Maternità surrogata, dove e come

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2016-02-14

La Stampa pubblica oggi questa infografica che illustra dove e come è possibile effettuare la maternità surrogata o, come viene più terroristicamente chiamato, l’utero in affitto

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Ogni anno, attraverso un milione e mezzo di trattamenti in laboratorio nascono 350 mila bambini e il paese che ha il maggior numero di centri specializzati è l’Italia (oltre 200 contro i 107 della Francia). Negli Stati Uniti il ricorso alla gestazione per altri costa mediamente 140 mila dollari. La Stampa pubblica oggi questa infografica che illustra dove e come è possibile effettuare la maternità surrogata o, come viene più terroristicamente chiamato, l’utero in affitto. Per maternità surrogata non commerciale si intende quella altruistica, in cui le gestanti non possono essere pagate anche se sono previsti rimborsi. In quella commerciale, invece, le gestanti sono pagate. Al di là di questi pagamenti diretti, i costi includono spese mediche e legali.

MATERNITA SURROGATA DOVE COME
Maternità surrogata, dove e come (La Stampa, 14 febbraio 2016)

Maternità surrogata, dove e come

I costi indicativi illustrati dall’infografica ci dicono che negli USA la cifra che si va a spendere si trova intorno ai 140mila euro, in Canada 90mila, 30 in India e Nepal, 40 in Russia, tra i 40 e i 60mila euro in Grecia. L’india è il paese in cui esistono più cliniche dedicate: circa 30 centri specializzati; una decina sono in Ucraina.  Il problema principale della maternità surrogata è infatti tornare in Italia con il bambino. Perché se è vero che nel nostro paese questa pratica è vietata  e quindi chi vi ricorre in Italia commette un reato la questione è leggermente diversa quando si va all’estero. Se il figlio di una coppia italiana nasce all’estero è obbligatorio recarsi presso la nostra ambasciata per poter effettuare un passaporto provvisorio per poter rientrare in Italia ed effettuare l’iscrizione all’anagrafe. Per le coppie che hanno avuto un figlio da una madre surrogata il problema è che per il paese straniero il figlio è a tutti gli effetti loro figlio (viene rilasciato un regolare certificato di nascita dove viene attestata la paternità e la maternità del bambino) ma dal momento che in Italia questo “tipo di nascita” non è previsto (anzi è vietato) i genitori che dichiarano che il figlio è loro ed è nato all’estero commettono un reato. Non quello di aver fatto ricorso all’utero in affitto ma quello di aver dichiarato il falso, nella fattispecie il reato di falsa attestazione all’ufficiale di stato civile. Questa non è una mera ipotesi ma è un dato di fatto suffragato da diverse sentenze dei tribunali italiani (ad esempio questa e questa) dove i giudici hanno stabilito che le coppie che ricorrono alla maternità surrogata all’estero non commettono un reato legato al ricorso all’utero in affitto ma al fatto di aver dichiarato il falso al momento dell’iscrizione all’anagrafe italiana del figlio. Questo problema riguarda tanto le coppie omosessuali quanto quelle eterosessuali e – sorpresa – non è affatto toccato dal DDL Cirinnà che non prevede alcun tipo di sanatoria “speciale” per le coppie omosessuali.

Leggi sull’argomento: Perché il DDL Cirinnà non c’entra con l’utero in affitto

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