Matteo Salvini ha lavorato dieci anni come giornalista!1!

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-02-16

Solo che ha lavorato per la Padania e Radio Padania Libera, ovvero gli organi di comunicazione politica del suo partito. Il che vuol dire che ha sempre fatto solo politica

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Ieri a Quinta Colonna Un imbarazzato Matteo Salvini si è trovato a dover controbattere all’accusa di non aver mai lavorato in vita sua, piovutagli addosso durante un collegamento con un gruppo di cittadini di Terni. Come tutti sappiamo Salvini adesso fa a tempo pieno il politico ma c’è stato un tempo in cui – nel lontano 1992 – ha lavorato per un paio di mesi da Burghy in Piazza Duomo a Milano. Lavoro che doveva servire a pagare gli studi universitari. Ma Salvini si è reso presto conto che l’impegno politico era un impiego più redditizio, e così mollò il lavoro per dedicarsi anima e corpo alla politica. Niente male se considerate che così facendo riuscì a pagare sedici anni di rette universitarie e a mantenere due famiglie.

Salvini e i dieci anni come giornalista di next-quotidiano

Il lavoro logora chi non ce l’ha

In fondo c’è da capirlo, il Matteo, è il leader di un partito che per quasi un ventennio è stato il punto di riferimento degli imprenditori della Locomotiva del Nord Est, di quelli che si spaccavano la schiena al tornio nei capannoni e nelle fabbrichette che punteggiano la Pianura Padana. Non aver lavorato – l’aver fatto sempre e solo politica – non è un buon biglietto da visita. In fondo i l’Umberto almeno qualche lavoretto lo aveva fatto prima di dedicarsi anima e corpo al movimento e al Nord. Ma qui siamo quasi ai livelli del Trota, solo che Renzo almeno uno straccio di laurea l’ha presa. Visibilmente irritato dall’affermazione del signore il quale gli rinfaccia tranquillamente che non ha certo molto titolo per parlare di lavoro Salvini prima sbotta con OOOOOOOOOOH e poi parte con la sua difesa collaudata: «Il signore dice che non ho mai lavorato nella vita, riguarda anche te – risponde Salvini rivolgendosi a Del Debbio – Io ho fatto per dieci anni il giornalista. Fare il giornalista significa non lavorare nella vita?». Salvini omette però di ricordare che secondo una recente sentenza dirgli che non ha mai lavorato in vita sua non è un reato. Il leader della Lega 2.0 aveva querelato il giornalista Davide Vecchi e il Fatto Quotidiano per questo articolo dove si accusava Salvini di non aver lavorato mai un giorno in vita sua. Ebbene, il Gip di Bergamo ha archiviato la querela scrivendo, tra l’altro, che “neppure Salvini ha potuto dimostrare di aver fatto ‘qualcosa’ al di fuori della Lega”. E già che c’era, ha precisato anche altro:

Il gip non si scaglia contro la politica. Prende solo atto di un sentire diffuso: “Quanto alla storia del non aver mai lavorato, basta osservare che – nel linguaggio comune –c ostituisce una frase che si predica del (deprecatissimo!) ‘professionista della politica’ che –magari ‘politicamente’ occupato per 15 ore al giorno – tuttavia non svolge o non ha mai svolto nessuna ‘attività civile’”.
Salvini, quindi, politico di professione, che nemmeno brillerebbe per le sue presenze in aula: “Si tratta – aggiunge il gip – innanzitutto di valutare quali siano gli aspetti platealmente menzogneri dell’articolo di Vecchi: e francamente non se ne ritrovano, nella misura in cui l’accusa di“assenteismo” viene collegata alle specifiche affermazioni di un eurodeputato socialista francese (e comunque non trovano una particolare smentita nei report del parlamento europeo)”.
Povero Salvini, bocciato su tutta la linea, anche quando si indigna per le accuse sulla gestione della Padania: “L’accusa di aver mandato (economicamente) a catafascio il giornale di partito, tenuto in vita soltanto dai contributi pubblici, riporta a circostanze sotto gli occhi di tutti (e poco importa che si tratti di un destino rivelatosi comune a tutte le altre testate di partito)”. Lo dice il giudice.

Ed è proprio sul punto di non aver fatto “qualcosa” al di fuori della Lega che quella sentenza ci aiuta a capire come l’aver “lavorato” alla Padania e a Radio Padania Libera  non possa considerarsi una vera e propria attività lavorativa scissa dall’attività politica del Capitano della Lega. La Padania era (ha chiuso due anni fa) un quotidiano politico, l’organo di partito della Lega Nord dei tempi d’oro (quella di CrediEuroNord). Un giornale che restava in piedi solo grazie ai fondi pubblici generosamente elargiti da Roma Ladrona (si trattava circa di quattro milioni di euro l’anno) ma quando i rubinetti si sono chiusi il giornale è scomparso. Stessa potrebbe toccare a Radio Padania Libera, questo giusto per far capire come Salvini non sia proprio il più titolato – in virtù delle sue esperienze –  a parlare di imprenditoria e lavoro. Salvini ha iniziato a fare il giornalista per la Padania nel 1997 (ed è giornalista professionista dal 2003) ma già dal 1993 era consigliere comunale a Milano. Non risulta che abbia mai svolto la professione di giornalista al di fuori degli organi di comunicazione di partito, quindi, secondo il ragionamento del Gip di Bergamo è difficile sostenere che Salvini abbia mai lavorato. E non perché fare il giornalista non è una professione, come cerca di rigirare la frittata El Capitan, ma perché il suo lavoro nella Lega non è un lavoro, è attività politica. E a quanto pare, quando si tratta di fare i corsi d’aggiornamento obbligatori per giornalisti Matteo Salvini sta – ancora una volta – tra i furbi

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