Il Mattarellum porterà Grillo e Salvini a Palazzo Chigi

di Guido Iodice

Pubblicato il 2016-12-22

Cosa succede applicando il Mattarellum alla media settimanale dei sondaggi? Lo scenario del nuovo Parlamento con la legge elettorale proposta da Renzi non sembra essere così favorevole al PD. In compenso favorisce gli avversari…

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La simulazione del sito YouTrend dovrebbe far saltare sulla sedia i dirigenti del PD. Applicando il Mattarellum il M5S otterrebbe quasi 60 seggi in più del PD pur con meno voti dei Democratici. Vediamo i dettagli.

I voti dei partiti

YouTrend ha utilizzato la media settimanale dei sondaggi al 18 dicembre 2016 che vede il PD al 30,9%, il M5S al 29,2%, la Lega Nord al 12,2%, Forza Italia al 12,2%, Fratelli d’Italia al 4,6%, Alleanza Popolare al 3,4% e Sinistra Italiana al 3,1%. Quindi il PD, che si ipotizza presentarsi da solo senza alleanze con Sinistra Italiana (impossibile) e Alfano (più probabile, ma vedremo dopo perché il discorso cambia poco).
Se si votasse con il proporzionale, quindi, si potrebbe ipotizzare un governo PD+FI+AP che insieme raggiungerebbero circa il 46,5%, nel caso in cui la legge elettorale avesse una bassa soglia di sbarramento (ad esempio il 3%, che è quella in vigore con l’Italicum e che rimarrebbe nel caso la Corte Costituzionale “ritagliasse” una nuova legge sulla sua base). Se consideriamo la distorsione introdotta dal metodo D’Hondt e dalla soglia di sbarramento, nonché lo scontato appoggio esterno di partiti locali come la Südtiroler Volkspartei, è per lo meno ipotizzabile un governo di grande coalizione con una maggioranza parlamentare, sia pure risicata.
C’è però un altro scenario possibile, un po’ meno probabile, ovvero un governo M5S+Lega+FdI, magari con Salvini e Meloni in appoggio esterno. Sulla carta avrebbero lo 0,5% in meno dell’ipotesi precedente, un margine abbastanza ristretto, ma quel che conta è che potrebbero trovare una maggioranza più difficilmente del PD.
YouTrend non ha simulato il Senato, ma è immaginabile una situazione simile, in cui il PD avrà qualcosa di più vista la diversa composizione dell’elettorato (al Senato non votano i cittadini sotto i 25 anni) ma AP non riuscirebbe a superare la soglia di sbarramento.
Lo scenario più probabile è però una situazione di stallo, senza nessuna chiara maggioranza. In tal caso, il governo Gentiloni continuerebbe a governare fino ad eventuali nuove elezioni. Uno scenario alla spagnola quindi, che non deve preoccupare più di tanto. In fondo, la Spagna senza governo è cresciuta bene. Lo scenario immediatamente meno probabile sarebbe un governo di grande coalizione PD+FI+AP+altri e solo in terza posizione troviamo un governo M5S con l’appoggio di Lega e FdI.

