Matteo Renzi come Napoleone di Orwell?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-25

La citazione di Maddalena ieri a Torino

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La citazione l’ha fatta Marcello Maddalena, procuratore a Torino, e il riferimento è alla riforma della Giustizia che ha «brutalmente e malamente ridotto le ferie dei magistrati». Nel discorso di inaugurazione dell’Anno giudiziario Maddalena ha detto: «Evidentemente il presidente del consiglio non ha trovato niente di meglio che ispirarsi al personaggio di Napoleone della Fattoria degli animali di orwelliana memoria, che aveva scoperto per tutti i problemi della vita il grande rimedio: lavorare, anzi, far lavorare gli altri, di più. Fino a farli crepare di fatica, come il cavallo Gondrano, morto sul lavoro senza riconoscimenti pensionistici e senza neppure una dignitosa e onorata sepoltura. Ecco. Il primo grande rimedio del nuovo governo è consistito nel costringere i magistrati a lavorare di più magari nella prospettiva, non certo nell’auspicio, che facciano la stessa fine di Gondrano (morire sul lavoro)».
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Gondrano (Boxer) è il cavallo che aiuta il maiale Napoleone nella Fattoria degli Animali di George Orwell. Le sue massime preferite nel libro sono “Napoleone ha sempre ragione” e “Lavorerò di più”, e non è difficile immaginare un parallelo tra il personaggio e il personaggio storico di Stachanov. Qui c’è il finale della storia di Gondrano e Napoleone:

Un grido d’orrore uscì dal petto di tutti gli animali. In quel momento l’uomo a cassetta frustò isuoi cavalli e il furgone uscì dal cortile a buon trotto. Tutti gli animali lo seguirono gridando agran voce. Berta forzò l’andatura per portarsi innanzi. Il furgone acquistava velocità. Berta tentòdi muovere al galoppo le sue pesanti membra. «Gondrano!» gridò. «Gondrano! Gondrano!Gondrano!» e proprio in quel momento, come se sentisse il frastuono esterno, il muso diGondrano, con la striscia bianca che gli scendeva lungo il naso, apparve alla finestrella sul retrodel furgone.«Gondrano!» gridò Berta con voce terribile. «Gondrano, scendi! Scendi presto! Ti portano allamorte!» Tutti gli animali raccolsero il grido: «Scendi, Gondrano, scendi!». Ma il furgone andavasempre più veloce, portandolo via con é. Non era certo che Gondrano avesse capito ciò cheaveva detto Berta. Ma poco dopo il suo muso disparve dalla finestrella e il rumore di untremendo scalpitare si udì nell’interno del furgone. Cercava a calci una via d’uscita.
C’era statoun tempo in cui pochi colpi di zoccolo di Gondrano avrebbero fatto a pezzi il furgone. Ma,ahimè!, la forza lo aveva abbandonato e in pochi istanti i colpi si fecero più deboli finchécessarono del tutto. Disperati, gli animali volsero le loro invocazioni ai due cavalli che tiravano il furgone, pregandoli di fermarsi. «Compagni, compagni!» gridavano. «Non conducete a mortevostro fratello!» Ma quegli stupidi bruti, troppo ignoranti per rendersi conto di quel che stavaaccadendo, non fecero che scuotere le orecchie e accelerare il passo. Troppo tardi venne aqualcuno il pensiero di correre avanti e chiudere il grande cancello; un istante dopo il furgone lovarcava e rapidamente spariva sulla strada. Gondrano non fu visto mai più. Tre giorni dopovenne annunciato che egli era morto nell’ospedale di Willingdon, a dispetto di tutte le cure che sipossono prestare a un cavallo. Fu Clarinetto che venne a partecipare agli altri la notizia. Egli, disse, era stato presente alle ultime ore di Gondrano.
«Fu la cosa più commovente che abbia mai visto!» disse Clarinetto, sollevando la zampa easciugandosi una lacrima. «Fino all’ultimo istante sono stato vicino al suo letto; all’ultimo, quasitroppo debole per parlare, egli bisbigliò al mio orecchio che il suo solo dispiacere era di morireprima che il mulino fosse ultimato. “Avanti, compagni!” sussurrò. “Avanti nel nome dellaRivoluzione! Viva la Fattoria degli Animali! Viva il compagno Napoleon! Napoleon ha sempreragione!” Furono le sue ultime parole, compagni.»Qui il contegno di Clarinetto mutò ad un tratto. Tacque per qualche istante, e i suoi piccoliocchi lanciarono sguardi sospettosi da un lato all’altro prima di proseguire.Aveva saputo, disse, che una voce tanto sciocca quanto malvagia era corsa al momento deltrasporto di Gondrano. Alcuni animali avevano notato che il furgone che trasportava Gondranoportava la scritta “Macelleria Equina”, e ne avevano subito concluso che Gondrano era statomandato al macello. Era quasi incredibile, disse Clarinetto, che ci potessero essere animali tantostolti.
Certo, gridò sdegnato, dimenando la coda e saltellando qua e là, certo essi conoscevano illoro beneamato Capo, il compagno Napoleon. Ma la spiegazione era semplicissima: il furgoneera stato un tempo di proprietà di un macellaio ed era stato comperato poi dal veterinario chenon aveva ancora provveduto a cancellare la vecchia iscrizione. Ecco com’era sorto l’errore.Gli animali a questa spiegazione provarono un grande sollievo. E quando Clarinetto proseguì adare i minuti particolari del letto di morte di Gondrano, delle amorevoli cure che aveva ricevutoe delle costosissime medicine che Napoleon aveva pagato senza badare a spese, i loro ultimidubbi sparirono e il dolore che provavano per la morte del loro compagno fu mitigato dalpensiero che almeno era morto felice.

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