Matteo Orfini, Ignazio Marino e la regola dell'incapace

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-10-07

Matteo Orfini sostiene su Twitter dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino che il Partito Democratico non ha chiesto le sue dimissioni per le inchieste e le accuse su scontrini e Imagine Onlus, ma perché lui era incapace di risolvere i problemi di Roma. Ora, ci sarebbe da ricordare se il giudizio vale anche …

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Matteo Orfini sostiene su Twitter dopo l’assoluzione dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino che il Partito Democratico non ha chiesto le sue dimissioni per le inchieste e le accuse su scontrini e Imagine Onlus, ma perché lui era incapace di risolvere i problemi di Roma.
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Ora, ci sarebbe da ricordare se il giudizio vale anche per tutti i personaggi del PD che erano in giunta con Marino. Verrebbe da dire che se la regola dell’incapace vale per Roma allora dovrebbe valere anche per il governo, i ministri, il Parlamento e il resto dell’Italia amministrata dal PD. Si potrebbe persino fare una battuta: visti i grandi successi elettorali del PD a Roma forse anche il suo commissario in città (Matteo Orfini) dovrebbe aver fatto da tempo il grande passo. Ma è meglio puntare l’attenzione sul fatto che Marino è stato eletto dai cittadini romani e un giudizio compiuto sul suo operato avrebbero dovuto darlo gli elettori. Pretendere di volerne fare le veci (da parte della segreteria politica, con il pieno accordo della presidenza del partito) è sintomo di una scarsa cultura democratica. «Siete turisti della democrazia», diceva quello.

Leggi sull’argomento: «Chi ha pagato il notaio per cacciare Marino? Papa Francesco»

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