Se ci fosse il Mattarellum

Del tutto differente sarebbe la composizione del parlamento con il Mattarellum. Grazie a questo sistema il M5S conquisterebbe gran parte di Sud ed Isole, il Centrodestra conquisterebbe il Nord e al PD rimarrebbero le regioni rosse e i centri delle grandi città.
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Risultato: il M5S arriverebbe primo, il Centrodestra secondo e il Pd terzo per numero di seggi. Secondo questa simulazione il M5S pur avendo quasi un paio di punti in meno del PD otterrebbe ben 59 seggi in più, portandosi a 241 contro i 182 del PD che, come dicevamo, arriverebbe terzo, scavalcato anche dal Centrodestra a 203 seggi.
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In queste condizioni nessuno riuscirebbe a governare, in teoria.
Ma attenzione: con l’uninominale di collegio, il Centrodestra sarebbe costretto a dare alla Lega buona parte dei seggi al Nord e non pochi seggi a centrosud a FdI. Questo significa che molto probabilmente non sarebbe possibile neppure un governo di larghe intese Pd+Fi.
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Per il PD sarebbe quindi preclusa ogni ipotesi di governo. Anche ipotizzando che Forza Italia ottenga per sé tutti i 43 seggi del centrodestra nel centro sud e metà di quelli nel centronord (55), più 20 seggi proporzionali (contiamo che non vi sia lo scorporo grazie alle liste civetta), ad un governo di larghe intese mancherebbero ancora 16 deputati per ottenere una maggioranza. Troppi. E questo è uno scenario molto ottimistico. In realtà Forza Italia come dicevamo dovrà cedere alla Lega la maggioranza del Nord e a FdI molti collegi del Centro-Sud. E’ quindi ipotizzabile che alla fine Berlusconi ottenga intorno ai 40 seggi al centronord e circa 35 al centrosud, più i 20 del proporzionale, il che allontanerebbe l’obiettivo governo di grande coalizione, fermo ad appena 277 seggi.
L’unica ipotesi rimarrebbe quindi un governo “di minoranza” del M5S con appoggio esterno di Lega e FdI. Che è esattamente l’ipotesi a cui una parte dei pentastellati sta già lavorando e che risulterebbe naturale, visto che a Torino e Roma gli elettori del centrodestra hanno già scelto il M5S come seconda scelta.
Facciamo qualche conto. Il M5S parte da 241 seggi. A questi potrebbero aggiungersi, secondo l’ipotesi formulata da YouTrend, 90 seggi della Lega, tra maggioritario e proporzionale. Totale 331 seggi, più dei 316 richiesti per formare una maggioranza. E ancora dobbiamo aggiungere Fratelli d’Italia, che potrebbe aspirare ad almeno 10 seggi maggioritari e a 7-8 proporzionali. Una maggioranza solidissima di quasi 350 deputati.

Che speranze per il PD?

Le speranze che il PD riesca a formare una maggioranza con il Mattarellum sarebbero pochissime e appese a fili sottilissimi: l’alleanza con AP, i deputati e senatori eletti all’estero e la sua maggiore forza territoriale. Proviamo ad analizzarli. I deputati all’estero eletti nel 2013 e riconducibili all’area di governo sono 10 su 12. Non male, ma un paio di questi erano espressione del MAIE, che poi alle europee è quasi sparito, come è sparita la lista Monti che aveva ottenuto altri due deputati. Riguardo l’alleanza con AP, probabilmente essa frutterebbe un po’ di seggi al Sud, ma è altrettanto probabile che una quota di elettori non digerirebbe un’alleanza permanente con Alfano o addirittura con Verdini. Da questo punto di vista quindi l’alleanza con AP potrebbe essere neutra o solo leggermente vantaggiosa per il PD. Infine l’argomento del rapporto con il territorio. Il favorevoli al Mattarellum sostengono che i candidati del M5S, essendo poco noti, sarebbero sfavoriti. I fatti non vanno in questa direzione. Alle ultime amministrative Raggi e Appendino, ben meno note dei loro avversari del PD, hanno prevalso facilmente. Ma è ancor più importate rilevare che, stando alle analisi condotte quando c’era il Mattarellum, pochi conoscevano il nome del deputato del proprio collegio. La gente vota il partito, il leader, tant’è che anzi i partiti usavano i collegi “sicuri” per catapultarvi personaggi che difficilmente sarebbero risultati eletti se fossero stati in una lista proporzionale con preferenze.
Insomma, affinché il PD riesca a trovare un a maggioranza in parlamento dovrebbero incastrarsi elementi estremamente improbabili. Per il M5S invece, sarebbe quasi una passeggiata, viste le affinità programmatiche con Lega e FdI e la simpatia reciproca dei rispettivi elettorati.

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