ruolo di Mazzella, nel mirino perché avrebbe fornito informazioni sul pm dell’inchiesta Eugenio Albamonte. Volevo capire — ha spiegato — se il magistrato che indagava era competente di informatica, così quando seppi che aveva tenuto una conferenza chiesi a Mazzella di procurarmi il testo del suo intervento. Tutto qui.
Inutile dire che la versione ha convinto poco gli inquirenti, se non altro perché la chiamata tra Occhionero e Mazzella, intercettata, è avvenuta il 5 ottobre, lo stesso giorno delle prime perquisizioni. Nelle prossime settimane, Mazzella verrà sentito. L’obbiettivo è capire quale delle due anime di questo strano agente ha agito in questa vicenda, se quella del traffichino o quella del poliziotto ben inserito negli ambienti che contano.

Leggi sull’argomento: Giulio e Francesca Occhionero: il cyberspionaggio tra massoneria e paradisi fiscali

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