La scuola di propaganda renziana

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-07-07

Nuove frontiere del governo delle slide: Matteo Renzi vi insegna la comunicazione con i gufi

article-post

La foto che vedete qui sotto fa parte di una serie di slide che il governo delle slide, nella persona del presidente del consiglio delle slide, ha presentato ieri durante un incontro con i parlamentari del Partito Democratico. La lezione è stata fatta all’ultimo piano del Nazareno, dove Matteo Renzi ha dato fondo a tutte le possibili ed immaginabili metafore calcistiche per spiegare la sua posizione riguardo la comunicazione e i talk show.
renzi gufi comunicazione
Racconta il Corriere della Sera:

«Il catenaccio non funziona — ha detto il coach a deputati e senatori, illustrando i concetti con le amate slide — Dobbiamo cambiare schema, partire all’attacco e tenere il possesso di palla, stando attenti a non cadere nelle provocazioni». Quando si accetta di partecipare a un talk show non si fa il«tikitaka», ma si punta dritti alla porta avversaria, ha spiegato Renzi. Il quale da tempo covava una certa rabbia per alcune disastrose apparizione dei «dem» nei programmi di informazione. Tanto che al Nazareno girerebbe un elenco riservato, con pochi e selezionati nomi dei dirigenti più telegenici e tele-furbi. Agli altri Renzi ha chiesto di studiare sodo, altrimenti è meglio che stiano alla larga dai salotti tv. Parlando giorni fa alla Humboldt di Berlino, Renzi aveva definito i talk show «un grande pollaio senz’anima»,dei quali lui salva solo gli spot, perché fanno da cuscinetto tra una rissa e l’altra. Concetto ribadito ieri, quando il premier ha spiegato perché il partito è sotto botta sul piano della comunicazione. Il Pd soffre perché «i nostri avversari lavorano sulle paure e lo stesso fanno molti conduttori». E qui il capo del governo ha sfoderatola slide di un maxi gufo con la scritta «I nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia. Il loro nido è il talkshow, non il Parlamento». Renzi non avrebbe citato Santoro, Floris, Giannini o Paragone,ma soltanto Paolo Del Debbio, per dire che «anche una persona di grande cultura, che usa un registro diverso dagli altri, finisce per parlare alla pancia del Paese».

E insomma, prendete appunti: Del Debbio è la strada da seguire. Il burrone seguirà.
Foto di Magda Zanoni

Potrebbe interessarti anche